24 febbraio 2006

Beretta connection

L'inchiesta dell'Espresso parla di un traffico di pistole Beretta italiane finite in Iraq. Ma dalla parte sbagliata: ai guerriglieri iraqeni (terroristi? partigiani? come li dobbiamo chiamare allora? sostenitori del made in Italy?)

È accaduto l'8 febbraio, quando nel decreto per le Olimpiadi, approvato dalla maggioranza a colpi di fiducia, è spuntato un articolo che non riguarda le gare di sci, quelle di bob o la sicurezza dei Giochi, ma la compravendita delle armi da guerra. Due righe in tutto con cui il governo permette ai fabbricanti di mitragliatrici e fucili anche "la riparazione delle armi prodotte" e "le attività commerciali connesse". Nove parole dietro le quali si nasconde l'ennesima legge ad personam, anzi ad armam. Una legge che salva le pistole di un caro amico e sostenitore del leader di Forza Italia, Ugo Gussalli Beretta, patron dell'omonima industria di Gardone Val Trompia, e soprattutto tenta di mettere la sordina a uno scandalo con pochi precedenti: la svendita da parte del Viminale di migliaia di pistole della Polizia che oggi sparano in Iraq non solo in mano alle forze dell'ordine locali, ma anche in quelle degli amici di Al Zarqawi.

Complimenti questa maggioranza che le pensa tutte pur di rilanciare l'industria italiana.

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15 commenti:

  1. Non tutti sanno che i sistemi di puntamento per missili atomici in possesso dell'Iran sono stati venduti dall'Italia, proprio mentre Berlusconi era ministro degli esteri ad hinterim...

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  2. eh si, visto che ci divertiamo a vedere morire gli italiani vendiamo le armi al "nemico"... ma ci credete veramente quando dite certe cose????

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  3. C'è un'inchiesta in corso, oltre all'articolo dell'Espresso.
    Ma probabilmente a Vincenzo basta la parola del boss ...
    Una domandina vincenzo: come mai il decreto per la riparazione delle armi è finito nel calderone delle olimpiadi per Torino?

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  4. Parla un rapporto dei carabinieri, del 14 febbraio 2005, dove sta scritto "alcune pistole beretta 92s erano state rinvenute in possesso di forze ostili".
    Non lo dico io: lo dicono i carabinieri di stanza in Iraq (sempre riportato dall'articolo, se avete la voglia di leggervelo)

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  5. io sto parlando della fornitura delle armi. non credo che qualcuno si sia mai sognato di rifornire di armi gruppi terroristici. Se poi qualcuno ci ha mangato sopra è un'altra cosa. Che lo si trovi e gli si dia quel che si merita. Ma non venite a dirmi che al governo qualcuno ha deciso di rifornire di armi i terroristi...
    @Wild: meglio che non ti rispondo!

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  6. Infatti il punto è questo: il governo ha permesso aalla ditta Beretta di fare l'affare con le armi possefute dalla polizia italiana e ora in disuso. Come siano finite in mano ai ribelli è un altro paio di maniche.
    Lo scandalo è una legge fatta apposta per l'amico.

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  7. la legge è una legge che sblocca quelle armi. pensate ad una cosa: se non fosse stato berlusconi al governo e la legge fosse stata promulgata ugualmente, avreste fatto lo stesso casino? se non sbaglio i carabinieri di stanza in iraq non si lamentano del fatto che la polizia locale usi le loro vecchie armi, ma del fatto che questie siano finite in mano a "forze ostili", no?

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  8. Se l'avesse fatto la sinistra a quest'ora sai il macello! Ma poco importa: la legge è stata fatta per fare un favore ed è passata sotto silenzio.
    Il problema è che la Beretta rischia di perdere la licenza di fabbricazione, oltre all'affare valutato oltre due milioni e mezzo di euro

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  9. se stiamo qua a discuterne non credo che ci sia tutto questo silenzio...

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  10. Rimane una discussione su un blog ...

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  11. no, perchè come stiamo qua a discuterne noi, ne discutono anche altri. ne discutono tutti. anche sulla stampa

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  12. OK: aspettiamo l'esito dell'inchiesta, allora

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  13. non vedo dove sia il problema

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Mi raccomando, siate umani