22 gennaio 2019

La miniera d'oro dei migranti

Quella dei migranti è una miniera d'oro per la propaganda di tutti i colori, di tutte le latitudini.
A questa può attingere il m5s e usare la moneta coloniale francese per attaccare Macron (il Renzi francese) e così rifarsi quella verginità persa per l'alleanza con Salvini.
Ma è una miniera che funziona anche per il governo francese che, scandalizzato per le uscite di Di Maio può fare il suo bel richiamo al nostro ambasciatore.
Delle destre italiane si è già detto: è finita la pacchia, porti chiusi, meno sbarchi meno morti, sono gli slogan di Salvini che (dicono i sondaggi) a furia di queste sparate si sta mangiando gli elettori di tutto il centro destra.
I libici (intesi come le milizie, le tribù, quella specie di governo che abbiamo riconosciuto) usano i migranti in arrivo dal sud come arma di ricatto contro Italia ed Europa per avere più soldi.

Dalla questione sui migranti riescono tutti a portare acqua al proprio mulino. Eccetto i migranti.
Che non sono aiutati a casa loro, né fai francesi e nemmeno dagli italiani (noi siamo presenti in Nigeria e qualcosa in più in quel paese potremmo farlo).
Né da chi governava prima, né da quelli che governano oggi, distanti anni luce politicamente ma uguali sulla gestione dei migranti.

Matteo Renzi che ieri, in Parlamento, ha introdotto anche il tema dei rimpatri, caro all’elettorato della Lega sui quali, secondo il presidente del Consiglio, non ci devono più essere «tabù neppure a sinistra» [Il sole 24 ore]

Di Maio “Il posto degli africani è l’Africa, non il fondo del mare” [Il Fatto Quotidiano]

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