19 settembre 2006

Dalla Cina con stupore

Lo stupore è nel sentire certe parole ad un leader molto di centro ma anche di sinistra. Prodi ha chiesto la fine all'embargo europeo sulla vendita di armi alla Cina.
E' vero che la Cina può sempre rifornirsi da altri paesi e che l'embargo (che fu introdotto ai tempi della repressione nel sangue dei movimenti che nel 1989 chiedevano libertà) "serve solo ad irritare il governo cinese, che lo considera alla stregua di una 'discriminazione'.",
ma pur di vendere qualche Beretta in più dobbiamo chuidere gli occhi di fronte a tutto?

Tanto più che sulla questione dei diritti civili il nostro governo non ha posto diktat a quello cinese:
"Quello dei diritti umani, civili, religiosi e la libertà di stampa sono temi per i quali l’opinione pubblica italiana nutre una particolare sensibilità. Resta fondamentale affrontare la questione dell’embargo alla vendita di armi: occorre continuare a lavorare con i nostri principali partner per giungere all’abolizione dell’embargo".

Tutto qui?

Ancora più stupore per la risposta data dalla Bonino a chi le rinfacciava la sua presenza, come ministro ministro per il Commercio internazionale e come radicale:
«la democrazia si sostiene appoggiando coloro che la chiedono all’interno dei Paesi».
Siccome il governo cinese considera gli oppositori come dei criminali, la Bonino va a far visita al governo di Pechino, sostenendo chi lo combatte?
Geniale.
L'idea del cavallo di Troia.

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