12 luglio 2019

L'Italia dei dossier e degli scoop






Noi facciamo questo, qui. Cataloghiamo, archiviamo, selezioniamo e infine contribuiamo a creare e diffondere la verità. Ma tu sai bene, Nora, che la verità non esiste: chi si ostina a cercarla merita il castigo di trovare la peggiore possibile. Di trovarne una, intendo, che punisca la sua presunzione.Le verità sono fatte di trame verosimili, ma prima di ogni altra cosa devono essere credibili e dunque credute. A cosa serve una verità a cui nessuno crede, dimmi.A cosa serve sapersi innocenti di un delitto se le prove e i giurati dicono il contrario, se l'opinione pubblica ti condanna, A cosa se non puoi fare in modo che la tua reputazione pubblica corrisponda alla tua privata certezza .. [Nella Notte - Concita De Gregorio] 

Ma allora, la storia dei rubli russi a Salvini, per finanziare la campagna elettorale (e le campagne elettorali costano) è vera oppure è solo un complotto per colpire il leader sovranista e bloccare l'azione del suo governo (e il volere di 22 milioni di italiani, come scrive Libero)?
Sto leggendo il libro di Concita De Gregorio, Nella notte, dove si parla di un centro studi che in realtà è una fabbrica di dossier, dove si costruiscono verità credibili anche se non vere.
Verità usate per condizionare l'opinione pubblica, per distogliere l'attenzione da questioni più importante o per portare avanti guerre nascoste tra gruppi di potere o tra partiti.

Il libro della De Gregorio parla della guerra dei dossier del 2009: gli articoli di Feltri su Boffo, il ricatto all'ex governatore Marrazzo e, dall'altra parte della barricata, le giovani vergini che si consegnavano a Berlusconi, dalla D'Addario agli incontri con Noemi Letizia..

Siamo anche passati alla terza repubblica (almeno così l'hanno battezzata i nuovi governanti del governo del cambiamento), ma l'Italia dei dossier non è cambiata.

Riporto un passaggio del post di Alessandro Gilioli di oggi, su questa vicenda

Però è curioso che su quei "pettegolezzi giornalistici" la Procura di Milano abbia invece aperto un fascicolo - e non in questi giorni ma cinque mesi fa, quando uscì l'inchiesta di Tizian e Vergine.
Però è curioso che la presidente Casellati sia così avvelenata con L'Espresso: forse la cosa ha qualcosa a che fare con questa recente inchiesta in cui appare pure lei?
 
Però è curioso come oggi Salvini si riferisca a Gianluca Savoini parlando di "qualche millantatore", a voi non ricorda Craxi che parlava di "qualche mariuolo"? Comunque Savoini è amico e stretto collaboratore di Salvini da quasi trent'anni - lo dice lui, Savoini, mica io. 
Però è curioso che Salvini non abbia mai smentito una parola di quell'inchiesta dell'Espresso né abbia dato seguito alla minaccia di querela. La farà davvero ora, una querela? E per cosa querelerà poi, per diffusione di notizie vere e documentate? 
Però è curioso che quando uscì l'inchiesta di Tizian e Vergine il 99 per cento della politica (Pd incluso) e il 90 per cento dei media abbia ignorato la cosa, pur essendo tutto riscontrato,  documentato e ulteriormente documentabile. C'è voluto un sito straniero per smuovere le cose - e questa è cosa tipica della melma italiana, in cui si mescolano piccole invidie professionali e grandi provincialismi. 
Però è curioso che quando L'Espresso ha rivelato i gigli neri del Pd quelli del M5S si siano scatenati mentre adesso se ne stanno così prudenti, al massimo bofonchiano un "serve trasparenza" (Di Maio), un "ho fiducia sia nella magistratura sia in Salvini" (Conte). E comunque ieri si sono bevuti muti muti una Casellati uguale a quando sosteneva che Ruby era la nipote di Mubarak. 
Però sono curiosi quelli che "anche il Pci prendeva i rubli": sì, certo, 60 anni fa, quella è storia, c'era la Guerra fredda, Washington che finanziava la Dc eccetera. Ora il Pci non esiste più e l'Unione sovietica nemmeno, mi pare. E qui si parla non del 1958 ma dell'ottobre 2018, e di un nazista amico del vicepremier che va a trattare finanziamenti per la Lega con un autocrate orgogliosamente illiberale. Sempre nel 2018. Non so, vedete voi se i rubli dell'URSS a Togliatti c'entrano qualcosa.





PS: un aggiornamento, pare che Savoini fosse presente al tavolo con Putin ma a "sua insaputa" (sua di Salvini).
Anche qui, una vecchia scusa che funziona sempre

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