28 ottobre 2008

Report Il sindacalista

Come sono organizzati, quanto costano, quali e quanti gli iscritti dei sindacati italiani. Sia quelli confederali, che quelli di base.
L'inchiesta di Iovene per Report ha cercato di fare chiarezza nel mondo dei sindacati: ne è vento fuori un quadro poco chiaro.

In Italia abbiamo tante sigle, che si autocertificano gli iscritti (come per l'ultimo nato l'UGL). Dovrebbero fare gli interessi dei lavoratori, difenderne stipendio, posto di lavoro e salute: eppure ci sono situazione dove i sindacati non si sono mai visti (come a Cisterna, per i lavoratori della Goodyear morti per amianto); oppure altre dove i delegati sindacali vengono minacciati (in diretta, via sms, come per i lavoratori portuali a Napoli, sugli aliscafi).

Come sulla Pontina, dove un gruppo di lavoratori pakistani era stato licenziato da una cooperativa, dove lavoravano anche 15 ore al giorno.Di fallimento in fallimento, le coop cambiavano nome e non pagavano mai le tasse e i lavoratori ....

Poi c'è il caso della Esselunga, con le minacce ai lavoratori (ma ai dirigenti "non risulta").
Poi ci sono i lavoratori in Telecom, che fanno lo stesso lavoro, ma percepiscono stipendi diversi: alcuni di questi erano interinali, assunti tramite i sindacati, quelli che hanno firmato il contratto delle Telecomunicazioni con l'azienda.

Poi ci sono i disoccupati organizzati a Napoli, gli indultati, quelli che hanno frequentato (a proprie spese) un corso di operatore sanitario: tutti hanno riceuto promesse (come è normale al sud), tutti scendono in piazza a manifestare ...
Troppe sigle, grande caos e poca tutela. E trattative lunghe per il rinnovo dei contratti.

Il business dei finanziamenti per la formazione.
Parliamo di 8 miliardi di euro, dalla UE e dalla regoni che si spartiscono enti dei sindacati, enti religiosi o enti vicini alle aziende.
Fondi gestiti in modo poco trasparente, come testimonia il caso della IAL Cisl, 600 ML di euro di cui sono prese le tracce.
Questo spiega la scarsa adesione, dei lavoratori giovani, ai sindacati. Diceva un operaio metalmeccanico " Il sindacato deve ritornare in catena di montaggio, non dopo fare 5 anni o 10 andare in politica".

Permessi e distacchi.
I delegati sindacali godono di permessi per svolgere le loro funzioni. Il totale delle loro ore (sottratte all'azienda) costa circa 20000 euro/anno e vorremmo che fossero soldi spesi bene. Poi ci sono i distacchi: lavoratori che lasciano l'azienda pubblica o privata, per spostarsi temporaneamente a lavorare nel sindacato.

Se l'azienda è privata, paga il sindacato il distacco; se è pubblica paghiamo noi. Il totale per i distacchi è di circa 120 ML euro/anno, per 3300 distaccati.
Troppi? Pochi?
Non lo so: certo è che i distacchi dovrebbero essere a tempo. Dopo una parentesi nel sindacato, le persone dovrebbero tornare a fare il proprio lavoro.

Quante sono le sigle, quanti gli iscritti?
Esistono 22 sigle di sindacati nel pubblico principali.
73 nei ministeri.
77 dei pensionati.
Il loro peso sta negli iscritti, ma sono numeri impossibili da verificare visto che le sigle si autocertificano i numeri. Più una sigla è pesante, più riesce ad entrare nelle trattative, negli accordi.Con le autocertificazioni si entra nei Consigli di Indirizzo e Vigilanza, nei Comitati Paritetici, nei Consigli Provinciali dell’Inps, Inail etc.

Non esiste un bilancio consolidati dei sindacati confederali: l'unica cosa che sappiamo sono gli stipendi: Angeletti (UIL) 4000 euro; Epifani (CGIL) 3000 euro; Bonanni (CISL) 4000 euro .. circa.

Un'altra triste scoperta riguarda le immagini che si mandano in onda sulle trattative: sono scene preparate apposta per la televisione, una rappresentazione mediatica.
Non a costo zero, ovviamente.

Concludeva la Gabanelli con la speranza di una riforma dei sindacati, più vicini ai lavoratori, più indipendenti dai partiti, più trasparenti:
"La percezione diffusa è che sia lontano dal mondo del lavoro, e che ci si rivolga al sindacato solo quando si ha l’acqua alla gola. Non è un caso se il maggior numero di iscritti è proprio fra i pensionati, perché lì c’è un coinvolgimento diretto.

Quindi da una parte una società che non partecipa, dall’altra un sindacato incapace di autoriformarsi e in tempi di crisi, con tanta manodopera disponibile apoco prezzo in cambio di nessun diritto, se non ci si rimette tutti in gioco si rischia di perdere l’unico strumento di difesa che abbiamo perché dopo non c’è più niente."


La puntata si chiudeva col paragone con la Svezia: "Il posto delle favole".
In Svezia esistono 3 sindacati che si dividono i lavoratori per settore, coprendo circa l'80% del totale.I leader hanno uno stipendio molto più alto (circa 10000, 12000 euro), ma la trasparenza è massima.
Non esitono conflitti, scioperi (se non sotto accordo), ne distaccati.
Il loro compito è garantire la stabilità ed alta produttività alle imprese.Un gioco in cui tutti ci guadagnano.
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