Nessuno io mi chiamo; nessuno è il nome che mi danno il padre e la madre e inoltre tutti gli amici
31 agosto 2008
Cause we are Metallica
Il nuovo almubm dei Metallica, Death Magnetic, uscirà il 12 settembre.
Ho iniziato ad ascoltare i Metallica nel periodo dopo And justice for all, prima del Black Album. A fine anni 80, inizi del '90 il metal era diviso tra le band di glam metal (Motley Crue, Poison, Bon Jovi), i gruppi di Death Metal, i gruppi storici dell'hard rock che uscivano dalla crisi degli '80 (Ac Dc, Aerosmith) e le bande di thrash metal.
I Metallica erano i signori del metal: mi piaceva la loro capacità di rinnovarsi, di seguire nuove piste, di non pitturarsi la faccia né di seguire quegli atteggiamenti eccessivi dei gruppi death.
In un periodo in cui tutti i gruppi rock lanciavano un singolo e facevano uscire subito il video di promozione, i Metallica fino al 1991 avevano realizzato il solo video di One. Censurato da MTV perchè si parlava di guerra.
Cause we are Metallica!
Col Black Album i Metallica arrivarono a farsi conoscere ad un pubblico che, prima, non si sarebbe mai sognato di ascoltare metal. Grazie ai lenti (Nothing else matters) e alle ballate rock (The Unforgiven) e in generale al sound più orecchiabile del disco.
Ma erano Metallica diversi: ma forse è vero che ad ogni album abbiamo assistito ad una mutazione di stile, sound, testi.
Ne avevan fatta di strada dai tempi di “The four horsemen”, “For whom the bells tolls”, “Battery”, “Harverster of sorrow”....
Poi vennero i tentativi di rinnovarsi di Load e Reload.
L'album di covers Garage days re-revisited, che invece confermava la voglia di suonare metal duro e riconfermava le radici storiche dei Metallica.
Nel frattempo il grunge prima e il nu-metal avevano spazzato via gran parte delle bande rock, heavy e thrash.
Nel 2003 usciva St. Anger, registrato (anche male) in studio, ruvido, senza assoli di chitarra, senza basso e senza compromessi. Pure troppo.
E oggi? Ho ascoltato i singoli scaricabili dal sito della band. C'è dentro tutta l'energia metal, riff semplici a affilati come ai tempi di Master of Puppets. Ma forse è sbagliato guardare al passato: ogni volta i Metallica mi hanno spiazzato, facendomi in parte ricredere dalle attese.
Una cosa è certa: loro non seguono la stessa strada di altri, loro sono i Metallica.
C'era una volta
C'erano una volta scuole col maestro unico e alunni tutti uguali col grembiule.
Un sistema di istruzione classista, dove Franti finisce al riformatorio, Garrone a fare l'operaio e il figlio del professionista a fare l'università.
C'era una volta l'austerithy, il calo dei consumi, la recessione, le domeniche a piedi.
C'era una volta una società di caste, corporazioni e lobby.
C'erano una volta le lottizzazioni nella sanità, nelle imprese pubbliche, nella Rai, nelle università...
C'era una volta la guerra fredda tra USA e Russia.
C'erano una volta imprenditori senza rischio di impresa, buoni solo a investire coi soldi pubblici.
C'erano una volta le stragi della strategia della tensione, come a Brescia a Piazza della Loggia: c'era una volta e c'è ancora un paese che cercava i colpevoli di queste stragi. A Brescia finiranno sotto processo un ex generale dei carabinieri (gen. Delfino), un ex politico (Pino Rauti).
C'era una volta Cosa Nostra e c'è ancora, ma non si può dire.
C'era un paese che pagava miliardi ad un paese africano per pulirsi la coscienza del proprio passato fascista e colonialista, che poi dedicava un aeroporto ad un generale colonialista.
C'era una volta un paese che navigava allegramente tra scandali, crisi, scioperi e licenziamenti e c'è ancora.
Un sistema di istruzione classista, dove Franti finisce al riformatorio, Garrone a fare l'operaio e il figlio del professionista a fare l'università.
C'era una volta l'austerithy, il calo dei consumi, la recessione, le domeniche a piedi.
C'era una volta una società di caste, corporazioni e lobby.
C'erano una volta le lottizzazioni nella sanità, nelle imprese pubbliche, nella Rai, nelle università...
C'era una volta la guerra fredda tra USA e Russia.
C'erano una volta imprenditori senza rischio di impresa, buoni solo a investire coi soldi pubblici.
C'erano una volta le stragi della strategia della tensione, come a Brescia a Piazza della Loggia: c'era una volta e c'è ancora un paese che cercava i colpevoli di queste stragi. A Brescia finiranno sotto processo un ex generale dei carabinieri (gen. Delfino), un ex politico (Pino Rauti).
C'era una volta Cosa Nostra e c'è ancora, ma non si può dire.
C'era un paese che pagava miliardi ad un paese africano per pulirsi la coscienza del proprio passato fascista e colonialista, che poi dedicava un aeroporto ad un generale colonialista.
C'era una volta un paese che navigava allegramente tra scandali, crisi, scioperi e licenziamenti e c'è ancora.
29 agosto 2008
Blu notte: la mafia al nord
Riparte Blu Notte col segreto di pulcinella: la penetrazione della mafia al nord.
Una cosa che tutti sanno (o coloro i quali vogliono ancora sapere), ma che nessuno dice.
Consigliata in special modo ai leghisti alla Calderoli e Castelli.
Una cosa che tutti sanno (o coloro i quali vogliono ancora sapere), ma che nessuno dice.
Consigliata in special modo ai leghisti alla Calderoli e Castelli.
Intercettazioni: non così fan tutti
Dopo aver gettato fango su Fassino per il fondo Quercia, su Prodi con le varie commissioni Mitrockhin e Telekom, il Caimano ci riprova. A imbavagliare la stampa e i giornalisti.
Con il trappolone delle intercettazioni pubblicate da Panorama, relative all'inchiesta Siemens.
Prodi risponde «Nessun bavaglio ai giudici».
La risposta arriva dopo che Silvio Berlusconi aveva espresso la sua solidarietà a Romano Prodi, dopo la notizia, pubblicata da Panorama, su intercettazioni in cui risulterebbero aiuti agli affari di due parenti dell'ex premier.
Come vedete, non sono tutti uguali.
Perchè non ci pensa lui a regolare ciò che pubblica Panorama, visto che è roba sua?
Con il trappolone delle intercettazioni pubblicate da Panorama, relative all'inchiesta Siemens.
Prodi risponde «Nessun bavaglio ai giudici».
La risposta arriva dopo che Silvio Berlusconi aveva espresso la sua solidarietà a Romano Prodi, dopo la notizia, pubblicata da Panorama, su intercettazioni in cui risulterebbero aiuti agli affari di due parenti dell'ex premier.
Come vedete, non sono tutti uguali.
Perchè non ci pensa lui a regolare ciò che pubblica Panorama, visto che è roba sua?
Paga sempre Pantalone
Per Alitalia, la soluzione del governo è scaricare i debiti sugli italiani.
Impregilo dichiara che aumentaranno i costi per il ponte sullo Stretto. Che paghiamo sempre noi.
I voli di Stato, che Prodi aveva diminuito, sono stati sbloccati a fine luglio da una norma del governo.
Alla fine paga sempre Pantalone.
Impregilo dichiara che aumentaranno i costi per il ponte sullo Stretto. Che paghiamo sempre noi.
I voli di Stato, che Prodi aveva diminuito, sono stati sbloccati a fine luglio da una norma del governo.
Alla fine paga sempre Pantalone.
28 agosto 2008
Non è un paese per vecchi di Cormac McCarthy
Un uomo un fuga, braccato da uno sceriffo che non riesce più a ritrovarsi in questo mondo, così diverso dal mondo in cui è cresciuto.E da uno psicopatico killer, incaricato di recuperare i soldi che il primo uomo, Moss, ha scoperto nel deserto, per uno scambio di droga finito male in un massacro.
Siamo nel Texas, al confine col Messico, in un paese pieno di violenza e dove sopravvivono solo gli spietati.
Questa caccia all'uomo è raccontata in modo veloce ed asciutto: nessuna pietà, nessuna riflessione, nessun giudizio. Sia su Moss, l'ultimo dei cow boys, che nel deserto coglie al volo la possibilità di rifarsi una vita con quei soldi.
Nessun giudizio su Anton Chigurg, un assassino dotato di una sua distorta visione della giustizia.
Come racconta Baricco nel saggio "I barbari" spietato in un modo così radicale e immorale e demoniaco, che il vecchio sceriffo riesce solo a dire: "Mi pareva di non aver mai visto uno come lui e mi è venuto da chiedermi se magari non era un nuovo tipo di persona."
E infine lo sceriffo Bell, il vecchio del libro, le cui riflessioni sul mondo di oggi, su quanto sia cambiato rispetto a quello che gli è stato tramandato si alternano alle pagine del racconto.
Che dire del libro?
