12 ottobre 2006

Narrativa aviaria - La lettera del pendolare

Era una fredda mattina di inizio autunno.
La macchina non ne aveva voluto sapere di partire. Dopo due singhiozzi rauchi, il motorino d'avviamento aveva deciso definitivamente che era ora di prendersi una bella vacanza.
Aveva dovuto mettersi a correre per arrivare in orario in stazione: "se riesco a prenderlo giuro che questa volta mi decido ad andare in palestra".
A metà strada aveva già giurato di smetterla con le sigarette, con l'alcool e ... e il resto niente, visto che della triade bacco, tabacco e venere, venere era un segno che non voleva entrare nel suo firmamento.

Nonostante i suoi tentativi nel voler entrare in Venere a tutti i costi.
Per la legge di Murphy quando ti metti a correre per prendere il treno e riesci ad arrivare in tempo alla stazione, il treno arriva in ritardo. E così fu, anche quella volta (la chiamano legge non a caso).

Sui binari lo guardavano tutti: sbuffava calore che nemmeno un toro da monta. Sudato da far schifo ... aveva anche finito i fazzoletti di carta e si stava asciugando il sudore con le stampate del documento che doveva consegnare in ufficio. L'inchiostro della stampante gli disegnava dei strani ghirigori sul viso, che nemmeno un guerriero Maori.

Ma, come Dio volle, il treno arrivò. Pieno e stipato come la famosa scatola di sardine. Che, forse, anche le sardine più educate si sarebbero rifiutate di farsi inscatolare lì dentro.
Come se non bastasse, proprio a causa del ritardo, il treno procedeva a singhiozzi. Gli stessi singhiozzi da crisi isterica a cui molti sul treno stavano arrivando.
Il nostro povero pendolare stava per arrivare al limite della pazienza: si era anche seduto a fianco del nervoso (altro mitico animale pendolare). Come mettere benzina a fianco al fuoco:

"eh ma non se ne può più"
"ma cos'ha questa mattina il treno?"
"sempre così .. quando hai bisogno di arrivare in orario, il treno arriva tardi"


L'unica persona insensibile a tutti questi disguidi era sempre il solito pendolare innamorato.
A cui, forse proprio grazie al caos e dalla disperazione generale, era tornato in mente una sua famosa figura storica.
Una figura storica, per definizione, è storica perchè viene tramandata da padre in figlio, per generazioni e generazioni ...
La sua risaliva a tanti anni prima, quando, in una serata d'estate era stato invitato a cena da una sua amica.

Si era presentato in casa con largo anticipo, perchè non si sa mai. L'aveva accolto la madre di lei: "vuoi assaggiare dei biscotti, li ho appena sfornati".
Mai rifiutare qualcosa dalla (forse) futura suocera. Il biscotto era leggermente troppo cotto. Diciamo che, in una manifestazione di ipazza, avrebbe potuto essere usato al posto del porfido, con gran risparmio dell'amministrazione comunale (che non doveva fare manutenzione alle strade), e col vantaggio che in quanto alimento, non era classificabile come arma impropria.
Il nostro antieroe dovette mangiarsi tutto il biscotto, fino all'ultimo. Il gatto, sornione, lo sorvegliava dall'alto della credenza: memore anche lui della durezza del manicaretto, aveva rifiutato sdegnoso anche solo un pezzetto che il nostro voleva sbolognargli.
E la serata era appena iniziata: l'amica si presentò con un vassoio sul quale erano poggiati due oggetti scuri. Il nostro amico credette (maledetta ingenuità!!) che fossero altri biscotti da buttar giù (per amore).
E fece l'insano gesto di portarseli alla bocca: "ma cosa fai? Sei scemo!! Volevo farti vedere la mia collezione di minerali".

Quando sei assorto in questi tristi pensieri, nessun ritardo di treno può farti paura......

Ma torniamo alla nostra storia: "dobbiamo scrivere una bella lettera alla Ferrovie Nord" disse il nervoso.
"Eh si!! Non serve a niente. Dobbiamo puntare più in alto!!"
"Va bene" rispose il lettore (l'intelletualle della carrozza). Prese carta e penna e iniziò a scrivere
"Alla cortese attenzione del presidente della regione Lombardia ..."

"Ma va .. più in alto"
Ok: più in alto? E allora alziamo il tiro
"Alla cortese attenzione del presidente del consiglio ..."
"Eeeeeh ... più in alto! .. non basta l'appoggio dei politici nostrani".
Più in alto? Va bene allora sempre più in alto (Mike dixit).
"Alla cortese attenzione del santo padre, Vaticano Italia
Caro Santo Padre, i perenni ritardi delle Ferrovie Nord rubano una generosa porzione del nostro tempo che ci costringono a trascurare nostri doveri di fedeli cristiani ..."


Vedrai che con l'intervento papale qualcosa si aggiusta. Metteranno le guardie svizzere a far andare i treni.
"Ok, ma metti che nemmeno a Roma riescano a fare qualcosa? Se intercedessimo presso un organismo internazionale?"

"To the courtesy attention of the United Station ...."
"Station?"
"Opps ... Nation: it's a freudian lapsus ...".

Certo che se nemmeno coi caschi blu riusciamo ad arrivare a Milano in orario, siamo senza speranza!

Dopo le Nazioni Unite, erano rimasti solo Goldrake, Gandalf (dalla stella di Vega) e Orson da opter interpellare, ma l'intervento di forze interplanetarie per dirimere una questione locale sembra, onestamente, troppo.
"Ho io la soluzione" bloccò tutti l'ex calciatore.
"So io chi chiamare" e prendendo carta e penna iniziò a scrivere
"Caro Luciano, ti vorrei sottoporre il delicato caso dei pendolari delle ferrovie nord che, causa ritardi, si perdono le anticipazioni delle partite ..."

E da allora, magicamente, i treni, arrivarono in orario. Tutti i giorni incluso il sabato.
Con un unico, leggere, inconveniente. Anzichè dello storico colore verde, i vagoni furono ridipinti di un più sobrio bianconero.

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