31 dicembre 2005

Almost blue di Carlo Lucarelli

My lighting's flashing across the sky
You're only young but you gonna die
...
I got my bell, I'm gonna take you to hell
I'm gonna get you, Satan get youHell's Bells
Ac/Dc Hell's Bells

Un serial Killer, una poliziotta giovane dell'UACS (unità Analisi per Crimini Violenti), e un ragazzo cieco, che conosce il mondo solo in base agli odori e ai suoni. Questi gli ingredienti del noir di Lucarelli, che al solito clichè del serial killer e del poliziotto sulle sue tracce aggiunge lo spunto originale del testimone: Simone, un ragazzo non vedente che col suo scanner segue tutte le voci della città, sul suono della canzone "Almost Blue".

Diventerà l'unica arma per l'ispettrice Grazia Negro: perchè Simone è in grado di riconoscere la voce dell'iguana (così è stato chiamato il serial killer). Questo è l'aspetto più originale del libro, la sua multisensorialità.
Simone non conosce le forme e il significato degli aggettivi per descriverle. Per lui i colori hanno un altro significato:
Hanno una voce, i colori, un suono, come tutte le cose. Un rumore che li distingue e che posso riconoscere. E capire. L'azzurro, per esempio, con quella zeta in mezzo è il colore dello zucchero, delle zebre e delle zanzare. I vasi, i viali e le volpi sono viola e giallo è il colore acuto di uno strillo. E il nero, io non riesco a immaginarlo ma so che è il colore del nulla, del niente, del vuoto. Però non è solo una questione di assonanza. Ci sono colori che per me significano qualcosa per l'idea che contengono. Per il rumore dell'idea che contengono. Il verde, per esempio, con quella erre raschiante, che gratta in mezzo e prude e scortica la pelle, è il colore di una cosa che brucia, come il sole. Tutti i colori che iniziano con la b, invece, sono belli. Come il bianco o il biondo. O il blu, che è bellissimo. Ecco, ad esempio, per me una bella ragazza, per essere davvero bella, dovrebbe avere la pelle bianca e i capelli biondi.
Ma se fosse veramente bella, allora avrebbe i capelli blu.


Anche le voci hanno dei colori. Per Simone la voce dell'Iguana è verde: fredda, finta, stretta .. come se dovesse trattenerla per non farsela scappare dalla lingua. Come se ci fosse qualcos'altro che si muoveva sotto.

L'iguana è così chiamato perchè, come il rettile, cambia pelle trasformandosi nelle sue vittime; non viene descritto alla "solita" maniera: come nello stile di Lucarelli, del suo aspetto fisico non viene detto quasi nulla. Ma è descritto tramite le sue sensazioni, dall'interno: le campane dell'inferno che rimbombano nella sua mente (da cui cerca di sfuggire), l'animale che si muove sotto la sua pelle, la sensazione di freddo che prova quando come un feto nudo si tramuta in un altro corpo ...

E attorno a tutto Bologna, che non è come tutte le altre città: perchè non è soltanto grande, è anche complicata. E contradditoria ... freddo polare d'inverno e caldo tropicale d'estate. Comune rosso e cooperative miliardarie. Quatto mafie diverse che invece di spararsi addosso riciclano i soldi della droga di tutta l'Italia. Tortellini e satanisti. Questa città non è quello che sembra, ispettore, questa città ha sempre una metà nascosta.

L'intervista a Lucarelli su cafeletterario, il suo blog e il sito del film, tratto dal libro, con la regia di Alex Infascelli.
I link su bol e ibs.
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