Il maestro deve aver pensato che non era più tempo di poesia e visioni, per cui ha asciugato per bene la sua storia e quando è arrivato all'osso ce l'ha tirata dietro. Per il lettore l'impressione è questa: eri andato a trovarlo per chiedergli cosa pensava del mondo e lui, senza nemmeno far capolino dalla staccionata, ti ha accolto con una fucilata. Tu ti giri e te ne vai.
Il libro sul sito di Einaudi.
Il link per ordinare il libro su ibs.
Technorati Cormac McCarthy
Siamo nel Texas, al confine col Messico, in un paese pieno di violenza e dove sopravvivono solo gli spietati.
Questa caccia all'uomo è raccontata in modo veloce ed asciutto: nessuna pietà, nessuna riflessione, nessun giudizio. Sia su Moss, l'ultimo dei cow boys, che nel deserto coglie al volo la possibilità di rifarsi una vita con quei soldi.
Nessun giudizio su Anton Chigurg, un assassino dotato di una sua distorta visione della giustizia.
Come racconta Baricco nel saggio "I barbari" spietato in un modo così radicale e immorale e demoniaco, che il vecchio sceriffo riesce solo a dire: "Mi pareva di non aver mai visto uno come lui e mi è venuto da chiedermi se magari non era un nuovo tipo di persona."
E infine lo sceriffo Bell, il vecchio del libro, le cui riflessioni sul mondo di oggi, su quanto sia cambiato rispetto a quello che gli è stato tramandato si alternano alle pagine del racconto.
Che dire del libro?
Il maestro deve aver pensato che non era più tempo di poesia e visioni, per cui ha asciugato per bene la sua storia e quando è arrivato all'osso ce l'ha tirata dietro. Per il lettore l'impressione è questa: eri andato a trovarlo per chiedergli cosa pensava del mondo e lui, senza nemmeno far capolino dalla staccionata, ti ha accolto con una fucilata. Tu ti giri e te ne vai.
Il libro sul sito di Einaudi.
Il link per ordinare il libro su ibs.
Technorati Cormac McCarthy
I falsi miracoli di San Silvio
San Silvio da Arcore, protettore dei furbi, non ha fatto il miracolo.Il collaboratore (italiano) del Newsweek può venire in Italia a controllare.
Immondizia
La spazzatura è ancora accumulata nelle periferie di Napoli.
Le discariche e gli impianti di compostaggio hanno di nuovo raggiunto il limite. L'unica cosa che è sparita è la notizia sui telegiornali.
In compenso qualche centinaio di soldati presidia altre discariche, come a Chiaiano, dove non è dato sapere cosa viene sotterrato.
Sicurezza
Per la sicurezza bisogna intendersi. Il centrodestra quando parla di allarme sicurezza intende stupri di extracomunitari, scippi.
Tutto come prima, come dimostrano i casi di Roma (“i ciclisti tedeschi se la sono andata a cercare” spiegava il sindaco Alemanno) e a Napoli (dove uno degli stupratori è un figlio di un boss .. imparava il mestiere).Nel compenso, in un estate dove è mancato l'omicidio estivo che ci teneva compagnia (Garlasco, Brescia ..) ci sono state le solite morti sul lavoro, per le strade (grazie anche alle solite strade disastrate) e sui barconi (i disperati che vogliono entrare in Italia). Ma questa non è sicurezza.
Alitalia
Il genio ha colpito: fa passare un'operazione di sciacallaggio come un'impresa di salvataggio. Ci saranno due Alitalia: uno con i debiti che pagheranno gli italiani con le tasse. E uno seconda, che lavorerà quasi in una situazione di monopolio (tanto il commissario dei trasporti in Europa è un certo Tajani), in mano ai soliti imprenditori senza soldi e senza coraggio.
Più i soliti tagli ai dipendenti Alitalia, più la chiusura di Linate (che verrà svenduta ai soliti palazzinari immobiliaristi Gavio, Ligresti, Zunino ..).
Giustizia
Elezione diretta dei magistrati: con questa proposta farebbero i magistrati solo i personaggi che potrebbero pagarsi la campagna elettorale.
Pagata da chi? Dai partiti politici (e poi parlano di magistratura politicizzata), dalle lobby, dalla criminalità organizzata ..Separazione delle carriere: già esiste, grazie. E Falcone non si era mai espresso a favore. Se proprio si deve citare un magistrato favorevole alla proposta (per una separazione che non esiste in altri ordinanti giudiziari europei) allora rivolgetevi a De Magistris ..
Nomina di esponenti del CSM: ma la magistratura non dovrebbe essere indipendente dalla politica?
Indulto: dopo averlo votato (e aver chiesto l'inserimento anche dei reati dei colletti bianchi), il povero Angelino disconosce l'indulto. “Non è servito a svuotare le carceri”.
No, ma per Previti si che è servito.
Obbligo dell'azione penale: senza questo obbligo, ve lo immaginate cosa farebbe un magistrato che dovrebbe perseguire un crimine di un notabile, di un signor lei-non-sa-chi-sono-io? La politica deve dettare cosa è importante e cosa no, si dice.
Così se va al governo una banda di malfattori (ma non è il caso dell'Italia, no..), quali reati metterebbe in cima alla lista?
L'unica cosa di cui dovevano preoccuparsi, e non l'hanno fatto, era la lentezza dei processi. Dare maggiore risorse ai tribunali disastrati, nelle procure del sud. Snellire certe pratiche che rallentano i processi (la consegna delle notifiche per posta o a mano).
Scuola
La grande proposta del ministro Gelmini: il sette in condotta. E una scuola in mano ai privati, alle fondazioni, alle banche, .. così imparano fin dai banchi delle elementari chi comanda e chi no in Italia.Il sette in condotta servirebbe se anche nelle famiglie si iniziasse a ripristinare il rispetto, l'educazione, un certo autoritarismo. Insegnare ai figli che non tutto è permesso: a cominciare dal cellulare. Vogliamo fare i duri? Vietiamo i cellulari in tutte le scuole.
Invece no: assisteremo anche per l'educazione ad un doppio binario. Una scuola ricca per i ricchi al nord e povera per i peones al sud.
Con i maestri reclutati direttamente dai circoli della libertà?
Calcio
Qui una parola va spesa: quando Galliani presenzia alle riunioni di Federcalcio, per i diritti del pallone, fa gli interessi del Milan, del calcio o dell'amico Silvio Berlusconi, proprietario di Mediaset e proprietario del Milan?
Questo governo è stato votato dalla maggioranza degli italiani e ha il mandato di governare. È libera di fare, quasi, quello che vuole. Per il resto basta il solito decreto, con la scusa della sicurezza.Ma anche io sono libero di definire certe cose per quelle che sono. Il premier un imbroglione. Tremonti amico degli evasori. Il ministro Alfano uno che predica bene e razzola male. Malissimo.
All'anniversario della morte di Borsellino erano tutti lì a commemorare. Poi leggi del sindaco di Comiso (Alfano anche lui) che cambia nome all'aeroporto di Comiso, che era intitolato a Pio La Torre. Bel messaggio di auguri a cosa nostra, a chi ha messo le bombe, a chi ha ucciso ...
San Silvio non fa miracoli se non per se stesso e per i suoi amici.E da oggi anche i dipendenti di Alitalia, gli insegnanti del sud, le famiglie che dovranno affrontare il caro libri, il caro scuola, i maggiori costi per servizi e per la spesa lo sanno.
Immondizia
La spazzatura è ancora accumulata nelle periferie di Napoli.
Le discariche e gli impianti di compostaggio hanno di nuovo raggiunto il limite. L'unica cosa che è sparita è la notizia sui telegiornali.
In compenso qualche centinaio di soldati presidia altre discariche, come a Chiaiano, dove non è dato sapere cosa viene sotterrato.
Sicurezza
Per la sicurezza bisogna intendersi. Il centrodestra quando parla di allarme sicurezza intende stupri di extracomunitari, scippi.
Tutto come prima, come dimostrano i casi di Roma (“i ciclisti tedeschi se la sono andata a cercare” spiegava il sindaco Alemanno) e a Napoli (dove uno degli stupratori è un figlio di un boss .. imparava il mestiere).Nel compenso, in un estate dove è mancato l'omicidio estivo che ci teneva compagnia (Garlasco, Brescia ..) ci sono state le solite morti sul lavoro, per le strade (grazie anche alle solite strade disastrate) e sui barconi (i disperati che vogliono entrare in Italia). Ma questa non è sicurezza.
Alitalia
Il genio ha colpito: fa passare un'operazione di sciacallaggio come un'impresa di salvataggio. Ci saranno due Alitalia: uno con i debiti che pagheranno gli italiani con le tasse. E uno seconda, che lavorerà quasi in una situazione di monopolio (tanto il commissario dei trasporti in Europa è un certo Tajani), in mano ai soliti imprenditori senza soldi e senza coraggio.
Più i soliti tagli ai dipendenti Alitalia, più la chiusura di Linate (che verrà svenduta ai soliti palazzinari immobiliaristi Gavio, Ligresti, Zunino ..).
Giustizia
Elezione diretta dei magistrati: con questa proposta farebbero i magistrati solo i personaggi che potrebbero pagarsi la campagna elettorale.
