10 settembre 2008

Estrema fiducia nello stato

Cosa nostra ha bruciato la casa del giudice antimafia Giacomo Montalbano.

Giacomo Montalbano è stato presidente del collegio del tribunale delle
misure di prevenzione che ha ordinato lo scorso mese la confisca di beni per 240
milioni di euro all'imprenditore Pietro Di Vincenzo di Caltanissetta.
Prima di lasciare gli uffici del gip di Palermo, Montalbano ha ordinato gli arresti dei
favoreggiatori di Bernardo Provenzano
, nell'operazione "Grande mandamento" e si
è occupato dell'inchiesta sulle "talpe nella Dda" che coinvolgeva l'imprenditore
Michele Aiello e l'ex presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro.
Montalbano è tutelato dai carabinieri.

Cosa nostra, quella cosa che è scomparsa dai giornali, dalla televisione, dall'agenda politica e che viene ricordata solo ad ogni morte di giudice...
Ve la ricordate?

Sì, chi paga il pizzo, chi viene estorto, chi è costretto a stringere accordi con l'eccellenza per poter lavorare, chi vive sotto la minaccia di cosa nostra, sa di cosa parlo.

Per gli altri potrebbe essere una notizia come altre.
Per quelli che vedono la Sicilia come la terra dei sapori, del mare, dei cannoli alla ricotta ...
insomma quella rappresentata bene dalle fiction.

D'altronde non riguarda rom, immigrati, spacciatori, prostitute, estremisti della sinistra massimalista (quelli che bruciano le bandiere degli Stati Uniti) contro cui questo governo ha mostrato la faccia dura.

Il giudice Montalbano, dopo l'attentato si è detto fiducioso nello Stato. Vediamo.

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