01 febbraio 2019

November road, di Lou Berney

Incipit:

«Guarda! Big Easy nel suo massimo splendore!» Frank Guidry si fermò all’angolo di Toulouse Street per crogiolarsi nel riverbero delle luci al neon. Era vissuto a New Orleans per gran parte dei suoi trentasette anni, ma l’osceno luccichio del Quartiere Francese gli faceva ancora bollire il sangue nelle vene come una droga. Gente del posto e cafoni venuti da fuori, delinquenti d'ogni genere e prostitute, mangiatori di fuoco e illusionisti.

Un bel romanzo americano, dove le piccole storie dei personaggi, un uomo e una donna in fuga dal loro passato, si incrocia con la Storia con la S maiuscola, l'omicidio del presidente Kennedy.
Un romanzo che è anche un road movie, perché in questa fuga queste due persone attraversano un pezzo dell'America: vediamo scorrere le immagini del deserto del New Mexico, della provincia americana dell'Oklahoma, la Las Vegas degli anni sessanta .. un viaggio nella speranza di arrivare, vivi e con un futuro diverso davanti, a Los Angeles.

Ti ricordi dov'eri quando hanno ammazzato Kennedy?
22 novembre 1963, un folle assassino uccide, con due colpi di fucile, il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy, in visita a Dallas.
La commissione Warren stabilirà, anni dopo, che è stato veramente Lee Oswald a sparare quei colpi, con un fucile non automatico, a distanza di diverse decine di metri, con una visuale scarsa .. ma forse la storia è andata diversamente.
Un piccoletto con la faccia da topo e un occhio gonfio. Lee Harvey Oswald, così si chiamava, disse l’annunciatore. Sembrava disorientato e frastornato, come un bambino che si sveglia nel cuore della notte e spera che sia stato solo un incubo.

Ne sa qualcosa Frank Guidry, il braccio destro del braccio destro del boss mafioso Carlos Marcello, che è appena stato a Dallas per lasciar lì una macchina vicino alla biblioteca da cui sarebbero partiti i colpi. Una Cadillac Eldorado azzurra del 59 che, come in tante altre situazione analoghe, la procedura standard per garantire la fuga dell'assassino in molte esecuzioni importanti ordinate da Carlos. E Carlos è uno che odiava i due fratelli Kennnedy.
Forse era soltanto una coincidenza, si disse, la macchina parcheggiata per la fuga a due isolati da Dealey Plaza. Forse era solo una coincidenza il fatto che Carlos disprezzava i fratelli Kennedy più di chiunque altro sulla faccia della terra.

Non si può pensare di ammazzare un presidente pensando di farla franca, Guildry che è un uomo di relazioni, uno capace di cucire i rapporti con gli incorruttibili per conto del boss, ma soprattutto una persona con un cervello che sa far funzionare, comprende di essere custode di un segreto inconfessabile.
Quando qualche amico di Guildry, pure lui legato a quella storia, inizia a fare una brutta fine, capisce che tira brutta aria. Il boss sta facendo piazza pulita di tutte le pedine che possono portare a lui.
Meglio una fuga.

Carlotte Roy è invece una giovane donna della provincia americana, di Woodrow Oklahoma, una piccola cittadina, non solo come dimensioni ma anche come mentalità delle persone. Una cittadina da cui non si è mai allontanata, se non per pochi mesi
Aveva da poco compiuto diciassette anni, non si era mai allontanata da Woodrow e non conosceva nessuno. In ottobre, ad appena sei settimane dall’inizio del semestre, aveva fatto le valigie ed era tornata a casa di corsa. Aveva trovato un lavoro alla panetteria ..

Una casa, un lavoro in uno studio fotografico, col compito di abbellire foto di cresime e di matrimoni. Due bambine che hanno ereditato dalla madre la stessa espressione ma con due caratteri diversi, quasi all'opposto.
Una vita sempre uguale, con poche aspettative di cambiamento, anche per colpa di quelle paure per cambiare strada instillate dagli insegnamenti della madre
C’è sempre una strada più accidentata di quella su cui stai guidando, l’aveva ammonita sua madre ogni volta che ce n’era l’occasione. Accontentati di ciò che hai, in altre parole, perché l’alternativa è probabilmente anche peggiore.