Pagata da chi? Dai partiti politici (e poi parlano di magistratura politicizzata), dalle lobby, dalla criminalità organizzata ..Separazione delle carriere: già esiste, grazie. E Falcone non si era mai espresso a favore. Se proprio si deve citare un magistrato favorevole alla proposta (per una separazione che non esiste in altri ordinanti giudiziari europei) allora rivolgetevi a De Magistris ..
Nomina di esponenti del CSM: ma la magistratura non dovrebbe essere indipendente dalla politica?
Indulto: dopo averlo votato (e aver chiesto l'inserimento anche dei reati dei colletti bianchi), il povero Angelino disconosce l'indulto. “Non è servito a svuotare le carceri”.
No, ma per Previti si che è servito.
Obbligo dell'azione penale: senza questo obbligo, ve lo immaginate cosa farebbe un magistrato che dovrebbe perseguire un crimine di un notabile, di un signor lei-non-sa-chi-sono-io? La politica deve dettare cosa è importante e cosa no, si dice.
Così se va al governo una banda di malfattori (ma non è il caso dell'Italia, no..), quali reati metterebbe in cima alla lista?
L'unica cosa di cui dovevano preoccuparsi, e non l'hanno fatto, era la lentezza dei processi. Dare maggiore risorse ai tribunali disastrati, nelle procure del sud. Snellire certe pratiche che rallentano i processi (la consegna delle notifiche per posta o a mano).
Scuola
La grande proposta del ministro Gelmini: il sette in condotta. E una scuola in mano ai privati, alle fondazioni, alle banche, .. così imparano fin dai banchi delle elementari chi comanda e chi no in Italia.Il sette in condotta servirebbe se anche nelle famiglie si iniziasse a ripristinare il rispetto, l'educazione, un certo autoritarismo. Insegnare ai figli che non tutto è permesso: a cominciare dal cellulare. Vogliamo fare i duri? Vietiamo i cellulari in tutte le scuole.
Invece no: assisteremo anche per l'educazione ad un doppio binario. Una scuola ricca per i ricchi al nord e povera per i peones al sud.
Con i maestri reclutati direttamente dai circoli della libertà?
Calcio
Qui una parola va spesa: quando Galliani presenzia alle riunioni di Federcalcio, per i diritti del pallone, fa gli interessi del Milan, del calcio o dell'amico Silvio Berlusconi, proprietario di Mediaset e proprietario del Milan?
Questo governo è stato votato dalla maggioranza degli italiani e ha il mandato di governare. È libera di fare, quasi, quello che vuole. Per il resto basta il solito decreto, con la scusa della sicurezza.Ma anche io sono libero di definire certe cose per quelle che sono. Il premier un imbroglione. Tremonti amico degli evasori. Il ministro Alfano uno che predica bene e razzola male. Malissimo.
All'anniversario della morte di Borsellino erano tutti lì a commemorare. Poi leggi del sindaco di Comiso (Alfano anche lui) che cambia nome all'aeroporto di Comiso, che era intitolato a Pio La Torre. Bel messaggio di auguri a cosa nostra, a chi ha messo le bombe, a chi ha ucciso ...
San Silvio non fa miracoli se non per se stesso e per i suoi amici.E da oggi anche i dipendenti di Alitalia, gli insegnanti del sud, le famiglie che dovranno affrontare il caro libri, il caro scuola, i maggiori costi per servizi e per la spesa lo sanno.
27 agosto 2008
Il nostro posto - editoriale di C. De Gregorio
Il primo editoriale di Concita De Gregorio all'Unità:
Ho saputo senza ombra di dubbio che essere di destra o di sinistra sono cose profondamente diverse, radicalmente diverse: per troppe ragioni da elencare qui ma per una fondamentale, quella che la nostra Costituzione – una Costituzione antifascista - spiega all’articolo 2, proprio all’inizio: l’esistenza (e il rispetto, e il valore, e l’amore) del prossimo. Il “dovere inderogabile di solidarietà” che non è concessione né compassione: è il fondamento della convivenza. Non erano mille anni fa, erano pochi. I miei genitori sapevano che il mio futuro sarebbe stato migliore del loro. Hanno investito su questo – investito in educazione e in conoscenza – ed è stato così. È stato facile, relativamente facile. È stato giusto. Per i nostri figli il futuro sarà peggiore del nostro. Lo è. Precario, più povero, opaco.
Chi può li manda altrove, li finanzia per l’espatrio, insegna loro a “farsi furbi”. Chi non può soccombe. È un disastro collettivo, la più grande tragedia: stiamo perdendo la fiducia, la voglia di combattere, la speranza. Qualcosa di terribile è accaduto negli ultimi vent’anni. Un modello culturale, etico, morale si è corrotto. La politica non è che lo specchio di un mutamento antropologico, i modelli oggi vincenti ne sono stati il volano: ci hanno mostrato che se violi la legge basta avere i soldi per pagare, se hai belle le gambe puoi sposare un miliardario e fare shopping con la sua carta di credito. Spingi, salta la fila, corrompi, cambia opinione secondo la convenienza, mettiti al soldo di chi ti darà una paghetta magari nella forma di una bella presidenza di ente pubblico, di un ministero. Mettiti in salvo tu da solo e per te: gli altri si arrangino, se ne vadano, tornino a casa loro, crepino.
Ciò che si è insinuato nelle coscienze, nel profondo del Paese, nel comune sentire è un problema più profondo della rappresentanza politica che ha trovato. Quello che ora chiamiamo “berlusconismo” ne è stato il concime e ne è il frutto. Un uomo con un potere immenso che ha promosso e salvato se stesso dalle conseguenze che qualunque altro comune cittadino avrebbe patito nelle medesime condizioni - lo ha fatto col denaro, con le tv che piegano il consenso - e che ha intanto negli anni forgiato e avvilito il comune sentire all’accettazione di questa vergogna come fosse “normale”, anzi auspicabile: un modello vincente. È un tempo cupo quello in cui otto bambine su dieci, in quinta elementare, sperano di fare le veline così poi da grandi trovano un ricco che le sposi. È un tempo triste quello in cui chi è andato solo pochi mesi fa a votare alle primarie del Partito Democratico ha già rinunciato alla speranza, sepolta da incomprensibili diaspore e rancori privati di uomini pubblici.
Non è irrimediabile, però. È venuto il momento di restituire ciò che ci è stato dato. Prima di tutto la mia generazione, che è stata l’ultima di un tempo che aveva un futuro e la prima di quello che non ne ha più. Torniamo a casa, torniamo a scuola, torniamo in battaglia [..]
C’è bisogno di voi. Di tutti, uno per uno. Non ci si può tirare indietro adesso, non si deve. È questa la nostra storia, questo è il nostro posto.
Ho saputo senza ombra di dubbio che essere di destra o di sinistra sono cose profondamente diverse, radicalmente diverse: per troppe ragioni da elencare qui ma per una fondamentale, quella che la nostra Costituzione – una Costituzione antifascista - spiega all’articolo 2, proprio all’inizio: l’esistenza (e il rispetto, e il valore, e l’amore) del prossimo. Il “dovere inderogabile di solidarietà” che non è concessione né compassione: è il fondamento della convivenza. Non erano mille anni fa, erano pochi. I miei genitori sapevano che il mio futuro sarebbe stato migliore del loro. Hanno investito su questo – investito in educazione e in conoscenza – ed è stato così. È stato facile, relativamente facile. È stato giusto. Per i nostri figli il futuro sarà peggiore del nostro. Lo è. Precario, più povero, opaco.
Chi può li manda altrove, li finanzia per l’espatrio, insegna loro a “farsi furbi”. Chi non può soccombe. È un disastro collettivo, la più grande tragedia: stiamo perdendo la fiducia, la voglia di combattere, la speranza. Qualcosa di terribile è accaduto negli ultimi vent’anni. Un modello culturale, etico, morale si è corrotto. La politica non è che lo specchio di un mutamento antropologico, i modelli oggi vincenti ne sono stati il volano: ci hanno mostrato che se violi la legge basta avere i soldi per pagare, se hai belle le gambe puoi sposare un miliardario e fare shopping con la sua carta di credito. Spingi, salta la fila, corrompi, cambia opinione secondo la convenienza, mettiti al soldo di chi ti darà una paghetta magari nella forma di una bella presidenza di ente pubblico, di un ministero. Mettiti in salvo tu da solo e per te: gli altri si arrangino, se ne vadano, tornino a casa loro, crepino.
Ciò che si è insinuato nelle coscienze, nel profondo del Paese, nel comune sentire è un problema più profondo della rappresentanza politica che ha trovato. Quello che ora chiamiamo “berlusconismo” ne è stato il concime e ne è il frutto. Un uomo con un potere immenso che ha promosso e salvato se stesso dalle conseguenze che qualunque altro comune cittadino avrebbe patito nelle medesime condizioni - lo ha fatto col denaro, con le tv che piegano il consenso - e che ha intanto negli anni forgiato e avvilito il comune sentire all’accettazione di questa vergogna come fosse “normale”, anzi auspicabile: un modello vincente. È un tempo cupo quello in cui otto bambine su dieci, in quinta elementare, sperano di fare le veline così poi da grandi trovano un ricco che le sposi. È un tempo triste quello in cui chi è andato solo pochi mesi fa a votare alle primarie del Partito Democratico ha già rinunciato alla speranza, sepolta da incomprensibili diaspore e rancori privati di uomini pubblici.
