23 febbraio 2019

La Volpe, di Frederick Forsyth



Nessuno li vide. E nessuno li sentì. Come da copione.I soldati delle Forze Speciali, in uniformi total black, avanzarono furtivi nelle tenebre diretti alla casa che rappresentava il loro obiettivo.Nella maggior parte dei centri abitati c’è sempre un po’ di luce, anche nel cuore della notte, ma lì si trovavano alla periferia di una città inglese di provincia e l’intera illuminazione pubblica veniva spenta intorno all’una. Non c’era neppure una lampadina accesa a infrangere l’oscurità. Quella era l’ora più buia, le due del mattino.Una volpe solitaria rimase a guardarli mentre passavano ma l’istinto le suggerì di non interferire con quei compagni predatori.Sulla strada incontrarono soltanto due esseri umani, entrambi a piedi, entrambi ubriachi dopo aver fatto baldoria fino a tardi con gli amici. I soldati si appiattirono rapidi tra i cespugli, mimetizzandosi completamente, finché quei tizi non si allontanarono a passo incerto verso le loro abitazioni.  

Cosa ci fanno dei soldati delle forze speciali inglesi e americane, in una cittadina della periferia londinese? A quale pericoloso terrorista stanno dando la caccia? Qual è la minaccia che devono sventare?
Per scoprirlo, Frederick Forsyth parte da un po' più lontano, da quel 11 settembre che ha cambiato per sempre la percezione del terrorismo che avevamo nel mondo occidentale.
Dall'11 settembre la spesa per la sicurezza per la raccolta dei dati (da tutte le possibili fonti) nei paesi occidentali è esplosa come anche è esplosa la massa di dati custoditi, non più archivi cartacei, ma in enormi data center con supercomputer e protetti da firewall sofisticati.

Si pensa che il defezionista e traditore Edward Snowden, fuggito a Mosca, abbia portato con sé più di un milione e mezzo di rapporti su una chiavetta abbastanza piccola da poter essere inserita nell’ano prima dei controlli alla frontiera. “Ai nostri tempi”, come direbbero i veterani, ci sarebbe voluta una colonna di camion, e una colonna di camion che esce da un cancello difficilmente passa inosservata.

Le battaglie della nuova guerra fredda, tra paesi occidentali e Russia, Iran o Corea, si combattono con armi diverse: si parla di cyberterrorismo, di virus e malware usati come armi per distruggere i sistemi informativi dei paesi nemici, per rubare dei dati o peggio ancora. In un mondo governato da computer, dove la gestione di ospedali, reti elettriche, strutture militari è in mano ad algoritmi e non più a persone, intrufolarsi in un sistema informatico può essere estremamente pericoloso.
Ecco perché gli americani si sono allertati dopo essersi accorti che qualcuno era entrato nella struttura super segreta e super controllata di Fort Meade, il fortino della NSA, l'agenzia di sicurezza americana.
Un hacker abilissimo, se è riuscito a penetrare i loro firewall, ma anche uno strano hacker: non solo non ha lasciato tracce dietro di sé, ma non ha nemmeno portato via nulla.
Un hacker che viene rintracciato in Inghilterra grazie al lavoro del Government Communication HeadQuarters, l'agenzia inglese per la sicurezza dove lavora il dottor Hendricks

Anche le volpi commettono errori. Non molti, giusto uno ogni tanto. Quella che Hendricks aveva individuato era una parte di un IP che completava l’impronta parziale scoperta nel database degli alleati. Insieme le due metà formavano un intero. Seguirono quella pista e, con grande imbarazzo dei rappresentanti britannici, scoprirono che portava in Inghilterra.Per gli americani si trattava della prova che il Regno Unito aveva subito un qualche tipo di intrusione a opera di sabotatori stranieri incredibilmente preparati, forse mercenari che operavano per conto di un governo ostile, verosimilmente armati. Occorreva quindi compiere un’irruzione in forze.I britannici, invece, visto che l’hacker sembrava risiedere in una casetta di un tranquillo quartiere di periferia di Luton, nella contea di Bedfordshire

Questo spiega l'azione dei commando e anche la telefonata del primo ministro Marjory Graham al suo consigliere per la sicurezza, un ex parà ma soprattutto ex agente dell'MI6, Adrian Weston.
Una vita passata a combattere i servizi segreti russi, il KGB nei paesi oltre la Cortina di Ferro affinché si occupasse della caccia a questo hacker abilissimo, chiamato “La volpe”.
Ma quando i soldati delle forze speciali fanno irruzione nella casa di Luton si trovano davanti una sorpresa:
Non trovarono stranieri, né mercenari o killer. Soltanto una famiglia di quattro persone che dormivano pesantemente. Un commercialista, già identificato come Harold Jennings, sua moglie Sue, e i suoi due figli, Luke di diciotto anni e Marcus di tredici. 
Per questo alle tre del mattino il sergente del SAS aveva pronunciato stupefatto la frase: «Non crederete mai...».

