10 ottobre 2018

Stringiamoci a coorte

E' naturale che il governo del popolo chieda aiuto proprio al popolo nei momenti di difficoltà.
Meno naturale che a farlo sia un governo (il Salvimaio) che, di fatto, intende rappresentare solo una parte del paese.
Quello che gongola contro gli attacchi a Saviano e agli immigrati.
Che aspetta l'ennesimo condono.
Che si accontenta delle promesse via social (via le concessioni, carcere agli evasori..).

Si, lo so. E allora il PD? E quelli prima? Questi sono qui da pochi mesi...
Cosa facciamo, aspettiamo che lo spread arrivi a 400, 500, prima di sollevare qualche obiezione?
Non si tratta di prendere le parti di Di Maio o Repubblica, in una guerra dove sei costretto a schierarti da una parte e dove il nemico del mio nemico è mio amico (per esempio Juncker o Berlusconi).
Si tratta di giudicare un governo per quello che propone: il fatto che la stampa e i mercati siano stati benevoli coi predecessori non giustifica quanto sta succedendo oggi.

Si tratta di Armata Brancaleone, come scrive oggi il direttore Travaglio, l'unico a dare ancora fiducia a questo governo di apprendisti governanti:

Quando vai alla guerra, prima studi il nemico, poi ti guardi intorno in cerca di alleati, infine prepari le armi più efficaci per vincere. Oppure ti vedi L’Armata Brancaleone e poi fai il contrario. Ora, non c’è dubbio che il governo giallo-verde abbia deciso di andare alla guerra contro tutti i poteri, nazionali e internazionali, palesi e occulti, che governano per davvero l’Italia e l’Europa: Commissione Ue, Bce, Fmi e i famosi “mercati”, cioè la grande finanza e i grandi speculatori che scommettono immense fortune su o contro questo o quel Paese. E giù giù a cascata fino ai nostri poterucoli da riporto: Quirinale, Bankitalia, ragionerie e burocrazie ministeriali, Confindustria, lobby varie, partiti sconfitti nelle urne e vincenti nei media. Il primo atto di guerra è stato vincere le elezioni, sbaragliando i due partiti-architrave del sistema che sognavano l’ennesima ammucchiata, Pd e FI, e lasciando in gramaglie un bel po’ di prenditori, lobbisti e giornalisti vedovi inconsolabili. Il secondo è stato profanare alcuni santuari da sempre intoccabili: il precariato del Jobs Act, la corruzione impunita, i prenditori privati delle concessionarie pubbliche (vedi Autostrade Spa dopo il crollo del ponte), la lobby del gioco d’azzardo, i vitalizi, il business della cosiddetta accoglienza ai migranti. Il terzo, il più imperdonabile, è la prima manovra finanziaria non concordata con l’Ue, dunque non recessiva e non tagliata su misura dei ricchi.

Di che guerra sta parlando Travaglio?
Questi per mesi hanno parlato di reddito di cittadinanza senza studiarlo per bene. Gente che annuncia di aver abolito la povertà e il jobs act ma solo a chiacchiere.
Questi pur di andare al governo hanno stipulato un contratto con la lega di Salvini.

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