Non è irrimediabile, però. È venuto il momento di restituire ciò che ci è stato dato. Prima di tutto la mia generazione, che è stata l’ultima di un tempo che aveva un futuro e la prima di quello che non ne ha più. Torniamo a casa, torniamo a scuola, torniamo in battaglia [..]
C’è bisogno di voi. Di tutti, uno per uno. Non ci si può tirare indietro adesso, non si deve. È questa la nostra storia, questo è il nostro posto.
Chi di Kosovo ferisce, di Kosovo perisce
Le parole che la Russia usa oggi per difendere l'indipendenza della Ossezia ( della Abkhazia) e degli altri stati del Caucaso sono le stesse che l'Europa e gli Stati Uniti hanno usato ai tempi del Kosovo, quando gli è stata data l'indipendenza per evitare genocidi, guerre ...
Anche per questo dobbiamo ringraziare la lungimirante politica estera di George Bush e di quello che rimane dell'Europa.
Per non parlare dell'Italia, dove il Pres. Del Consiglio sbandiera pure la sua amicizia con l'ex premier Putin. Come pensa di rislvere la crisi? Con qualche sgallettata per l'amico Vladimir.
Seguivo la rassegna stampa su Radio popolare: la versione italiana della Pravda, anziché riportare le notizie di politica estera, riporta le foto di una Sharapova in abiti discinti e di altri vip.
Questa è l'immagine che hanno dell'Italia.
- le star più famore dello show business senza veli
- l'Italia è una colonia
- i segreti del sesso virtuale on-line in Russia
Forza Italia!
Anche per questo dobbiamo ringraziare la lungimirante politica estera di George Bush e di quello che rimane dell'Europa.
Per non parlare dell'Italia, dove il Pres. Del Consiglio sbandiera pure la sua amicizia con l'ex premier Putin. Come pensa di rislvere la crisi? Con qualche sgallettata per l'amico Vladimir.
Seguivo la rassegna stampa su Radio popolare: la versione italiana della Pravda, anziché riportare le notizie di politica estera, riporta le foto di una Sharapova in abiti discinti e di altri vip.
Questa è l'immagine che hanno dell'Italia.
- le star più famore dello show business senza veli
- l'Italia è una colonia
- i segreti del sesso virtuale on-line in Russia
Forza Italia!
Italiopoli di Oliviero Beha
Un saggio per orientarci nella palude di Italiopoli: un palude che non è infestata dal solo Caimano (che all'epoca dell'uscita del libro stava ancora all'opposizione), ma anche da altri loschi figuri che nel gioco delle parti di questa antipolitica starebbero alla sua opposizione (ossia al governo, quando il libro usciva nel 2007).
Un libro per capire e orientarsi in questa Italia e con questa classe dirigente. Se Pasolini aveva usato la metafora del Palazzo per spiegare cosa era diventato il potere (siamo negli anni 70), oggi Oliviero è passato al Residence (e come altro descrive il posto dove vivono questi potenti sempre pronti divertirsi, alle battute, senza un briciolo di pudore ?).
Un Residence, dunque, riempito da mestieranti della politica e del potere, che si preoccupano solo di mantenere il posto, autopromuoversi e autoassolversi, sbarrando le frontiere a quanti premono alle frontiere del Residence per entrarvi.
In che forme si esprime il potere: dalla televisione, usata come cassa di risonanza di quanto fanno e come strumento per raccogliere consenso.
In generale tutto il sistema di informazione, controllato dalla stessa politica, è diventato un cane da riporto anziché cane da guardia di questa classe dirigente.
Alla sanità pubblica, alle società miste pubblico-privato, le ex municipalizzate, diventate in pratica società di collocamento dei trombati alle elezioni.
Il calcio, altra cassa di risonanza (vedi Berlusconi, Tanzi e Cragnotti e prima ancora Agnelli), che non è riuscito a riformarsi nemmeno dopo lo scandalo di Calciopoli del 2006. Ci siamo accontentati di una Juventus in serie B, di un Moggi allontanato (fino a quando?) dal calcio ma non dal sistema di informazione, e basta.
Sugli scandali che si sono succeduti in poco tempo, Beha traccia una riflessione importante: oggi chi vuole sapere come stanno le cose, lo sa. Le inchieste oggi, quando proprio non si è riusciti più a smorzarle, finiscono sui giornali, con tanto di intercettazioni e testimonianze. Eppure i presunti colpevoli sono ancora là, qualcuno è finito in quarantena: sintomo che ci stiamo abituando sempre più al peggio del peggio.
Non solo: questi personaggi poi finiscono pure in televisione (Moggi, Gregoraci, Fiorani, Ricucci), dando il messaggio ai telespettatori che non è il merito, la qualità che viene premiata, dal sistema. Ma solo il peggio, l'assenza di merito e capacità.
Che segnale diamo ai giovani? Giusto il titolo di un precedente libro di Beha “Crescete e prostituitevi”.
Da una parte una politica che costa sempre di più, che non è in grado né ha voglia di risolvere i problemi del paese (costi dei servizi, lobby, snellimento della burocrazia, snellimento dei costi della macchina dello stato), dove è spesso difficile cogliere le differenze tra maggioranza e opposizione (pensiamo all'applauso bipartisan per Mastella, dopo gli arresti domiciliari per la moglie, pensiamo all'indulto, pensiamo alla legge elettorale senza i nomi, pensiamo alla legge sul rimborso elettorale...).
Quel basso impero così ben rappresentato dal bagaglino.
Dall'altra la mafia (le mafie) che stanno conquistando a poco a poco tutto il paese. Le parole di Falcone sulla Sicilia, governata da questo stato nello stato che è cosa nostra si possono oggi riproporre ed estendere a tutta l'Italia.
Che fare? Primo, non possiamo aspettare. I segnali dicono che siamo ad un passo dal baratro. Possiamo fidarci ancora di questa classe dirigente che non cambia?
Secondo: dobbiamo riprenderci la democrazia, questo stato (sono le parole del presidente Napolitano), dal basso.
Per voltare pagina serve una rivoluzione culturale, etica e sociale: nuove resistenze si muovono sul palcoscenico di internet e si muovono in tal senso.
Comitati, blog, iniziative ... le chiamano antipolitica, ma l'antipolitica sono loro. Non è vero che abbattendo questa Casta viene giù tutto lo stato. Al massimo verrà giù solo il residence dove si sono accampati.
Mi chiedevo come mai un giornalista così capace, così acuto, fosse stato messo in disparte dalla Rai. Forse è appunto per questo.
Un libro per capire e orientarsi in questa Italia e con questa classe dirigente. Se Pasolini aveva usato la metafora del Palazzo per spiegare cosa era diventato il potere (siamo negli anni 70), oggi Oliviero è passato al Residence (e come altro descrive il posto dove vivono questi potenti sempre pronti divertirsi, alle battute, senza un briciolo di pudore ?).
Un Residence, dunque, riempito da mestieranti della politica e del potere, che si preoccupano solo di mantenere il posto, autopromuoversi e autoassolversi, sbarrando le frontiere a quanti premono alle frontiere del Residence per entrarvi.
In che forme si esprime il potere: dalla televisione, usata come cassa di risonanza di quanto fanno e come strumento per raccogliere consenso.
In generale tutto il sistema di informazione, controllato dalla stessa politica, è diventato un cane da riporto anziché cane da guardia di questa classe dirigente.
Alla sanità pubblica, alle società miste pubblico-privato, le ex municipalizzate, diventate in pratica società di collocamento dei trombati alle elezioni.
Il calcio, altra cassa di risonanza (vedi Berlusconi, Tanzi e Cragnotti e prima ancora Agnelli), che non è riuscito a riformarsi nemmeno dopo lo scandalo di Calciopoli del 2006. Ci siamo accontentati di una Juventus in serie B, di un Moggi allontanato (fino a quando?) dal calcio ma non dal sistema di informazione, e basta.
Sugli scandali che si sono succeduti in poco tempo, Beha traccia una riflessione importante: oggi chi vuole sapere come stanno le cose, lo sa. Le inchieste oggi, quando proprio non si è riusciti più a smorzarle, finiscono sui giornali, con tanto di intercettazioni e testimonianze. Eppure i presunti colpevoli sono ancora là, qualcuno è finito in quarantena: sintomo che ci stiamo abituando sempre più al peggio del peggio.
Non solo: questi personaggi poi finiscono pure in televisione (Moggi, Gregoraci, Fiorani, Ricucci), dando il messaggio ai telespettatori che non è il merito, la qualità che viene premiata, dal sistema. Ma solo il peggio, l'assenza di merito e capacità.
Che segnale diamo ai giovani? Giusto il titolo di un precedente libro di Beha “Crescete e prostituitevi”.
Da una parte una politica che costa sempre di più, che non è in grado né ha voglia di risolvere i problemi del paese (costi dei servizi, lobby, snellimento della burocrazia, snellimento dei costi della macchina dello stato), dove è spesso difficile cogliere le differenze tra maggioranza e opposizione (pensiamo all'applauso bipartisan per Mastella, dopo gli arresti domiciliari per la moglie, pensiamo all'indulto, pensiamo alla legge elettorale senza i nomi, pensiamo alla legge sul rimborso elettorale...).
