“Con una vecchia fotografia in mano, un giovane studente, che si chiama Jonathan Safran Foer, visita l'Ucraina per trovare Augustine, la donna che può aver salvato suo nonno dai nazisti. Jonathan è accompagnato nella sua ricerca da un coetaneo ucraino, Alexander Perchov, detto Alex. ”
Tre storie si alternano in questo primo libro di Foer: la prima è la ricerca della donna che salvò il nonno di Jonathan durante la guerra. Per la ricerca si rivolge ad un'agenzia di viaggio ucraina “Viaggi tradizione”: parte così in macchina assieme ad un coetaneo, Alexander, al nonno di questi e ad una cagnetta di nome Sammy Davis Jr. Con la fotografia della donna, che forse si chiama Augustine e che non sanno nemmeno se sia ancora viva, partono alla sua ricerca.
La storia della ricerca si alterna alla storia del villaggio di Trachimbrod, sempre in Ucraina: dalle origini, a fine 1700, quando un carro si rovescia nelle acque del fiume Brod, uccidendo il conducente, di nome Trachim. Dalle acque emerge la bis-bis .. nonna di Jonathan. A partire da questa antenata del protagonista, seguendo la sua progenie e quella degli altri abitanto del villaggio, si racconta la sua storia, fino alla sua tragica distruzione, da parte dei nazisti, nella seconda guerra mondiale.
Infine, il rapporto epistolare tra Jonathan e Alexander, nel quale si confrontano sulle bozze del libro che Alexander sta scrivendo, come frutto del loro viaggio.
Un libro che sembra scritto per rendere difficile la vita del lettore: uno stile articolato, nel quale eventi del passato e del futuro si mescolano. Nel quale la storia della ricerca di Augustine è raccontata nell'inglese sconclusionato di Alexander, divertente per gli errori contenuti, nel quale la storia del villaggio di TrachimBrod è raccontata facendo uso temini Yiddish e del mondo ebraico: shetl, la pallina d'abaco per ricordare una colpa commessa, macellazioni Kosher, i rotoli della Torah ..
Anche se è forte la tentazione di abbandonare il libro dopo le prime 50 pagine, è bene fare lo sforzo di arrivare fino in fondo: per comprendere appieno il senso del racconto. Un libro che diverte, come nella scena del ristorante o come nel racconto del viaggio in macchina con cane e nonno cieco alla guida. Ma che sa anche diventare appassionante, nel racconto dell'antenata di Jonathan, o molto forte e cupo, come nel racconto della distruzione del villaggio. Le pagine dell'assalto tedesco sono dure, violente, raccontate in uno stile originale, sgrammaticato, veloce, commovente. Un'opera sempre in bilico tra fantastico e irreale (un antenato di Jonathan che viene diviene, dopo morto, un simulacro da adorare) e verità storica. In bilico come i personaggi, sempre alla ricerca dell'amore, che sembrano non raggiungere mai.
Mi sono chiesto cosa avesse voluto dire, l'autore, col titolo di “Ogni cosa è illuminata” e perchè avesse mescolato assieme storie del passato e del presente. Il titolo sta a significare che ogni pezzo della nostra storia (che nel libro è rappresentato dagli oggetti che Augustine conserva), della nostra memoria è importante e non deve essere perso. E' la memoria del passato che serve ad illuminare il nostro futuro.
Technorati: Jonathan Safran Foer
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Stupendo questo libro, io l'ho adorato!! Ora è uscito il romanzo d'esordio di sua moglie, Nicole Krauss, "La storia d'amore"...lo leggerò al più presto!
RispondiEliminama che dici? è un libro scritto in stile disorsivo, vivace, semplice. abbbandonarlo nelle prime 50 pagine?! ma se ti cattura e ti ipnotizza con il suo stile favoloso e i suoi mille misteri!
RispondiEliminaconcordo su ciò che dici riguardo la ricerca dell'amore...
libro meraviglioso, non perdetevi il succesivo di foer, ma la traduzione italiana taglia completamente fuori la parte più divertente, cioè lo stile della parte scritta da alex... un inglese divertentissimo e contaminato dallo slang dei video hip hop... infatti everything is illuminated non vuol dire affatto che ogni cosa è importante, ma semplicemente "tutto è chiaro", cioè tutti i misteri sono stati svelati...
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