La Volpe è in realtà un ragazzo di diciotto anni con problemi di autismo, incapace di comunicare col mondo esterno ma abilissimo nel muoversi all'interno della rete.
Che fare ora di questo ragazzo? Sbatterlo in cella per tutta la vita come vorrebbe l'irascibile inquilino della Casa Bianca, col rischio di infilarsi in una causa decennale per lo scontro con gli avvocati della difesa?
Ad Adrian Weston viene in mente una soluzione congeniale per tutti: usare le abilità di Luke per controbattere agli attacchi informatici dei nemici dell'Inghilterra, perché la “guerra fredda” non è mai finita, si è solo interrotta dopo gli anni di Gorbaciov.

In Russia per esempio c'è un presidente, un ex agente dagli occhi di ghiaccio, un passato nei servizi russi, cresciuto all'ombra di Eltsin che ha basato il suo potere sul controllo della polizia, degli oligarchi che possiedono le ricchezze del paese e alla mafia russa.
Mentre Eltsin sprofondava sempre di più nel suo stupore alcolico, notò nella sua ombra un ex bullo della polizia segreta, un piccoletto dagli occhi gelidi che nutriva un'insana passione per foto omoerotiche di sé stesso

L'Iran degli Ayatollah, che ha preso in giro l'occidente promettendo che avrebbe smantellato il suo programma nucleare.

E poi la Corea del nord, il paese governato, anzi, mal governato dalla dinastia dei Kim, dove dietro l'apparenza di felicità, di pulizia, si nasconde una profonda povertà che l'occidente non può vedere.
Alla base della sconcertante docilità dei nordcoreani c'era la totale ignoranza di quanto accadeva nel mondo esterno. L'isolamento del paese da qualunque cosa era, a suo dire, totale. Non avevano radio da cui ascoltare trasmissioni straniere, né TV, né IPAD. Dal mattino alla sera e dalla sera al mattino erano bombardati dalla propaganda filogovernativa.

Sir Adrian decide di trasformare Luke in una nuova arma al servizio di sua maestà, per un'operazione dal nome “Cavallo di Troia”, scelta paradossale poiché ricorda le gesta dell'astuto Ulisse, per una sfida in cui si affrontano le più moderne tecnologie informatiche.

Luke e la sua famiglia vengono trasferiti in una casa di campagna, lontano da occhi indiscreti: qui potrà usare la sua abilità nel violare le difese informatiche per sfidare questi paesi, Russia, Iran e Corea appunto. Ma sarà una sfida pericolosa: dall'altra parte della Cortina c'è un altro uomo, anche lui cresciuto negli anni della guerra fredda a dar la caccia alle spie, a capo del servizio russo estero, SRV, erede del vecchio KGB.
Si chiama Yevgeni Krilov: quella tra Krilov e Winston sarà una vera e propria partita a scacchi, dove ogni mossa deve essere preparata bene, pensando alle strategie dell'avversario, cercando di immedesimarsi nell'altra persona.
Una sfida che lascerà dietro anche una serie di cadaveri: perché il presidente russo è stato categorico, quell'arma, quel ragazzo a cui nessun codice d'accesso sembra resistere, deve morire.
«Cosa vuole?» chiese Krilov alla figura incorniciata alla finestra.L'uomo si voltò, attraversò la stanza a grandi passi e posò le mani sulle spalle della spia seduca che, alzando lo sguardo, incrociò quei due occhi gelidi e furenti.«Voglio che finisca, Yevgeni Sergeivich, voglio che finisca. Non mi interessa come fai, di chi ti servi. E' la tua ultima occasione. L'ultima.»Krilov aveva ricevuto i suoi ordini. E anche l'ultimatum.

Anche in quest'ultimo romanzo, Forsyth si dimostra il maestro del genere spy thriller: possiamo leggere “La Volpe” come un romanzo di cappa e spada, di ricatti, spie, azioni di commando e sabotaggi.
Ma ci sono tanti rimandi all'attualità che fanno sorgere tante domande, sulle guerre sotterranee che avvengono nel mondo d'oggi e di cui non siamo a conoscenza.
Oppure di cui conosciamo la punta dell'Iceberg.
L'avvelenamento dell'ex spia Skripal.
L'abbattimento dell'aereo Malese sui cieli dell'Ucraina nel 2014.

Forsyth ci racconta anche delle fragilità delle dittature, in cui prima o poi si arriva al “momento Ceausescu”; e della corrispettiva fragilità delle democrazie, vulnerabili ai ricatti energetici (nel romanzo si parla dei gasdotti russi usati per condizionare le economie dei paesi occidentali), agli attacchi della cyber guerra.
All'insana passione che abbiamo, noi occidentali, per le dittature, dimenticandoci degli errori che Francia e Inghilterra commisero negli anni '30 quando sottovalutarono quel cancelliere tedesco coi baffetti.

Altri spunti
- La guerra al cyberterrorismo

La scheda del libro sul sito di Mondadori
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