13 dicembre 2018

Il ritorno del terrorismo

Il nuovo terrorista (di matrice islamica, ma sempre terrorista rimane) non è più un esperto del Corano come gli esponenti di Al Qaeda, martiri senza peccati alle spalle: Cherif Chekatt (l'attentatore di Strasburgo) era stato arrestato più volte, non era uno sconosciuto per le forze dell'ordine. Come ha potuto colpire in quel modo, senza che venisse fermato prima?

Chi ha seguito la prima parte della puntata di ieri di Atlantide, la trasmissione di inchiesta di Andrea Purgatori, ha ora più chiaro in mente perché l'Europa e, in particolar modo, alcuni paese in particolare siano più vunerabili agli attentati del terrorismo di matrice islamica.
Scarsa cooperazione tra servizi, informazioni in mano all'intelligence che non arrivano ai poliziotti di frontiera, poche risorse e molti obiettivi da monitorare: dei circa 5000 europei andati in Siria, si stima che circa un terzo siano tornati in Europa e una parte di questi è stata preparata per compiere attentati.
Sembrano poche 1500 persone da seguire, molte delle quali già note alla polizia perché hanno dei precedenti alle spalle.
D'altronde l'Europa è unita sulla moneta, sull'atteggiamento da seguire nei confronti dei migranti, nel controllo del dei conti sull'economia e meno sul resto.
Non esiste un'uniformità sulle leggi antimafia e nemmeno sul terrorismo.
E nemmeno sulla fiscalità, su regole antidumping, sulla questione dei paradisi fiscali (vedi il Lussemburgo di Juncker).

Una riflessione se questa sia l'Europa che vogliamo dovremmo anche farla.

Nessun commento: