SudAfrica, 1968: 4 milioni di neri controllano un paese con 25 milioni di persone di colore. Il governo mette al bando tutti i partiti che si battono per i diritti dei neri.
E' l'Apartheid: il leader del African National Congress, Nelson Mandela, viene arrestato come terrorista.
Il bianco James Gregory, sergente delle guardie carcerarie, ha il compito di controllarlo, di leggerne e censurarne la posta.
Ma il contatto quotidiano con Mandela lo porta a rivedere le sue idee razziste: da carceriere diventerà man mano suo amico. Arrivando a condivedere con lui gioie e momenti dolorosi della propria vita, come la perdita del figlio.
Il percorso di Gregory, la sua presa di coscienza, diviene metafora del percorso in termini di democrazia del SudAfrica: l'11 febbraio 1990 Mandela viene scarcerato e dopo pochi anni lui stesso diverrà il primo presidente democraticamente eletto.
Il film affronta il tema della segregazione razziale, andando a mettere in evidenza quanto questa fosse radicata nella coscienza civile dei bianchi.Quando la figlia assiste al pestaggio di una madre di colore da parte di un poliziotto (bianco), rea di non aver un permesso di circolazione, lei ingenuamente chiede:
“noi ce l'abbiamo il lasciapassare?”
“a noi non serve”
“Perchè?”
“Perchè è l'Apartheid”
“Perchè è l'ordine di Dio: Dio non mette assieme una rondine con un piccione”.
E quando James commette il reato di portare un cioccolatino a Winnie Mandela, come regalo di Natale da parte del marito, viene subito classificato come amico dei neri. Diventa un reietto e costretto a cambiare carcere.
Il partito di Mandela, e Mandela stesso, veniva tacciato di essere un movimento terrorista e il film mostra il trattamento che veniva riservato nelle carceri a queste persone: alienazione, brutalità, pestaggi, censura.
Quali idee terroristiche professavano? Viene spiegato tramite la "Carta della libertà" un documento prodotto dall'ANC, tenuto segreto nelle biblioteche nelle sezioni della letteratura vietata (si potrebbe fare un analogia con la biblioteca segreta de Il nome della rosa ..).
"We, the People of South Africa, declare for all our country and the world to know:that South Africa belongs to all who live in it, black and white, and that no government can justly claim authority unless it is based on the will of all the people;"
Per finire con: "And we pledge ourselves to strive together, sparing neither strength nor courage, until the democratic changes here set out have been won.
[..]
THESE FREEDOMS WE WILL FIGHT FOR, SIDE BY SIDE, THROUGHOUT OUR LIVES, UNTIL WE HAVE WON OUR LIBERTY".
Queste sono le idee terroristiche.
Ma il regista affronta anche il tema difficile dell'attività di lotta armata del partito clandestino di Mandela: le bombe in pieno giorno, le morti, le contestazioni.
"Quando chi sta al potere ti nega la libertà, l'unica strada che ti rimane è il potere" è la risposta che Mandela stesso da a Gregory. La violenza dei neri è l'unica strada per il riconoscimento della loro libertà.
E "Il colore della libertà" è proprio questo: un percorso verso un mondo più giusto. La libertà di Mandela dal carcera diventa anche la libertà di Gregory e della sua gente, dalle sue idee razziste.
Questo film è tratto dal libro di James Gregory "Il colore della libertà. Nelson Mandela: da nemico a fratello".
“No one is born hating another person because of the colour of his skin, or his background, or his religion.
People must learn to hate, and if they can learn to hate, they can be taught to love, for love comes more naturally to the human heart than its opposite.”
Nelson Mandela
Long Walk to Freedom
Il sito del film con trailer e foto. Il link al film su imdb.
Il link su internetbookshop per ordinare il DVD.
Technorati: Nelson Mandela, Bille August
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Mi raccomando, siate umani