Quel basso impero così ben rappresentato dal bagaglino.
Dall'altra la mafia (le mafie) che stanno conquistando a poco a poco tutto il paese. Le parole di Falcone sulla Sicilia, governata da questo stato nello stato che è cosa nostra si possono oggi riproporre ed estendere a tutta l'Italia.
Che fare? Primo, non possiamo aspettare. I segnali dicono che siamo ad un passo dal baratro. Possiamo fidarci ancora di questa classe dirigente che non cambia?
Secondo: dobbiamo riprenderci la democrazia, questo stato (sono le parole del presidente Napolitano), dal basso.
Per voltare pagina serve una rivoluzione culturale, etica e sociale: nuove resistenze si muovono sul palcoscenico di internet e si muovono in tal senso.
Comitati, blog, iniziative ... le chiamano antipolitica, ma l'antipolitica sono loro. Non è vero che abbattendo questa Casta viene giù tutto lo stato. Al massimo verrà giù solo il residence dove si sono accampati.
Mi chiedevo come mai un giornalista così capace, così acuto, fosse stato messo in disparte dalla Rai. Forse è appunto per questo.
Il link per ordinare il libro su internetbookshop.
Il blog di Italiopoli.
Il blog di Oliviero Beha
Altri link per le Resistenze su internet:
Technorati: Oliviero Beha
26 agosto 2008
Il contesto di Leonardo Sciascia
In un paese che ricorda tanto l'Italia, qualcuno inizia ad ammazzare giudici e magistrati.
Su questo caso il ministro per la Sicurezza Nazionale mette l'investigatore più capace, l'ispettore Rogas.
Rogas mette assieme tutti i casi in comune dei magistrati e giudici uccisi (dove il primo faceva la pubblica accusa e il secondo la parte giudicante).
Trova una pista: un farmacista accusato di uxoricidio e condannato in base a prove probabilmente costruite per incastrarlo.
Ma il ministro e la squadra politica della polizia lo mettono su una seconda pista: un groppuscolo di rivoluzionari, uno dei tanti, che predicano la rivoluzione appunto e che si ritrova dietro un giornale “Rivoluzione permanente”.
Rogas entra in contatto con lo scrittore Nocio, che ospita malvolentieri uno di questi intellettuali della rivoluzione, contro lo stato borghese e le istituzioni, in realtà lui stesso molto più borghese di quelli che criticano.
Costui si chiama Galano ed è tra l'altro molto amico del ministro per la sicurezza.
Mentre la mano assassina continua ad ammazzare altri giudici (smentendo apparentemente la pista politica), Rogas scopre un complotto che coinvolge le alte cariche dello stato (tra cui il presidente della Corte Riches) e vertici militari.
“Occorre liberare questo stato, da coloro che lo detengono” pensa Rogas. Ma come fare, lui Rogas che di questo stato ne è parte, dunque anche lui detenuto?
Come liberarlo da coloro che gestiscono il potere per il potere, dividendosi tra maggioranza e opposizione in un gioco delle parti che il potere si assegna?
Dove tutte le ideologie, perfino quelle del partito di opposizione, il Partito della Rivoluzione, si piegano ad una ragione di stato, di uno stato che serve come scudo per proteggere imbrogli, ipocrisie e i pochi principi rimasti vengono derisi.Dove la giustizia viene paragonata ad una religione e i giudici a sacerdoti infallibili, come sostiene il procuratore Riches.
Dove i rivoluzionari predicano l'abbattimento dello stato borghese ma poi si ritrovano a cena col ministro per la Sicurezza.
Intellettuali capaci solo di inveire, proibire, inquisire: “Il fatto è che sono dei cattolici” riflette amaramente lo scrittore Nocio di fronte a Rogas.
Dei cattolici vecchi fanatici, funerari ..
Il contesto, scritto nel 1972, dopo le contestazioni del 68, l'autunno caldo, dopo le prime bombe della strategia della tensione, è una parodia, un racconto che partendo da fatti reali (un caso di presunto uxoricidio), racconta una realtà molto più estesa, usando anche gli strumenti dell'ironia e la stessa intelligenza dell'investigatore Rogas.
Che è uno che capisce, mette assieme i fatti, intuisce scenari inquietanti e per cui deve essere fermato. Per la ragione di stato.Si parte da un racconto poliziesco, per arrivare a raccontare di un malessere di uno Stato malato al suo interno da un cancro sempre più esteso.
“Ho cominciato a scriverlo per divertimento e l'ho finito che non mi divertivo più”.
Dietro alcuni personaggi del libro è possibile riconoscere delle persone reali: Nocio è Moravia, mentre dietro Galano, il suo ospite, si nasconde Franco Piperno, effettivamente amico del ministro degli interni Restivo. E, ovviamente, facile riconoscere dietro il Partito della Rivoluzione, quel PCI che nei primi anni 70 stentava a capire l'origine, i fini, e la matassa dei movimenti (rivoluzionari o terroristici) che nascevano a sinistra.
Le parole, profetiche, del finale del libro, dove Cusan giornalista amico di Rogas, riporta al vice segretario del partito di opposizione, i timori di Rogas:
- La ragion di stato, signor Cusan: c'è ancora come ai tempi di Richelieu. E in questo caso è coincisa, diciamo, con la ragion di partito...L'agente ha preso la più saggia decisione che potesse prendere: uccide anche Rogas.
- Ma la ragion di Partito.. Voi... La menzogna, la verità: insomma...
- Cusan quasi balbettava.
- Siamo realisti signor Cusan, non potevamo correre il rischio che scoppiasse una rivoluzione
– E aggiunse - Non in questo momento.- Capisco – disse Cusan.
- Non in questo momento.
Il link per ordinare il libro su internetbookshop.
Technorati: Leonardo Sciascia
Su questo caso il ministro per la Sicurezza Nazionale mette l'investigatore più capace, l'ispettore Rogas.
Rogas mette assieme tutti i casi in comune dei magistrati e giudici uccisi (dove il primo faceva la pubblica accusa e il secondo la parte giudicante).
Trova una pista: un farmacista accusato di uxoricidio e condannato in base a prove probabilmente costruite per incastrarlo.
Ma il ministro e la squadra politica della polizia lo mettono su una seconda pista: un groppuscolo di rivoluzionari, uno dei tanti, che predicano la rivoluzione appunto e che si ritrova dietro un giornale “Rivoluzione permanente”.
Rogas entra in contatto con lo scrittore Nocio, che ospita malvolentieri uno di questi intellettuali della rivoluzione, contro lo stato borghese e le istituzioni, in realtà lui stesso molto più borghese di quelli che criticano.
Costui si chiama Galano ed è tra l'altro molto amico del ministro per la sicurezza.
Mentre la mano assassina continua ad ammazzare altri giudici (smentendo apparentemente la pista politica), Rogas scopre un complotto che coinvolge le alte cariche dello stato (tra cui il presidente della Corte Riches) e vertici militari.
“Occorre liberare questo stato, da coloro che lo detengono” pensa Rogas. Ma come fare, lui Rogas che di questo stato ne è parte, dunque anche lui detenuto?
Come liberarlo da coloro che gestiscono il potere per il potere, dividendosi tra maggioranza e opposizione in un gioco delle parti che il potere si assegna?
Dove tutte le ideologie, perfino quelle del partito di opposizione, il Partito della Rivoluzione, si piegano ad una ragione di stato, di uno stato che serve come scudo per proteggere imbrogli, ipocrisie e i pochi principi rimasti vengono derisi.Dove la giustizia viene paragonata ad una religione e i giudici a sacerdoti infallibili, come sostiene il procuratore Riches.
Dove i rivoluzionari predicano l'abbattimento dello stato borghese ma poi si ritrovano a cena col ministro per la Sicurezza.
Intellettuali capaci solo di inveire, proibire, inquisire: “Il fatto è che sono dei cattolici” riflette amaramente lo scrittore Nocio di fronte a Rogas.
Dei cattolici vecchi fanatici, funerari ..
Il contesto, scritto nel 1972, dopo le contestazioni del 68, l'autunno caldo, dopo le prime bombe della strategia della tensione, è una parodia, un racconto che partendo da fatti reali (un caso di presunto uxoricidio), racconta una realtà molto più estesa, usando anche gli strumenti dell'ironia e la stessa intelligenza dell'investigatore Rogas.
Che è uno che capisce, mette assieme i fatti, intuisce scenari inquietanti e per cui deve essere fermato. Per la ragione di stato.Si parte da un racconto poliziesco, per arrivare a raccontare di un malessere di uno Stato malato al suo interno da un cancro sempre più esteso.
“Ho cominciato a scriverlo per divertimento e l'ho finito che non mi divertivo più”.
Dietro alcuni personaggi del libro è possibile riconoscere delle persone reali: Nocio è Moravia, mentre dietro Galano, il suo ospite, si nasconde Franco Piperno, effettivamente amico del ministro degli interni Restivo. E, ovviamente, facile riconoscere dietro il Partito della Rivoluzione, quel PCI che nei primi anni 70 stentava a capire l'origine, i fini, e la matassa dei movimenti (rivoluzionari o terroristici) che nascevano a sinistra.
