18 aprile 2007

Liberalizzare il sistema delle ferrovie lombarde

E' da un pò che ritorna, questa notizia. Privatizzare il sistema ferroviario lombardo.
D'altronde, se i soldi sono pochi, se lo stato ha diminuito i controbuti alla regione, e questa decide di investirli in altre direzioni, c'è poco da fare.
O, meglio, ci sono due cose da fare: aumentare i prezzi dei biglietti. Dare in mano ai privati (che possono tagliare in modo selvaggio i posti) l'azienda de Le Nord.

Da Il giornale:
Fi: «Ferrovie Nord Aprire ai privati»
Liberalizzare il sistema delle ferrovie lombarde. Ricalcare il modello seguito per creare la concessionaria autostradale lombarda. Mettere cioè il privato a fianco del pubblico. Questa la strada che intende seguire Fi per migliorare il trasporto su rotaia in Lombardia.

Affidare il servizio a un soggetto unico vorrebbe dire poter superare con più facilità gli ostacoli: ritardi, costi, sicurezza, pulizia. Il presidente della commissione lombarda al Territorio, Marcello Raimondi, propone il modello bavarese: «Il ministro dei Trasporti del Land - spiega - ha costituito un ente che svolge i compiti di gestione di tutti gli affidamenti su ferro della Regione».
Il primo passo per avviare la liberalizzazione sarebbe aprire l’azionariato del gruppo Ferrovie Nord ai privati. «Il processo di liberalizzazione - puntualizza Raimondi - in Italia risulta praticamente incompiuto. È strutturato in maniera chiusa e monopolistica, spazi esigui di apertura per l’ingresso di altri soggetti».

A breve le emergenze sono altre: la mancanza di risorse per rinnovare il parco treni e le ferrovie fino al 2009. Per l’assessore lombardo alle Infrastrutture, Raffaele Cattaneo, occorrono 100 milioni all’anno per migliorare il servizio e vanno aumentati i trasferimenti dallo Stato.

«La Lombardia - spiega - ha investito 25 milioni. Ma servono altri soldi. Già nel bilancio 2007, coi vincoli messi dal governo, non possiamo aumentare le risorse. È come se avessimo creato una macchina superpotente ma senza benzina».
Un’ipotesi per far cassa potrebbe essere un aumento dei biglietti. Ma «un adeguamento delle tariffe - precisa Cattaneo - può esserci solo dopo il miglioramento del servizio. Quello che è certo è che la tariffazione di oggi non è equa e va rivisto l’intero sistema».
Da una ricerca dell’Irer, emerge che il 14% dei treni arriva in ritardo, che le carrozze trasportano oltre il doppio dei passeggeri e che gran parte dei convogli sono vecchi di oltre 30 anni. «È necessario cambiare le cose - sostiene il vicepresidente del Consiglio regionale, Marco Cipriano (Ds) -, tanto più se consideriamo il collasso della mobilità che si sta verificando nella nostra regione a causa dell’uso eccessivo dei mezzi privati».

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