Il 30 aprile vogliamo ricordare due avvenimenti.
30 aprile 1982, l'uccisione del segretario regionale del PCI, Pio La Torre e del suo assistente Rosario di Salvo. Si era battuto per la confisca dei beni ai mafiosi, contro l'installazione dei missili nucleari a Comiso (sui cui lavoro la mafia aveva già allungato le mani).
Troppo per la mafia: quell'uomo andava ucciso. Solo dopo la sua morte si arrivò alla legge Rognoni La Torre: una legge così importante che Riina stesso ne chiese la cancellazione nel suo “papello”. Una legge che il governo precedente ha anche cercato di annacquare e che ancora oggi si stenta ad applicare fino in fondo.
Nel 2006 sono stato sequestrati 2 miliardi e 41 milioni di euro, ma i tempi che passano dal sequestro alla confisca dei beni è ancora lungo. Anche perchè non è un unico soggetto che si occupa di confisca e sequestro. La burocrazia allunga i tempi.
Amato chiede che i partiti facciamo pulizia al loro interno: non si riesce a fare pulizia nemmeno in commissione antimafia.
Il 30 aprile 1977, per la prima le madri di Piazza di Maggio (Plaza de Majo) sfilavano davanti alla Casa Rosada con le foto di figli e mariti scomparsi nel nulla per sempre. I Desaparecidos. Videla stringeva l'Argentina nella mano militare: 30000 morti. Una dittatura durata 7 anni, dal 1976 al 1983.
Una dittatura nata col beneplacito degli Stati Uniti, con la benedizione della chiesa argentina e che ha creato un cero imbarazzo anche in Italia. Per i rapporti tra l'ammiraglio Massera e il capo della Loggia P2 Licio Gelli, per comprare tecnologie militari.
Una storia passata? Non credo: la corte federale penale di Buenos Aires ha annullato la grazia concessa dall'ex presidente Carlos Menem ai capi della dittatura militare. Ne avevano beneficiato Jorge Videla ed Emilio Massera.
Una dittatura su cui la gerarchia ecclesiastica ha minimizzato: ancora nel 1992 il primate argentino, cardinale Aramburu scherzava in un'intervista al Messaggero “In Argentina nono esistono fosse comuni. Ad ogni cadavere corrisponde una bara.. Desaparecidos? Non bisgna confondere le cose. Vi sono desaparecidos che vivono tranquillamente a Roma”.
Lo diceva un cardinale della stessa chiesa che il 12 maggio scende in piazza in favore del “Family day”, in difesa delle famiglie. Quali famiglie?
Non certo di quelle vittime della mafia o delle dittature.
Concordo, solo che gli ex PCI hanno contribuito pure loro a fare questi disastri! Cari saluti.
RispondiElimina