Sembra non provare emozioni il protagonista di questa storia, un ex militante di uno dei gruppi di estrema sinistra, dell'Italia degli anni 70. Scappato per sfuggire ad una condanna di omicidio, trova rifugio in centromanerica. Scappato anche dal centroamerica, stanco della guerriglia, per ritornare a casa.
Giorgio, questo è il suo nome, ha solo intenzione di lasciarsi alle spalle il passato e le lotte politiche, nelle quali, forse non ha mai creduto. Per evitare di scontare la pena, diventa confidente di un'agente della Digos, nemmeno lui tanto pulito ma, anzi dedito a lavoretti "sporchi" per incrementare i guadagni. Dopo pochi anni di galera, esce con l'obbiettivo di uscire dal letamaio in cui si trova. Per questo ha bisogno di soldi, molti, ma non ha nessuna voglia di rimanere un piccolo "malavitoso".
Senza emozioni dicevo, oltre al piacere di uccidere, magari con un colpo alla nuca: in effetti il libro è la rassegna della sua carriera criminale: prima come spacciatore in un night club nel nord-est, poi come rapinatore, con l'aiuto di Anedda, il poliziotto "bello di fuori e marcio dentro", guardiano delle ragazze di un lap dance, infine "onesto" ristoratore ....
Ogni capitolo del libro è chiamato col nome della donna che, in quel momento è legata a Giorgio. Intendiamoci, non si parla di legami affettivi: non ne sarebbe capace. L'unico pensiero per una donna, è quello di portarsela a letto, come fossero degli oggetti da dominare. Da Flora a Francisca, fino a Roberta, usata per riabilitarsi agli occhi delle persone del paese, poi uccisa perchè testimone scomodo, senza nessun rimorso.
Carlotto ha utilizzato un linguaggio crudo ed essenziale, con cui il protagonista parla in prima persona delle sue imprese, nessuna raffinatezza stilistica per descrivere le sue gesta, del resto neanche il personaggio presenta alcuna raffinatezza di stile o di pensiero.
Sul retro del libro si definisce Carlotto un James Ellroy italiano per lo stile del racconto e dei personaggi che crea. A me ricorda più il protagonista di "Noi saremo tutto", di Valerio Evangelisti, Eddie Florio, anche per la capacità di distruggere tutte le donne che trova sul sul cammino.
Oltre all'affresco dei personaggi ambigui, quando non proprio criminali, Carlotto traccia un ritratto del ricco nord-est, dove Giorgio si trasferisce, con i soldi della rapina, per rifarsi una vita e ottenere la sospirata riabilitazione passati i cinque anni dalla scarcerazione. Ecco cosa dice: "Brianese (l'avvocato che gli sta rifacendo la verginità penale) aveva capito che il modello economico del nord est, la famosa locomotiva, com'era chiamata dai media, dove economia lagale ed illegale si fondevano in un unico sistema, offriva la possibilità di arricchirsi e di costruirsi una discreta posizione di potere. E lui ne approfittava con intelligenza e saggezza. Affari, crimine e politica. La mafia, quella nuova, aveva fatto scuola. Tra i suoi più stretti collaboratori figuravano diversi ex politici e amministratori pubblici, finiti nei guai con Tangentopoli. [...] La maggioranza militava nell'area di centro destra, sognando di regolare i conti con quella parte della magistratura che li aveva messi sotto inchiesta e con quelle forze politiche che l'aveva appoggiata".
E' un libro di denuncia, della parte nera o oscura dell'Italia: finanzieri senza scrupoli, ex politici corrotti ora alla ribalta, avvocati e poliziotti legati alla criminalità. Un mondo di gente, per dirla alla Carlotto, bella di fuori e marcia di dentro.
I link su bol e ibs. Il sito ufficiale di Massimo Carlotto è qui.
Technorati: Massimo Carlotto, noir
"Arrivederci amore, ciao" è un noir estremamente reale nei soi meccanismi corrotti di sviluppo della storia. Un noir per niente consolatorio. Un noir che tratteggia con freddezza, come quella di un killer, un'Italia dedita al qualunquismo, alla mediocrità nel tentativo di riuscire ad ogni costo. Un nordest squallido, criminale politico o malavitoso, puttaniere e pappone allo stesso tempo. Un nordest all'insegna della nascita del berlusconismo più misero e nascosto (siamo negli anni 90) quello più cruento, malavita imprenditoriale. Ognuno integerrimo di fronte alla società, cocainomani, armati di pistola o assegni. Pellegrini è solo uno dei tanti...
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