Le parole, profetiche, del finale del libro, dove Cusan giornalista amico di Rogas, riporta al vice segretario del partito di opposizione, i timori di Rogas:
- La ragion di stato, signor Cusan: c'è ancora come ai tempi di Richelieu. E in questo caso è coincisa, diciamo, con la ragion di partito...L'agente ha preso la più saggia decisione che potesse prendere: uccide anche Rogas.
- Ma la ragion di Partito.. Voi... La menzogna, la verità: insomma...
- Cusan quasi balbettava.
- Siamo realisti signor Cusan, non potevamo correre il rischio che scoppiasse una rivoluzione
– E aggiunse - Non in questo momento.- Capisco – disse Cusan.
- Non in questo momento.
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Technorati: Leonardo Sciascia
25 agosto 2008
Praga 1968 - Georgia 2008
Berlino 1936 - Pechino 2008
Il saluto del preside cinese Hu Jintao a fianco di Jacques Rogge, presidente del Cio (Ansa)
Bush e Putin allo stadio di Pechino per l'inaugurazione (Afp)
Olimpiadi o Propagandiadi (come a Berlino 1936)? Sport o business e affari?
Abbiamo sdoganato il regime cinese, patria delle condanne a morte e del mancati rispetto dei diritti civili.
Da questa vergnogna ci parzialmente risollevato i nostri atleti.
Abbiamo sdoganato il regime cinese, patria delle condanne a morte e del mancati rispetto dei diritti civili.
Da questa vergnogna ci parzialmente risollevato i nostri atleti.
Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson
Un romanzo a metà tra il giallo, l'inchiesta giornalistica e il racconto di una storia familiare, quella della famiglia dei Vanger, a capo di un impero industriale in Svezia.
Gli ingredienti per appassionarsi alla storia ci sono tutti: l'ambientazione inedita in un paese dai costumi così diversi.
Una famiglia potente che nasconde tanti scheletri nell'armadio “una storia lunga e cupa, di odio, di liti familiari e smodata avarizia”.
E un insieme di personaggi che lasciano il segno per il loro carattere, per il lavoro che svolgono, per le vicende passate.A cominciare dal Mikael Blomkvist, giornalista finanziario per la rivista Millenium che subisce una condanna per diffamazione per una serie di articoli in cui cercava di mettere in luce i casi di corruzione dell'industriale Wennestrom.
Mikael viene contattato dal capostitite della famiglia Venger, Henrik Vanger, che gli affida un caso. Con la scusa di scrivere una biografia sulla sulla sua famiglia (senza nascondere nulla delle liti, del passato oscuro di alcuni esponenti), dovrà scoprire cosa è successo alla nipote Harriet scomparsa durante una riunione di famiglia, sull'isola di Hedeby, più di trent'anni fa.
Un caso semplice all'apparenza: come un delitto in una stanza chiusa. In realtà un enigma irrisolto, reso ancora più complesso dal fatto che qualcuno ogni anno invia a Henrik come dono un fiore per risvegliare il ricordo.Nell'inchiesta Mikael entra in contatto con vari esponenti della famiglia: dal vecchio e cupo Harald, alla figlia Cecilia, al fratello di Harriet, Martin.
Nell'inchiesta viene affiancato da Lisbeth Salander, altro personaggio che lascerà il segno nel lettore. Una ragazza dal carattere diffidente , chiuso, dotato forse proprio per il suo carattere sfuggente di un certo fascino.
Lisbeth, che collabora saltuariamente con un'agenzia investigativa è anche un abile hacker, aiuterà Mikael a scavare nella famiglia Vanger e tirar fuori vicende spaventose del passato. Una storia di uomini che odiano le donne.
Un libro che si fa leggete, che tiene incollato alle pagine, specie nella parte centrale, dove si entra nell'indagine nel passato e dove Stieg Larsson si mostra all'altezza dei migliori giallisti europei.
Peccato per la parte finale, dove cala la tensione emotiva della storia, dove si compie la vendetta di Mikael contro quei gruppi industriali dediti alla corruzione, all'evasione e ai traffici illegali.
Un po' troppo buonista. Ma forse è dovuto al fatto che questo è il primo volume di una trilogia, la Millenium trilogy.
Il link per ordinare il libro su internebookshop.
Technorati: Stieg Larsson
Gli ingredienti per appassionarsi alla storia ci sono tutti: l'ambientazione inedita in un paese dai costumi così diversi.
Una famiglia potente che nasconde tanti scheletri nell'armadio “una storia lunga e cupa, di odio, di liti familiari e smodata avarizia”.
E un insieme di personaggi che lasciano il segno per il loro carattere, per il lavoro che svolgono, per le vicende passate.A cominciare dal Mikael Blomkvist, giornalista finanziario per la rivista Millenium che subisce una condanna per diffamazione per una serie di articoli in cui cercava di mettere in luce i casi di corruzione dell'industriale Wennestrom.
Mikael viene contattato dal capostitite della famiglia Venger, Henrik Vanger, che gli affida un caso. Con la scusa di scrivere una biografia sulla sulla sua famiglia (senza nascondere nulla delle liti, del passato oscuro di alcuni esponenti), dovrà scoprire cosa è successo alla nipote Harriet scomparsa durante una riunione di famiglia, sull'isola di Hedeby, più di trent'anni fa.
Un caso semplice all'apparenza: come un delitto in una stanza chiusa. In realtà un enigma irrisolto, reso ancora più complesso dal fatto che qualcuno ogni anno invia a Henrik come dono un fiore per risvegliare il ricordo.Nell'inchiesta Mikael entra in contatto con vari esponenti della famiglia: dal vecchio e cupo Harald, alla figlia Cecilia, al fratello di Harriet, Martin.
Nell'inchiesta viene affiancato da Lisbeth Salander, altro personaggio che lascerà il segno nel lettore. Una ragazza dal carattere diffidente , chiuso, dotato forse proprio per il suo carattere sfuggente di un certo fascino.
Lisbeth, che collabora saltuariamente con un'agenzia investigativa è anche un abile hacker, aiuterà Mikael a scavare nella famiglia Vanger e tirar fuori vicende spaventose del passato. Una storia di uomini che odiano le donne.
Un libro che si fa leggete, che tiene incollato alle pagine, specie nella parte centrale, dove si entra nell'indagine nel passato e dove Stieg Larsson si mostra all'altezza dei migliori giallisti europei.
Peccato per la parte finale, dove cala la tensione emotiva della storia, dove si compie la vendetta di Mikael contro quei gruppi industriali dediti alla corruzione, all'evasione e ai traffici illegali.
Un po' troppo buonista. Ma forse è dovuto al fatto che questo è il primo volume di una trilogia, la Millenium trilogy.
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Technorati: Stieg Larsson
24 agosto 2008
Agosto, paese mio come ti riconosco
Sono partito in ferie con la pretestuosa polemica sulla sentenza dei giudici sulla strage alla stazione di Bologna, e torno che si parla sempre di giudici e magistrati per la riforma della giustizia.
Che fosse un pretesto per far rumore e non parlar d'altro lo si capisce dal fatto che è passato un mese e nessuno ha tirato fuori fatti nuovi sulla strage.
D'altronde se Fini vuole delle informazioni sul terrorismo nero, basta che chieda al compagno di partito Cristano De Eccher, il custode dei timer di Piazza Fontana.
Nel contempo i soliti soloni dell'informazione di regime hanno potuto pontificare sui fischi a Rotondi, sulla presunta censura...
E' successo di tutto in queste settimane, ma sembra che, come al solito per come vengono raccontate le cose non sia successo niente.
La guerra di Putin.
È scoppiata una guerra in Georgia, dove in un braccio di ferro tra Nato, Europa e Russia, sembra che abbia vinto la Russia.
Mentre i carri armati entravano a Gori, il ministro degli esteri Frattini era in vacanza con un volo di stato alle Maldive (ma seguiva tutto col telefono) e il premier trattava con Abhramovic per Scheva.
E Berlusconi ha pure sbandierato la sua amicizia con Putin, dittatore comunista, nemico della stampa e della libertà di informazione (comunione di intenti?), “se non era per la mia telefonata ..”.
Negli stessi giorni dove si discuteva sui carri armati a Praga e sul silenzio del PCI, i carri entravano in Georgia, e in pochi han provato vergogna.
Famiglia cristiana e comunista.
All'improvviso un giornale diretto da un prete, Famiglia Cristiana, diventava un giornale di cattocomunisti. Ma il PDL non doveva difendere l'identità cristiana, i valori, la religione?
Oppure è vero che, al solito, le critiche risultano indigeste a questo governo, a prescindere da chi le faccia.
Dopo la sostituzione come direttore dell'Unità, di Antonio Padellaro con Concita De Gregorio (senza che nessuno abbia spiegato perchè), lunedì mi compro il giornale delle Edizioni Paoline.
L'unica opposizione tollerata è quella che non si oppone.
