27 gennaio 2019

L'importanza del giorno della memoria


F.Guccini Lager

Un lager.
Cos'è un lager?
E' una cosa nata in tempi tristi,
dove dopo passano i turisti
occhi increduli agli orrori visti
(non gettar la pelle del salame!)

Cos'è un lager?
E' una cosa come un monumento,
e il ricordo assieme agli anni è spento
non ce n'è mai stati, solo in quel momento,
l'uomo in fondo è buono, meno il nazi Infame!
Ma ce n'è, ma c'è chi li ha veduti,
o son balle di sopravvissuti?
illegali i testimoni muti,
non si facciano nemmen parlare!

Cos'è un lager?
Sono mille e mille occhiaie vuote,
sono mani magre
abbarbicate al fili
son baracche e uffici, orari, timbri,
ruote, son routine e risa dietro a dei fucili
sono la paura l'unica emozione,
sono angoscia d'anni dove lì niente è tutto
sono una follia ed un'allucinazione
che la nostra noia sembra quasi un rutto
sono il lato buio della nostra mente,
sono un qualche cosa da dimenticare
sono eternità di risa di demente,
sono un manifesto che si può firmare.

Durante lo spiegone a Propaganda Live Marco Damilano spiegava perché serve ancora oggi la Giornata della memoria, il giorno dedicato alle vittime della Shoà, voluto dall'allora senatore Furio Colombo nel 2009.
La memoria non è solo un ricordo di qualcosa che è stato, un evento fermo nel nostro passato: la memoria è un valore che ci portiamo dentro e che ci serve per comprendere gli eventi del tempo presente.

Medidate che questo è statodiceva Primo Levi: il genocidio sistematico di una popolazione, quella ebraica, avvenuto in modo industriale, prendendo famiglia per famiglia, persona per persona.
Compilando moduli, mettendo uno in fila all'altro nomi di persone.
E assieme alle famiglie ebree, gli omosessuali, i rom, i detenuti politici.
E prima ancora le persone con tare mentali, persone con problemi di mente.
Tutte vite indegne di essere vissute.

Ricordare ciò che è stato significa andare alla ricerca dei perché tutto questo è successo, qui nella civile Europa, e pure in Italia dopo l'8 settembre 1943.
In questa giornata della memoria nei telegiornali, nelle trasmissioni di approfondimento (sempre troppo poche) passeranno le immagini già viste dei campi di sterminio, degli scheletri umani che camminano a stento, perché in quei campi i nazisti avevano rubato loro pure la dignità di esseri umani.
Ma per comprendere lo sterminio nazista non ci si può fermare ad Auschwitz e alle SS col teschio sul berretto: domenica scorsa avevo parlato della conferenza di Wansee, dove si posero le basi dello sterminio di massa. A quella conferenza presero parte alti burocrati della macchina dello stato tedesco, ciascuno era lì per dare il suo contributo, ai trasporti, alla macchina legislativa (affinché tutto fosse a norma di legge), per la compilazione delle liste piene di nomi.

Lo sterminio ha riguardato un grande numero di persone, direttamente. E poi altrettante persone che sapevano, che vedevano sparire queste famiglie, queste persone, e non si facevano domane.
"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare".Sermone del pastore Martin Niemöller

Come si è arrivati a questa barbarie? Hannah Harendt nel suo libro più famoso, parla di banalità del male: si riferisce al suo giudizio su Adolf Eichmann, capo dell'ufficio IV B della Gestapo, dove si occupava della questione ebraica.

Il peggior male è quello commesso da chi vuole essere nessuno, da persone che rifiutano di essere umani, di avere dei pensieri, di ragionare con la propria testa.
Fin dai tempio di Socrate e Platone, siamo soliti considerare il pensiero come quella conversazione, quel silenzioso dialogo tra che c’è tra me e me stesso. Rifiutando totalmente di essere una persona, Eichmann ha scelto di rinunciare a completamente a quella che consideriamo l’unica, e più peculiare qualità umana, quella di essere capaci di pensare, di conseguenza non è stato più in grado di poter dare alcun giudizio morale.Questa sua incapacità di pensare, ha dato la possibilità a molti dei cosiddetti esseri umani ordinari di commettere azioni riprovevoli su vasta scala mondiale, molte azioni che nessuno aveva visto prima.È vero, io ho voluto considerare questi argomenti solo da un punto di vista filosofico.[Discorso finale di Hannah Arendt ai suoi studenti nel film di Margarethe Von Trotta ]


Questa è la banalità del male, che non significa che quel male sia meno doloroso, meno importante: è il male prodotto da uomini incapaci di pensare, uomini comuni che hanno compiuto azioni mai viste.

Qui tutto si ricongiunge col tempo presente: anche oggi viviamo un tempo in cui non si riesce più a riconoscere a tutte le persone, anche quella con la pelle di un colore diverso dalle nostre, gli stessi diritti.
Anche oggi ci sono persone, che vengono lontano, a cui abbiamo tolto tutti i diritti, tutta la dignità.
Anche oggi ci sono persone sballottate come pacchi, in mezzo al mare, costrette ad elemosinare un aiuto, che i governi europei considerano come invasori, come nemici da additare al popolo.

Certo, i campi di sterminio non ci sono più.
Quanto meno non ci sono più da noi, sono lontani, lontani dai nostri occhi in modo che non vadano a turbare le nostre coscienze.
Tutto questo succede quando si smette di ragionare con la nostra testa, quando si smette di pensare e si usano le parole di altri, quando si spoglia la persona che ti sta davanti di ogni dignità, di ogni diritto.
Così ritorna il male, nell'indifferenza e nell'assuefazione generale.

E un lager. Cos'è un lager?
Il fenomeno ci fu. E' finito!
Li commemoriamo, il resto è un mito!
l'hanno confermato ieri al mio partito,
chi lo afferma è un qualunquista cane.
Cos'è un lager?
E' una cosa sporca, cosa dei padroni,
cosa vergognosa di certe nazioni
noi ammazziamo solo per motivi buoni,
quando sono buoni? Sta a noi giudicare.

Cos'è un lager?
E' una fede certa e salverà la gente,
l'utopia che un giorno si farà presente
millenaria Idea, gran purga d'occidente,
chi si oppone è un giuda e lo dovrai schiacciare.

Cos'è un lager?
Son recinti e stalli di animali strani,
gambe che per anni fan gli stessi passi
esseri diversi, scarsamente umani,
cosa fra le cose, l'erba, i mitra i sassi
ironia per quella che chiamiam ragione,
sbagli ammessi solo sempre troppo dopo
prima sventolanti giustificazione,
una causa santa, un luminoso scopo
sono la consueta prassi del terrore,
sempre per qualcosa, sempre per la pace
sono un posto in cui spesso la gente muore,
sono un posto in cui, peggio, la gente nasce.

E un lager. Cos'è un lager?
E' una cosa stata, cosa che sarà,
può essere in un ghetto, fabbrica, città
contro queste cose o chi non lo vorrà,
contro chi va contro o le difenderà
prima per chi perde e poi chi vincerà,
uno ne finisce ed uno sorgerà
sempre per il bene dell'umanità,
chi di voi kapò, chi vittima sarà
in un lager.

Nessun commento: