01 ottobre 2008

PD: Cosa vogliamo fare?

Mi chiedo cosa vogliamo fare?
Cosa vogliamo fare, noi all'opposizione.
Assistiamo alla privatizzazione all'italiana di Alitalia. Anzichè criticare i capitani coraggiosi, scendere in piazza assieme ai lavoratori di terra, ai piloti, agli assistenti, abbiamo aiutato il governo a salvare se stesso.

Di certo non il contribuente: che di una Cai che agirà da monopolista, in mano a quattro "banditi" come gridavano i piloti, non sa che farsene.
Assistiamo alla presa di posizione di Confindustria contro la CGIL: la Marcegaglia ha evidentemente imparato la lezione. Dividi i sindacati, mettili alle spalle al muro, minaccia e loro si disuniranno e faranno quello che chiedi (meno stipendi, più ore di lavoro, meno tutela ...).

Assistiamo ad un governo che lavora per decreti, che non discute in aula, che attacca magistrati, Corte costituzionale, querela giornalisti "cani sciolti".
E cosa fa il signor Veltroni? anzichè fare opposizione se ne esce con una ovvietà "Berlusconi mente".
Segue il governo sulla strada della separazione delle carriere, quando sappiamo benissimo che è la solita riforma fatta per far funzionare peggio la giustizia, che avrebbe bisogno di altro.
Attacca Grillo, dicendo che da quando Berlusconi è al governo non lo attacca (ma lo leggi il blog?). Attacca Di Pietro che si permette di definire "papista" il presidente della Repubblica (da quando è un offesa).
Di Pietro che è l'unico che fa opposizione dura dall'inizio. Non ha aspettato l'autunno.
Non ho capito cosa vuol fare Walter da grande?

Vuole essere l'unico interlocutore di Berlusconi?
Vuole avere l'unico che monopolizza le piazze?
Di questo passo la manifestazione di ottobre sarà un fiasco.Questa opposizione, questo governo ombra, questo Partito Democratico mi ha deluso.

Il sistema Italia è a rischio: a rischio lo stato di diritto (parola del presidente emerico della Corte Onida "Se il Lodo Alfano passerà, nel nostro Paese sarà a rischio lo stato di diritto"); in crisi lo stato della finanza, con la crisi delle nostre banche Unicredit e Banca Intesa (che a loro volta possiedono i debiti delle amministrazioni pubbliche); in crisi industria, università e ricerca, già persi da un pezzo.

Non è più tempo per incompetenti e improvvisatori.

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