10 dicembre 2018

Anteprima delle inchieste di Report: il partito di Salvini


Le immagini della manifestazione politica della Lega di Salvini (non più lega nord) le abbiamo viste tutti: un leader, una piazza piena di tifosi, i soliti slogan ripetuti più e più volte (dalle parole ai fatti, prima gli italiani), un'accurata preparazione per l'evento con tanto di manifesti con la scritta “lui non ci sarà”, per indicare i nemici del “capitano”.
Sulla scia di Berlusconi e Renzi, anche Matteo Salvini è un leader divisivo che non parla a tutto il paese e che dunque non può permettersi di parlare a nome di 60 ml di italiani.

Ma chi sono questi italiani che hanno voluto dare fiducia all'ex comunista padano, all'europarlamentare spesso assente a Bruxelles, al politico che sembra passare più tempo sui social che a lavorare?
Come è organizzata la sua macchina politica, da dove prendono i soldi, per questa nuova “ditta” che, stando ai sondaggi, si sta mangiando tutto il centro destra?
Le inchieste de l'Espresso (e di altri quotidiani) hanno raccontato dei soldi arrivati dall'estero, dei trasformisti che riempiono le liste, della caccia degli inquirenti per trovare quei 49 milioni che la Lega deve restituire allo Stato:

Il primo banco di prova sono state le Regionali siciliane, dove insieme a Fratelli d'Italia ha ottenuto il 5,6 per cento. Un risultato che ha aperto per la prima volta le porte dell'Assemblea regionale a un deputato leghista. Non esattamente un volto nuovo, bensì un riciclato dei vecchi partiti della clientela democristiana. E già indagato.
Non l'unico trasformista in Sicilia. Il segretario nazionale di Noi con Salvini e responsabile della Lega sicula è Angelo Attaguile. Suo padre Gioacchino è stato sottosegretario e ministro nei governi Rumor e Colombo, lui, democristiano da una vita, è legatissimo a Raffaele Lombardo, l'ex presidente di Regione condannato in appello per voto di scambio. Attaguile si è speso molto per la causa, al punto da mettere a disposizione, come racconta L'Espresso, l'abitazione romana di via Cesi dove risulta tuttora registrata la sede del movimento incubatore della Lega nazionale.
In Calabria, invece, Salvini ha puntato sulla destra sociale, sovranista. Con lui, infatti, si è schierato l'ex governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, condannato per abuso e falso e sotto inchiesta della procura antimafia di Reggio Calabria. Non sarà candidato per evitare imbarazzi al capo leghista, ma non ha rinunciato a infilare in lista sue pedine. È, invece, in lizza per un posto da deputato Domenico Furgiuele,segretario della Lega-Noi con Salvini in Calabria. Suo suocero è un imprenditore con i beni sotto sequestro dall'antimafia. E non solo.

Della comunicazione social di Salvini, affidata a Luca Morisi, si era occupato un servizio di Giulio Valesini nel 2017: questa sera Claudia Di Pasquale (in collaborazione con Carla Rumor) si occuperà di quello che sta succedendo a questo partito da Roma in giù.



Fa impressione vedere il partito che era di Roma ladrona e che fino a pochi anni fa parlava di secessione (ma poi era alleata agli ex missini al governo) prendere voti a Roma, a Napoli e perfino in Calabria e Sicilia.
Perfino Agrigento (non Bergamo, non Varese) ex feudo di Alfano, si scopre leghista: qui aprono nuovi circoli, si stampano nuove tessere per simpatizzanti che cercano nel “capitano” un leader capace di mantenere le promesse.
Prima gli italiani: ma per cosa, in una regione che non è in grado di garantire per i suoi cittadini molti dei servizi pubblici?

Per anni la Lega Nord si è battuta per l'indipendenza della Padania, oggi la parola Nord è sparita. Nel nome di Matteo Salvini il partito cresce da Roma alla Sicilia. Con quali mezzi? Chi sono i nuovi leghisti?

Alla festa della Lega a Parma (ex festa del Toro) il deputato Tombolato non vuole sentir parlare di nord e sud, siamo tutti dell'Italia, lo slogan prima il nord è messo in archivio (almeno sulla carta).
Eppure chi si iscriveva al partito agli stand di Parla si iscriveva alla Lega nord che all'articolo 1 dello statuto parla di indipendenza della Padania.
A quale partito ci si sta iscrivendo, a chi diamo il 2 per mille? A quello di Salvini o a quello della Lega nord?
Dal nord al sud: a Bari all'incontro locale della Lega i militanti chiedono più autonomia regionale, non l'indipendenza.
Il deputato Sasso (Lega – Salvini premier) spiegava alla giornalista che al nord dicono prima il nord, al sud prima il sud e tutti assieme prima gli italiani.
Ma al sud non esiste la Lega nord e ci si iscrive alla Lega per Salvini premier, un partito diverso che nello Statuto ha come obiettivo quello di trasformare il paese in modo federale (speriamo con risultati diversi dalla devolution).
Il leader dei due partiti è sempre lui, Salvini, che concede un selfie a tutti, nessuno si deve sentire escluso.
Perché lui è uno di noi.
Uno che grida la mafia mi fa schifo ma poi tra i suoi candidati figura Domenico Furgiuele:

Candidati cognati in Calabria. Uno, Domenico Furgiuele, con la Lega e l’altro, Massimo Cristiano, con Casapound. Hanno sposato le due sorelle Stefania e Maria Concetta Mazzei, a cui stamattina i carabinieri del Noe hanno confiscato i beni di famiglia. Due società e un immobile alla moglie di Domenico Furgiuele, coordinatore calabrese di Noi con Salvini e capolista nei due listini proporzionali alla Camera. Due società, invece, alla moglie di Massimo Cristiano, candidato di Casapound nel collegio uninominale della Camera di Catanzaro.

La scheda del servizio: NEL NOME DI MATTEO di Claudia Di Pasquale in collaborazione di Carla Rumor (l'anticipazione su Raiplay)
Per anni la Lega Nord si è battuta per l'indipendenza della Padania. Poi le inchieste giudiziarie hanno travolto il partito, l'ex segretario Umberto Bossi è stato condannato a Milano in primo grado per appropriazione indebita e a Genova in appello per truffa aggravata ai danni dello Stato, mentre la Cassazione ha da poco confermato il sequestro dei circa 49 milioni di euro di rimborsi elettorali degli anni 2008-2010 ottenuti dalla Lega sulla base della presentazione al parlamento di rendiconti ritenuti dalla Procura irregolari. Ora però la Lega si presenta con una nuova veste, uomini e progetti diversi. La parola Nord è sparita, il segretario non è più Bossi ma Matteo Salvini, il motto "Prima il nord" è stato sostituito con "Prima gli italiani", c'è anche un nuovo simbolo, mentre l'obiettivo è la trasformazione dell'Italia in uno Stato federale. È così che nel nome di Salvini il partito sta crescendo sempre di più da Nord a Sud. Ma chi sono i nuovi leghisti del Meridione? Per scoprirlo Report ha battuto le regioni del sud Italia in lungo e in largo e ha incontrato coordinatori, candidati, assessori e deputati. Ognuno di loro ha una storia da raccontare.

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