01 giugno 2007

Annozero: non commettere atti impuri!

La scorsa puntata di Annozero verteva sulla pedofilia all'interno della Chiesa.
La pedofilia è un problema sociale reale, che non riguarda una parte particolare della società.

Coinvolge professionisti, professori, maestri, magistrati, ma anche preti.
In Italia chi commette abusi su minori è per il 30 % un familiare. Solo per 1% è un prete.
Solo che i preti in Italia sono 50000, dunque in proporzione è una parte non irrilevante.
Questi i numeri, forniti da Don Di Noto.
Oltre a questi abbiamo un altro dato: su 1000 casi denunciati, sono stati avviati solo 10 processi.

I crimini sessuali commessi da parte di componenti della Chiesa non sono dunque un'eccezione. Se a ciò aggiungiamo il clima di parziale omertà, in Italia e all'estero, che avvolge questi crimini disgustosi, omertà portata avanti indicendo le vittime a non parlare; spostando i preti coinvolti nei reati da una paese all'altro; tenedoli nascosti in Vaticano e sottraendoli alla Giustizia.
Come per padre Henn, e gli altri 7 "preti fuggitivi", condannati in america e nascosti da qualche parte in Italia.
Come per padre Tarcisio, in Brasile, trasferito da San Paolo quando già aveva commesso dei reati di pedofilia in una piccola chiesa dove ha potuto continuare indisturbato per anni a commettere violenza.

E' questa omertà, questo voler nascondere il problema, che esiste, che danneggia chi crede, chi si affida al proprio parroco. Ma che danneggia anche la Chiesa stessa.
Al centro della trasmissione il famoso video "Sex Crimes and the vaticans" (qui sottotitolato), trasmesso dalla BBC nel 2006. Un video che probabilmente contiene anche delle inesattezze. Ma che denuncia degli episodi specifici. Che denuncia una modalità di comportamento del Vaticano basata su un documento del 1962, il "Crimen Sollicitationis".


Il punto è: questo documento vieta la rivelazione del reato, da parte della vittima e di tutti quelli che vengono a conoscenza del reato, pena la scomunica?
Ha risposto in studio mons. Rino Fisichella, chiarendo il senso dell'articolo 11: durante la fase istruttoria, tutte le persone coinvolte sono tenute al segreto; l'accusatore deve giurare sul Vangelo, ma può comunque andare dal magistrato a denunciare il reato alla Giustizia ordinaria (e i mancherebbe altro, aggiungiamo noi, che non sappiamo il latino).
L'unico punto poco chiaro è: se ne parlo al vescovo, e sono così tenuto al silenzio, non posso più parlare del reato con un magistrato? Su questo c'è stata poca chiarezza, forse perchè si è cercato di partire dal testo in latino, che P. Odifreddi intendeva in un senso e Fisichella in un altro.


Mons. Fisichella ha tenuto a precisare tre cose, a commento del video, sul quale è "stata fatta una tempesta in un bicchier d'acqua". Perchè il documento citato è stato sostituito prima nel 1983 da Wojtila, e nel 2001 da Ratzinger stesso.
"Provo tristezza per queste vittime innocenti, la Chiesa condivide il dolore delle vittime e dei genitori"."Di fronte a questi crimini non ci può essere nè omertà nè ignavia".
"Provo ancora tristezza perchè queste persone non avrebbero mai dovuto diventare preti. Con crimini così gravi, ciò che hanno avuto, come pena, è troppo poco. Tra le vittime c'è anche la Chiesa".

Mons. Fisichella continuava però affermando che il documentario mostrato è più un film, non avendo in realtà contradditorio.
"Il video mostra casi specifici su cui rispondere, ma dire che Ratzinger o la congregazione per la dottrina della Fede non hanno fatto nulla è falso".

Il tribunale supremo, istituito nel 2001 per sostituire il documento del 1962 (il crime of sollicitations), condanna tre reati: quelli contro l'Eucaristia, quelli contro la Confessione e quelli contro la pedofilia.
Se la Chiesa sta combattendo questo triste fenomeno, perchè tanto ostruzionismo da parte della Rai e della politica nei confronti della trasmissione di Santoro, del video (visto da migliaia di persone)?

Non mi sembra che Santoro abbia pilotato la puntata in una direzione soltanto, togliendo alle persone la possibilità di ribattere, esprimersi ...
C'entra qualcosa il fatto che il giornalismo in Italia non brilla molto per indipendenza ed è, anzi, spesso asservito ai "poteri forti"?

Di questo parlava Marco Travaglio, nella sua posta prioritaria, dedicata a Indro Montanelli.
Montanelli aveva denunciato il virus del cavaliere, nel 2001 ("un virus da cui si guarisce solo provandolo" ... diceva).

Ma il cavaliere c'è ancora, anche se algoverno c'è Prodi. Nel vuoto di potere che si è creato in questi mesi si sono inserite Confindustria e il Vaticano.
Scriveva Montanelli che "abbiamo liquidato la coscienza dandola in appalto alla chiesa. Siamo cattolici per comodità. Non essendosi creata una coscienza di stato, l'unico stato che riconosciamo è quello del Vaticano".
Caro Montanelli "oggi tutti parlano coi preti, anche con Andreotti. Tutti ascoltano Ratzinger, quando chiede di intervenire a favore della famiglia. Ma quando parla di precariato, contro i corrotti, i politici si allarmano dell'ingerenza nei loro affari".


"Il video [della BBC] è stato visto da milioni di persone su internet, dov'è lo scandalo?
Landolfi già sapeva che avremmo fatto un processo mediatico al Vaticano.
Fassino parlava come don Abbondio e invita alla prudenza.
Fini sosteneva che non saremmo mai andati in onda.
Casini chiede una puntata riparatrice.
Perchè i giornalisti prendono ordini dai partiti?"

Travaglio ha infine citato una lettera di Montanelli al nobel Franco Modigliani sulla corruzione "dopo secoli di pratica abbiamo corrotto la corruzione. Come i popoli africani con la sifilide, la consideriamo una afflizioncella. In Italia la Chiesa ha soffocato la Coscienza laica nascente nel popolo italiano, temendo che soppiantasse la religione".
Caro Indro, ci manchi ...
P.S. Se fosse presente ora, verrebbe bollato come comunista, ateo, anticlericale e forse anche come talebano.
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