24 settembre 2008

Il diluvio Alitalia, stipendi, privilegi e mercato

Un pò di chiarezza su tutta la vicenda Alitalia, ieri sera a Ballarò.
Dove Epifani ha spiegato il suo no, sulla parte contrattuale. I piloti hanno spiegato le loro ragioni.
E Scajola smentiva il suo stesso premier, affermando che oltre Cai non esistevano altre piste. Invece pare che esista ancora in piedi la trattavita con Lufthansa.
In studia anche il giornalista Stella che parlava di "diluvio di informazioni su Alitalia, per cui si hanno tante informazioni che alla fine si perde di vista la questione".

Ci si dimentica di quanto diceva Tabacci quando era ancora al governo col controdestra "Alitalia è il simbolo del bipolarismo all'italiana".
Ci si dimentica che privilegi (presunti) e stipendi di piloti sono nella norma con quelli europei.

E ci si dimentica del vero problema: ma gli italiani, cosa ci guadagnano da questa soluzione? Dall'accollarsi i debiti della bad company (1,5 miliardi di euro); dell'avere una nuova situazione di monopolio per le tratte italiane (monopolio sancito dal governo col decreto per Alitalia)? Bene salvaguardare l'italianità, ma anche gli italiani.
Italiani che hanno avuto la crescita più bassa degli stipendi in europa dal 2000. Il 70% ha meno di 1300 euro. Dove l'occupazione femminile è supeiore solo a quella di Malta.
Crescita zero in tutti i sensi. Inflazione al 4%, mentre l'inflazione programmata da Tremonti (cui legare gli accordi contrattuali) è fissata al 1,7%.

Ecco, in queste situazioni bello sentire Abete (quello legato ai vari crac) parlare come il Conte Uguccione, sostenendo che era favorevola alla soluzione Air France. Anche lui come Epifani, uno che la da via solo agli stranieri?

Infine il mercato: quello che non c'è, non essendoci poca o nessuna concorrenza in Italia, paese di cartelli, lobby e privilegi.

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