09 novembre 2008

Noi, che non siamo imbecilli

Avrei potuto anche scrivere noi che non siamo tutti Berlusconi, o noi che siamo tutti “abbronzati”: ma il senso è lo stesso.
Ci tocca tornare alla brutta affermazione del nostro premier Berlusconi sul neo presidente Barack Obama, per sottolinearne la gravità, non una semplice battuta, come qualcuno la vorrebbe far passare.

Questa frase rimarca, semmai ce ne fosse ulteriore bisogno, la qualità della persona che la esprime. No, caro signor Berlusconi, con la razza, col colore della pelle, con la segregazione, con la violenza razziale (e le minacce di morte che Annozero ha riportato) non si scherza.
E non è la stessa cosa di quando si da del nano, alla stessa persona: non mi risultano discriminazioni sull'altezza delle persone.
Viceversa dovrebbero essercene sull'intelligenza e sul buon senso di chi governa.
Che avrebbe dovuto almeno ammettere la cattiva uscita, la gaffe: ci saremmo risparmiati noi una cattiva figura internazionale (noi che siamo rappresentati come il paese della mafia, del padrino, dei rifiuti, della corruzione).
Pensare che Obama abbia vinto solo perchè bello e abbronzato è semplicemente superficiale: significa non aver colto il messaggio di Obama quando parla a tutti quelli che, negli anni del governo dell'amico Bush, sono stati traditi dal sogno americano.
L'inganno del sogno americano. Come gli operai di Ground Zero, lasciati senza cure da parte del governo che sulle ceneri di Ground Zero ha costruito la sua retorica.
Garantire una sanità per tutti, dare a tutti la possibilità di mandare i figli all'università per migliorare la propria posizione sociale, non sono parole di una persona abbronzata.

1500 commenti al NY Times, reazioni da tutti i giornali esteri, una brutta figura mondiale: è tempo anche per noi di cambiare.

Il sito dedicato del neo presidente :Change.gov!
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1 commento:

Mi raccomando, siate umani