20 dicembre 2019

A Milano si vive bene

A Milano si vive bene. Lo dice la classifica del Sole 24 ore, lo dicono i TG regionali e nazionali e dunque sarà vero.
Il modello Milano, il modello Expo, il modello Sala ... ah, se tutti facessero come Milano.
Milano è una città piena di eventi, si trovano ottimi posti per gli aperitivi, nel fine settimana è invasa da turisti, ha ben 4 linee della metropolitana, wi fi quasi ovunque.
Ci sono i grattacieli e altri cantieri verranno aperti per le imminenti olimpiadi che, ci assicurano, saranno light, non saranno la solita speculazione edilizia e un favore per i costruttori (come già successo a Torino e a Roma per le passate olimpiadi invernali e di nuoto).

Ecco. Tutto bello, ma c'è un ma.
A Milano chi sta già bene continua a stare meglio.
Chi vive in centro, chi abita vicino ai mezzi, chi ha un bel lavoro, chi non ha problemi di precariato, di salari da fame .. si, per queste persone la vita a Milano è bella.
Per quelli che ricevono il sushi a pranzo dai rider la vita è bella.
Per quelli che stanno dall'altra parte della bicicletta, i rider, forse la vita è meno bella.
Per quelli come me che prendono il treno ogni mattina per arrivare a Milano, la vita da pendolare è meno bella.
Per chi respira l'aria di Milano, la vita è a rischio (e non mi sembra che a Milano si stia rimboschendo la città).

A Milano ci sono tanti eventi, ma le librerie e i cinema stanno chiudendo.
Le persone che abitano a Milano devono pagare affitti cari per le case (e se vogliono comprare case apriti mutuo).

A Milano si vive bene, se si fa la media come i polli di Trilussa: scrive Alessandro Robecchi


Del resto, il primato di Milano, se ci aggiungiamo anche l’exploit della Brianza Ridens (Monza e Brianza sale al sesto posto, dal ventesimo di quattro anni fa) non è che la conferma di quel che si sapeva: il Nord nelle alte posizioni, il Centro piazzato decentemente, il Sud tramortito ai piani bassi della classifica. Nelle prime venti posizioni (con l’eccezione di Roma e Cagliari) c’è solo Nord; nelle ultime venti (con l’eccezione di Rieti e Imperia) c’è solo Sud, e la prima città meridionale in classifica è Bari, sessantasettesima.Rimane aperto il quesito iniziale, cioè se si possa veramente disegnare una mappa della “qualità della vita”, ma è argomento troppo vasto per questa piccola rubrica. Tocca accettare la media come ulteriore beffa a chi viene per ultimo, a chi la abbassa, a chi non è primo per reddito, né per depositi bancari, oppure a chi nella tabella Affari & Lavoro non può dire quanti lavori o lavoretti deve fare per mettere insieme un reddito quasi intero. Spiacenti, la classifica ci dà la media, il famoso pollo di Trilussa, la cui funzione specifica è compattare gli estremi, il reddito medio è quello di chi ordina il sushi più il reddito di chi glielo porta in bicicletta, diviso per due. La qualità della vita, la testa nel forno, i piedi nel congelatore, appunto.

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