02 novembre 2019

Quella sua puerile voce


«L’italiano non è l’italiano: è il ragionare» disse il professore. «Con meno italiano, lei sarebbe forse ancora più in alto». La battuta era feroce.
Sciascia – Una storia semplice

Si parte sempre dai classici, almeno per chi li ha letti veramente (e non cita copiando da google): più il linguaggio si impoverisce, più il ragionare si impoverisce, ci diceva Sciascia nel suo breve romanzo. Oggi abbiamo fatto profitto di questo insegnamento, ma in senso contrario a quello dello scrittore siciliano.
Il linguaggio che vediamo usato nelle trasmissioni, da parte dei rappresentanti, perfino sui giornali, è un italiano ridotto ai minimi termini, non solo per l'uso delle parole (rottamare, asfaltare, demolire), ma anche per l'assenza di un ragionare dietro.

Nell'anniversario della morte di Pasolini, verrebbe da chiedersi cosa direbbe della televisione di oggi, del linguaggio dei social che oggi è diventato la lingua franca: un linguaggio che parla all'emotività delle persone e non alla loro testa, pochi slogan che sembrano più simili ad uno spot pubblicitario che non ad un articolato discorso programmatico di un politico.

L'invasione, la sostituzione etnica, il partito del no alle tasse ..

No, temo che oggi Pasolini nemmeno riuscirebbe a mettere piedi in una trasmissione televisiva e forse sarebbe proprio lui a non volerci entrare.
Perché sarebbe come il saggio che indica la luna.

Peccato però, perché di questo passo, a furia di abbassare il livello del ragionare e dell'italiano, rimarranno solo grugniti, urla e insulti.
“Mostrare la mia faccia, la mia magrezza - alzare la mia sola puerile voce - non ha più senso”: così scriveva nella poesia La Guinea: si riferiva alla nostra intelligenza, al nostro giudizio, di italiani costretti a vivere in un eterno presente, in una continua campagna elettorale, sempre più preda dei nostri egoismi, avendo perso quel collante che una volta erano le comunità e che lo stato non ha mai saputo essere.

Io muoio, ed anche questo mi nuoce.

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