Accontentarsi per non correre il rischio di cambiare strada e trovarsi peggio: ma è difficile accontentarsi di quella vita specie se si ha un marito col vizio del bere, Dooley, che da ubriaco diventava come l'onda che si abbatte sullo scoglio.
Quando si hanno delle ambizioni, come quella di diventare fotografa, che nessuno ti aiuta a raggiungere.
Anche per Charlotte, Charlie, arriva il momento di “rettificare” la sua vita, prendendo per una volta una scelta di testa sua: partire, assieme alle bambine e al cane, verso la California, da quella zia che vive a Los Angeles
«Bambine» disse. «Fate le valigie.»
«Andiamo da qualche parte?» chiese Rosemary, felice.
«Quando partiamo?» A volte Charlotte sognava di poter volare. Tornava ai tempi della scuola, di nuovo bambina, e all’improvviso si ritrovava a librarsi senza peso

Per Frank non è questione di cambiare vita: sa che deve andare avanti, per sfuggire ai sicari che Carlos gli ha messo alle calcagna. Perché anche se lui è l'uomo importante, uno che “apriva porte da cui piovevano soldi e relazioni importanti”, Frank sa che nell'organizzazione nessuno è indispensabile. Specie se si si corre il rischio di finire indagati dall'FBI e dalla commissione Warren.
Sarebbe sempre stato un uomo che viaggia da solo, un individuo fra i trenta e i quaranta, peso e altezza nella media, capelli scuri, occhi verdi, e una fossetta sul mento. Non poteva cambiare niente di tutto questo. O sì? Un’idea cominciò a farsi strada nella sua testa.

Sparire è difficile, specie se ci si muove da solo e gli occhi di Carlos sono dappertutto nel paese. Serve un modo per mimetizzarsi: l'incontro con quella donna, in giro da sola con le sue due figlie e con la macchina in panne, forse è l'unica occasione per rimanere vivi.
E non solo.
«Sto andando anch’io a Los Angeles, no? C’è un sacco di spazio nella mia macchina. E hai visto quanto sono simpatico ai cani.» Lei l’aveva osservato, più sorpresa che diffidente. Ma in quell’istante Guidry aveva avuto la certezza che quella donna riusciva a guardargli dentro.

L'incontro tra Frank e Charlotte si trasformerà in qualcosa che va oltre il mimetizzarsi come una delle tante famiglie in vacanza.
Quel viaggio, lungo il Grand Canyon, il deserto, cambierà per sempre la vita di entrambi.
Perché Frank non potrebbe essere un marito, un padre? Certo, un pessimo marito, un pessimo padre, non avendolo mai fatto prima.
E anche Charlotte si rende conto che quella sua “fuga dall'Egitto” l'ha trasformata in una donna diversa:
Nella sua vita Charlotte non era mai stata di mattoni, e nemmeno di legno – lei era fatta di paglia, la casa che il lupo butta giù con un soffio.

Un futuro diverso per lei e per le figlie, la possibilità di cambiare quel destino, di provare ad essere quello che si voleva essere veramente.
Ma non a tutti è concesso di innamorarsi, specie se si ha un killer spietato alle calcagna.

November road è un romanzo profondamente americano, ricco di immagini che vediamo scorrere come se fossimo davanti al finestrino della macchina, che ci racconta della criminalità e delle sue regole (e fa leggere il delitto Kennedy sotto una nuova luce).
E' la storia di due estranei che si incontrano e che in questo viaggio condividono una speranza. Si parla di sogni, si parla dell'amore e della complessità di dover prendere delle scelte.
Prima che siano gli altri a prenderle per te e non sempre quelle giuste.
Mackey rimase in attesa. Guidry si allentò il nodo della cravatta. La vita è così. Una serie di rapidi calcoli: lo spostamento dei pesi, l’equilibrio della bilancia. La sola decisione infelice è quella che lasci prendere a un altro.

La scheda sul sito dell'editore Harper Collins e il sito dell'autore Lou Barney.
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