11 settembre 2019

Il fascismo in Italia

Il fascismo in Italia è stato tante cose: il fascismo della camicia nera, del fez, dei balilla per indottrinare i bambini da piccoli e delle corporazioni per controllare l'economia in tutte le sue parti.
Poi c'è il fascismo che ci portiamo dentro: il maschilismo anche coatto, la donna come angelo del focolare, la legge del più forte, l'homo homini lupus, io so io e voi nun siete un cazzo, il cattolicesimo di facciata (con tanto di simboli religiosi da sventolare in pubblico).

E, infine, c'è anche il fascismo come braccio armato dei poteri deviati del nostro Stato: di questo aveva fatto parte Stefano Delle Chiaie, neofascista, fondatore di Avanguardia Nazionale, indagato per diversi episodi della strategia della tensione e per le stragi di Milano e Bologna, ma sempre assolto.
Latitante in sudamerica, consigliere di Franco e poi, tornato in Italia, una delle anime della destra fascista romana.
Ieri unquotidiano online lo aveva definito "anima nobile" della destra, grazie al cielo ha poi rettificato il titolo.
Di nobile, in personaggi come Delle Chiaie, Freda, Borghese, c'era ben poco.

Avrebbe potuto raccontare tante cose degli anni della strategia della tensione, la guerra fredda che in Italia fu combattuta a colpi di attentati, operazioni sporche, false flag contro gli anarchici, contro i rossi, per tener ben ancorato al centro l'asse politico del paese, per frenare ogni tentati di riforma progressista del nostro paese.
Oggi a malapena ci ricordiamo di Piazza Fontana e se chiedi a qualcuno del golpe dell'Immacolata chissà cosa ti risponde.
Abbiamo dimenticato, rimosso, cancellato: le morti, i servizi deviati, Jalta che bloccava il sistema politico italiano, Gladio e Stay Behind, i politici che sapevano e per una ragione di Stato sono stati zitti.
Così oggi Borghezio, ex Ordine Nuovo, ex europarlamentare leghista se ne può uscire con queste dichiarazioni
Stefano Delle Chiaie è “un soldato politico nella rivoluzione nazionale”, ma anche “un vero combattente, in un Paese ne nasce uno ogni 100 anni“.
Sul Fatto Quotidiano Gianni Barbacetto ce lo ricorda, chi sia stato Delle Chiaie:
Fascista, “er Caccola”. A 14 anni aderisce al Movimento sociale italiano, sezione Appio-Tuscolano di Roma. A 20 anni lascia il Msi per seguire Pino Rauti che fonda Ordine nuovo. Nel 1962 non gli basta neppure On e si costruisce un movimento su misura, Avanguardia nazionale. Ordine nuovo e Avanguardia nazionale saranno il vivaio della “guerra non ortodossa” combattuta in Italia a suon di attentati e stragi da attribuire ai “rossi”, per poi tentare il golpe che avrebbe ristabilito l’ordine. Viene teorizzata nel 1965 in un convegno all’hotel Parco dei Principi, a Roma, organizzato dall’istituto Pollio, espressione degli ambienti militari italiani e atlantici. Ha una prima applicazione l’anno successivo, quando lo Stato (l’Ufficio affari riservati del ministero dell’Interno, regno dell’ineffabile Federico Umberto D’Amato) paga e fa stampare “manifesti cinesi” che inneggiano a Mao e attaccano il Pci. Ad attacchinarli sui muri delle città italiane sono le squadre nere di Delle Chiaie e di Ordine nuovo. Poi la parola passa alle bombe. Bombe “rosse”, nel 1969, sui treni, alla stazione Centrale di Milano, alla Fiera. In realtà nere: sono sempre On e An a entrare in azione. Fino all’attentato del 12 dicembre. Nel gruppo anarchico del colpevole designato, Pietro Valpreda, è infiltrato Mario Merlino, fascista e amico di “er Caccola”. Un anno dopo, Delle Chiaie guida la squadra di An che, durante il tentato golpe Borghese, la notte del 7 dicembre 1970 entra in armi fin dentro il Viminale. Sarà uno sconosciuto massone di nome Licio Gelli a ordinare ai golpisti (su input Usa?) la ritirata. Indagato per piazza Fontana, Delle Chiaie scappa nella Spagna franchista, poi nell’America latina delle dittature militari. Non sta con le mani in mano. Forma gruppi paramilitari per combattere l’Eta basca in Spagna e per la repressione nel Cile di Pinochet. Specialista in “lavori sporchi”, “er Caccola”: in Italia e all’estero, per conto di poteri che lo hanno usato mentre lui si vantava di usarli. Dopo la strage dell’Italicus (1974), il suo camerata Augusto Cauchi, generosamente finanziato da Gelli, fugge dall’Italia e all’estero si rifugia proprio da lui. Delle Chiaie è inseguito dalle indagini, ma mai raggiunto dalle sentenze, anche quando, arrestato a Caracas, viene riportato in Italia. Non ci sono prove sufficienti per gli attentati del 1969 a Roma contemporanei alla bomba di piazza Fontana; per gli attentati ai treni al Sud; per le attività eversive ben documentate dal giudice Guido Salvini; per la strage di Bologna. Colleziona assoluzioni. 
Torna in azione nei primi anni Novanta, quando scoppia una nuova strategia della tensione. Mani pulite fa esplodere il sistema dei partiti della Prima Repubblica e Delle Chiaie fonda la Lega Nazionale Popolare, che si propone di dare vita – insieme a massoni e ai mafiosi di Leoluca Bagarella impegnato nelle stragi del 1993 – a una Lega del Sud che con la Lega di Bossi provi a spartirsi il Paese. È il momento cruciale della trattativa Stato-mafia. Poi il progetto Lega del Sud, o Lega delle Leghe, tramonta, dopo che Marcello Dell’Utri s’impegna, con Forza Italia, a dare uno sbocco più sicuro alla crisi. Quante storie sotterranee avrebbe potuto raccontare “er Caccola”. Se le porta nella tomba per sempre.

C'è una foto, che racconto dell'ambiguità quell'arcipelago nero: la foto di gruppo davanti l'università di Valle Giulia a Roma, prima degli scontri con la polizia.



Non sono giovani di sinistra, ma sono neofascisti appartenenti a gruppi come Avanguardia Nazionale. Tonino Fiore (un dirigente di Avanguardia Nazionale) e Mario Merlino (con un'asta in mano e una molotov nell'altra); Adriano Mulas militante di Avanguardia, Roberto Palotto, Adriano Tilgher (che sta per lanciare un sanpietrino), Stefano Bettini del Fuan Caravella; Franco Palitto dirigente del gruppo Primula Goliardica, Stefano Delle Chiaie, Guido Paglia …

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