Siamo passato dall'uscita di Castelli sulle morti bianche (cifre gonfiate per truffare lo stato); al boicottaggio di facciata prima delle olimpiadi in Cina (forse ci dovevamo pensare prima) da parte di esponenti di An; al sindaci sceriffi (diventati ufficiali di governo) che si improvvisano dispensatori di divieti (e il giornale inglese The Independent ci prende in giro).
A Roma divieto di rovistare nei cassonetti, altrove divieto di sostare nei parchi, di bivaccare ...
E non basta: dopo le pistole per i vigili, vogliono anche le celle nei comuni. Chi paga?
Il buco in Sicilia.
Dopo il buco al comune di Catania (900 ML di euro, gestione Scapagnini), il buco nella gestione rifiuti in Sicilia, dove iniziano a bruciare i cassonetti.
Morto il re viva il re.
Muore Antonio Gava e al suo funerale si ritrova tutta la vecchia DC (Pomicino incluso): tutti a rimpiangerlo e nessuno ha ricordato quello che ha combinato a Napoli, lo scempio della speculazione edilizia, dei fondi per il rilancio della città che non c'è mai stato.
Scarcerati e rimborsati: i vertici della giunta regionale di Abruzzo sono stati scarcerati. Essendo decaduta la giunta, prenderanno un bonus di 24000 euro e una rendita fissa che va da 3000-6000 euro.
Licenziamenti e sicurezza.
Trenitalia licenzia il ferroviere che aveva denunciato i problemi di sicurezza sugli Eurostar. I panni sporchi si lavano in famiglia? Si licenziano operai con stipendio da 1500 euro, perchè fannulloni, poi si premiano con bonus da milioni euro manager inefficienti (come Cimoli AD di Alitalia che nel 2006 percepiva uno stipendio di 1,5 ML di euro).
Come in Veneto dove la regione ha premiato 24 manager delle Asl, con un bonus di 960000 euro. Il Veneto ha un deficit di 284 ML di euro nella sanità.
Immigrate dunque colpevoli.
Una prostituta nigeriana fotografata seminuda dentro una cella.
Una peruviana, arrestata e tenuta in un centro di detenzione per una notte, perchè senza documenti (ma per il poliziotto non poteva che essere una prostituta).Forti coi deboli...
Eppure il papa ha parlato di “accoglienza ai poveri, immigrati, ammalati”.
Ici, federalismo, e tesoretto.
Bossi rivuole l'Ici. Poteva parlarne prima con Silvio.
Avvenire “con le tasse non si scherza”.
Tremonti fa resuscitare il tesoretto d'agosto: servirà per il federalismo fiscale?
Si abbatte l'incasso dell'IVA: sono tornati i furbetti.
Il pubblico senza opinione e i maestri del pensiero.
Moretti (inteso Nanni) e poi anche Scalfari, parlano di un paese senza opinione, senza memoria. Troppi opinionisti, poca informazione, poca coscienza.
Bene: se non fosse che sono le stesse persone che puntualmente criticano le manifestazione di piazza come quelle di Grillo (dove le opinioni ci sono eccome).
Nostalgia di Craxi.
La notizia che più mi ha colpito è stata l'uscita di Bossi su Craxi “Quando il povero Craxi mi chiese aiuto”.
È conclusa la mutazione genetica della Lega.
Riforma della giustizia.
Berlusconi cita Giovanni Falcone, per la sua riforma della giustizia.
Proprio lui: quello di Mangano e Dell'Utri.
Roba da far rivoltare i morti e i vivi: dove sono Scalfari e soci, giusto sul tema della memoria?Parla di separazione delle carriere: ma nessuno lo ha informato che sia Falcone che Borsellino sono passati dalla magistratura inquirente a quella giudicante. Proprio loro.
Ma in un paese senza memoria, senza vergogna, si possono raccontare le peggiori cazzate: nessuno giornalista televisivo si è permesso di rimarcare l'errore.
Nel frattempo le riforme sulla RAI, sui conflitti di interessi, le liberalizzazioni da completare, sono sempre lì ad aspettare.
Che dire: finite le vacanze ora al PD toccherà anche fare opposizione.
Come sarà: dialogante come lo vuole il PDL?
Dura come vorrebbero molti elettori?
Una cosa è certa: mentre non possiamo parlare di regime, assistiamo al cambio al vertice dell'Unità (il giornale che ha tenuto in questi anni una propria linea chiara, col vizio di fare giornalismo e informazione) e alla scomparsa (o ridimensionamento) di Blob dal palinsento Rai. Sostituito da due fiction.
A poco a poco ci distaccheremo del tutto dalla realtà, ci troveremo in un paese dove i medici hanno il camice immacolato e sono tutti premurosi e competenti (altro che la macelleria Santa Rita a Milano). Dove i poliziotti sono i buoni che prendono i cattivi (immigrati) e non picchiano i cittadini inermi come alla Diaz o a Bolzaneto.
Dove il cielo è blu e le case sono tutte linde e pulite, col televisore sintonizzato sul quiz quotidiano.
Buonanotte italia.
Che fosse un pretesto per far rumore e non parlar d'altro lo si capisce dal fatto che è passato un mese e nessuno ha tirato fuori fatti nuovi sulla strage.
D'altronde se Fini vuole delle informazioni sul terrorismo nero, basta che chieda al compagno di partito Cristano De Eccher, il custode dei timer di Piazza Fontana.
Nel contempo i soliti soloni dell'informazione di regime hanno potuto pontificare sui fischi a Rotondi, sulla presunta censura...
E' successo di tutto in queste settimane, ma sembra che, come al solito per come vengono raccontate le cose non sia successo niente.
La guerra di Putin.
È scoppiata una guerra in Georgia, dove in un braccio di ferro tra Nato, Europa e Russia, sembra che abbia vinto la Russia.
Mentre i carri armati entravano a Gori, il ministro degli esteri Frattini era in vacanza con un volo di stato alle Maldive (ma seguiva tutto col telefono) e il premier trattava con Abhramovic per Scheva.
E Berlusconi ha pure sbandierato la sua amicizia con Putin, dittatore comunista, nemico della stampa e della libertà di informazione (comunione di intenti?), “se non era per la mia telefonata ..”.
Negli stessi giorni dove si discuteva sui carri armati a Praga e sul silenzio del PCI, i carri entravano in Georgia, e in pochi han provato vergogna.
Famiglia cristiana e comunista.
All'improvviso un giornale diretto da un prete, Famiglia Cristiana, diventava un giornale di cattocomunisti. Ma il PDL non doveva difendere l'identità cristiana, i valori, la religione?
Oppure è vero che, al solito, le critiche risultano indigeste a questo governo, a prescindere da chi le faccia.
Dopo la sostituzione come direttore dell'Unità, di Antonio Padellaro con Concita De Gregorio (senza che nessuno abbia spiegato perchè), lunedì mi compro il giornale delle Edizioni Paoline.
L'unica opposizione tollerata è quella che non si oppone.
Siamo passato dall'uscita di Castelli sulle morti bianche (cifre gonfiate per truffare lo stato); al boicottaggio di facciata prima delle olimpiadi in Cina (forse ci dovevamo pensare prima) da parte di esponenti di An; al sindaci sceriffi (diventati ufficiali di governo) che si improvvisano dispensatori di divieti (e il giornale inglese The Independent ci prende in giro).
A Roma divieto di rovistare nei cassonetti, altrove divieto di sostare nei parchi, di bivaccare ...
E non basta: dopo le pistole per i vigili, vogliono anche le celle nei comuni. Chi paga?
Il buco in Sicilia.
Dopo il buco al comune di Catania (900 ML di euro, gestione Scapagnini), il buco nella gestione rifiuti in Sicilia, dove iniziano a bruciare i cassonetti.
Morto il re viva il re.
Muore Antonio Gava e al suo funerale si ritrova tutta la vecchia DC (Pomicino incluso): tutti a rimpiangerlo e nessuno ha ricordato quello che ha combinato a Napoli, lo scempio della speculazione edilizia, dei fondi per il rilancio della città che non c'è mai stato.
Scarcerati e rimborsati: i vertici della giunta regionale di Abruzzo sono stati scarcerati. Essendo decaduta la giunta, prenderanno un bonus di 24000 euro e una rendita fissa che va da 3000-6000 euro.
Licenziamenti e sicurezza.
Trenitalia licenzia il ferroviere che aveva denunciato i problemi di sicurezza sugli Eurostar. I panni sporchi si lavano in famiglia? Si licenziano operai con stipendio da 1500 euro, perchè fannulloni, poi si premiano con bonus da milioni euro manager inefficienti (come Cimoli AD di Alitalia che nel 2006 percepiva uno stipendio di 1,5 ML di euro).
Come in Veneto dove la regione ha premiato 24 manager delle Asl, con un bonus di 960000 euro. Il Veneto ha un deficit di 284 ML di euro nella sanità.
Immigrate dunque colpevoli.
Una prostituta nigeriana fotografata seminuda dentro una cella.
Una peruviana, arrestata e tenuta in un centro di detenzione per una notte, perchè senza documenti (ma per il poliziotto non poteva che essere una prostituta).Forti coi deboli...
Eppure il papa ha parlato di “accoglienza ai poveri, immigrati, ammalati”.
Ici, federalismo, e tesoretto.
Bossi rivuole l'Ici. Poteva parlarne prima con Silvio.
Avvenire “con le tasse non si scherza”.
Tremonti fa resuscitare il tesoretto d'agosto: servirà per il federalismo fiscale?
Si abbatte l'incasso dell'IVA: sono tornati i furbetti.
Il pubblico senza opinione e i maestri del pensiero.
Moretti (inteso Nanni) e poi anche Scalfari, parlano di un paese senza opinione, senza memoria. Troppi opinionisti, poca informazione, poca coscienza.
Bene: se non fosse che sono le stesse persone che puntualmente criticano le manifestazione di piazza come quelle di Grillo (dove le opinioni ci sono eccome).
Nostalgia di Craxi.
La notizia che più mi ha colpito è stata l'uscita di Bossi su Craxi “Quando il povero Craxi mi chiese aiuto”.
È conclusa la mutazione genetica della Lega.
Riforma della giustizia.
Berlusconi cita Giovanni Falcone, per la sua riforma della giustizia.
Proprio lui: quello di Mangano e Dell'Utri.
Roba da far rivoltare i morti e i vivi: dove sono Scalfari e soci, giusto sul tema della memoria?Parla di separazione delle carriere: ma nessuno lo ha informato che sia Falcone che Borsellino sono passati dalla magistratura inquirente a quella giudicante. Proprio loro.
Ma in un paese senza memoria, senza vergogna, si possono raccontare le peggiori cazzate: nessuno giornalista televisivo si è permesso di rimarcare l'errore.
Nel frattempo le riforme sulla RAI, sui conflitti di interessi, le liberalizzazioni da completare, sono sempre lì ad aspettare.
Che dire: finite le vacanze ora al PD toccherà anche fare opposizione.
Come sarà: dialogante come lo vuole il PDL?
Dura come vorrebbero molti elettori?
Una cosa è certa: mentre non possiamo parlare di regime, assistiamo al cambio al vertice dell'Unità (il giornale che ha tenuto in questi anni una propria linea chiara, col vizio di fare giornalismo e informazione) e alla scomparsa (o ridimensionamento) di Blob dal palinsento Rai. Sostituito da due fiction.
A poco a poco ci distaccheremo del tutto dalla realtà, ci troveremo in un paese dove i medici hanno il camice immacolato e sono tutti premurosi e competenti (altro che la macelleria Santa Rita a Milano). Dove i poliziotti sono i buoni che prendono i cattivi (immigrati) e non picchiano i cittadini inermi come alla Diaz o a Bolzaneto.
Dove il cielo è blu e le case sono tutte linde e pulite, col televisore sintonizzato sul quiz quotidiano.
Buonanotte italia.
01 agosto 2008
Il più crudele dei mesi
Da qualche anno agosto, il mese dedicato alle ferie e al riposo, mi arriva addosso senza come un'incombenza, come un peso.
Mi pesa prepararmi per la partenza, il dover chiudere col lavoro, il dover staccare dal tran tran ..
Eppure mai come quest'anno ho bisogno di riposo.
Spero di trovare le cose così come le ho lasciate: un paese alle prese con i problemi della quotidianità che non riesce ad alzare la testa all'orizzonte.
Un paese che si sta abituando alle peggiori abitudini.
E agosto è anche il mese dive si preparano le peggiori porcate: dall'indulto nel 2006, agli scandali della passata stagione (calciopoli, vallettopoli, ecc ecc) ..
Se il non riuscire a staccare dalle proprie abitudini è un sintomo di vecchiaia, devo iniziare a preoccuparmi.
Sto invecchiando, vedo il bicchiere sempre mezzo vuoto, e non riesco più ad essere ottimista.
Uno vorrebbe una vita serena, un lavoro che ti porti ad arrivare a sera soddisfatto di quello che hai fatto, una famiglia (perchè quella la vogliamo tutti), l'amore (idem come sopra).
Tutto questa sembra improvvisamente diventato un lusso.
O forse, più probabilmente, qualcosa che non riusciamo più a raggiungere e conquistare.
Buone vacanze a tutti.
Mi pesa prepararmi per la partenza, il dover chiudere col lavoro, il dover staccare dal tran tran ..
Eppure mai come quest'anno ho bisogno di riposo.
Spero di trovare le cose così come le ho lasciate: un paese alle prese con i problemi della quotidianità che non riesce ad alzare la testa all'orizzonte.
Un paese che si sta abituando alle peggiori abitudini.
E agosto è anche il mese dive si preparano le peggiori porcate: dall'indulto nel 2006, agli scandali della passata stagione (calciopoli, vallettopoli, ecc ecc) ..
Se il non riuscire a staccare dalle proprie abitudini è un sintomo di vecchiaia, devo iniziare a preoccuparmi.
Sto invecchiando, vedo il bicchiere sempre mezzo vuoto, e non riesco più ad essere ottimista.
Uno vorrebbe una vita serena, un lavoro che ti porti ad arrivare a sera soddisfatto di quello che hai fatto, una famiglia (perchè quella la vogliamo tutti), l'amore (idem come sopra).
Tutto questa sembra improvvisamente diventato un lusso.
O forse, più probabilmente, qualcosa che non riusciamo più a raggiungere e conquistare.
Buone vacanze a tutti.
Teneri assassini di Giancarlo De Cataldo
"E' l'ambiguo confine delle cose che ci attrae
il ladro onesto, il tenero assassino
l'ateo superstizioso, la donna perduta
che l'anima riscatta amando nei romanzi francesi alla moda
li guardiamo mantenere un incerto equilibrio
tra il filo sospeso e la caduta"
Roberto Browning, Bishop Blaugram's Apology
I "teneri assassini" del titolo sono quelle persone che vivono in bilico tra delinquenza e una vita normale.
Personaggi usciti dall'esperienza di magistrato di De Cataldo: il barista alle prese con la banda di teppistelli, ragazzini bene che diventano assassini per noia, il trans in mezzo ad una banda di neonazie il ragazzo tormentato dalla malattia della madre.
Sono persone che poi, di fronte alla scelta, al bivio, non riescono a scegliere la via del bene, ma invitabilmente, inesorabilmente scivolano verso il basso, verso la caduta.
Un mondo cresciuto in base ai messaggi e ai miti della TV, senza particolari disagi sociali, ne problemi.
Semplicemente teneri assassini.
Il link per ordinare il libro su ibs.
Technorati: Giancarlo De Cataldo
Sinistra di bivacco e di salotto
Cosa è peggio?
La colonia estiva di Condor o la sinistra dei salotti ?
I finti giovani per le montagne o i giovani vecchi che si ritrovano nei salotti (o attorno ad un tavolo) e nelle fondazioni?
La colonia estiva di Condor o la sinistra dei salotti ?
I finti giovani per le montagne o i giovani vecchi che si ritrovano nei salotti (o attorno ad un tavolo) e nelle fondazioni?
Expo di Milano, inaugurazione a Roma
A Palazzo Chigi la prima riunione del Comitato di Indirizzo e Pianificazione Expo Milano, convocata da Gianni Letta.
L'Expo di Milano si inaugura a Roma: col sindaco Moratti, qualche rappresentante delle associazioni locali, e poi ministri, sottosegretari e poi lui.
Il gran cerimoniere: che dal ponte sullo stretto, alla Salerno Reggio C. è sempre in prima fila alle cerimonie.
L'Expo di Milano si inaugura a Roma: col sindaco Moratti, qualche rappresentante delle associazioni locali, e poi ministri, sottosegretari e poi lui.
Il gran cerimoniere: che dal ponte sullo stretto, alla Salerno Reggio C. è sempre in prima fila alle cerimonie.
Il processo show sul caso Englaro
Perchè nessuno protesta su come la procura di Milano sta gestendo il caso Englaro?
Col procuratore generale che racconta della sua decisione di ricorrere contro la sentenza della Cassazione, prima ai giornali (su Repubblica) che non alla famiglia.
Non bastava l'accanimento terapeutico.
Anche quello giudiziario, e in questo caso proprio di accanimento si deve parlare.
Sulla procura si sono abbattute le pressioni del fronte politico: non sia mai che ci perdiamo una vita, per scelta nostra.
Possiamo morire per tumore causato dagli inceneritori, per qualche fuoriuscita nucleare dalle centrali o dalle basi militari, per il pm 10, sul lavoro (per il ministro Scajola le morti bianche sono solo una voce di spesa nel capitolato) .... ma non possiamo scegliere da noi di sospendere una cura inutile.
Col procuratore generale che racconta della sua decisione di ricorrere contro la sentenza della Cassazione, prima ai giornali (su Repubblica) che non alla famiglia.
Non bastava l'accanimento terapeutico.
Anche quello giudiziario, e in questo caso proprio di accanimento si deve parlare.
Sulla procura si sono abbattute le pressioni del fronte politico: non sia mai che ci perdiamo una vita, per scelta nostra.
Possiamo morire per tumore causato dagli inceneritori, per qualche fuoriuscita nucleare dalle centrali o dalle basi militari, per il pm 10, sul lavoro (per il ministro Scajola le morti bianche sono solo una voce di spesa nel capitolato) .... ma non possiamo scegliere da noi di sospendere una cura inutile.