03 marzo 2009

Profondo nero di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza

Ho terminato il viaggio lungo il filo nero che lega i misteri della morte di Enrico Mattei, Mauro De Mauro e Pier Paolo Pasolini.Un viaggio che parte dall'Italia che si poteva avere (emancipata dal controllo americano, sia politico che energetico). All'Italia in cui i segreti non si potevano svelare: e infatti De Mauro e Pasolini hanno pagato con la loro morte (questa l'ipotesi degli autori e non solo) il tentativo di svelare il lato criminale del potere economico e parlamentare italiano.I legami occulti e eversivi che mettevano assieme pezzi dello stato, imprenditori e mafiosi.
Sarebbe bastato leggere Petrolio, e andare oltre il tema della sessualità (del personaggio Carlo) per vedere il volto nascosto e stragista dell'Italia.Possibile che l'autore di questa denuncia sia morte solo per una lita tra "froci".
Ecco: questa è l'Italia da cui siamo partiti.
Quale è quella dove siamo arrivati? Dei vari tentativi di golpe, di spostamento dell'asse democratico del paese, cosa è rimasto?

Nell'ultimo capitolo gli autori fanno un salto: da Cefis a Gelli fino ad arrivare al potente dei giorni nostri. Il presidente del Consiglio Berlusconi.
Nel 1975 la summa ideologica del piduismo è il Piano di rinascita Democratica che Licio Gelli considera la bibbia della nuova Italia.Nel 2008 gran parte del lavoro è fatta, a guardare quella che è diventata la Seconda Repubblica.Ci sono voluti trent'anni, ma il golpe bianco è quasi compiuto. con Berlusconi (tessera P2 1816), tre volte premier, con record di longevità governativa che adesso aspira al Quirinale ed è indicato proprio da Gelli come suo successore.
Il golpe è stato realizzato senza eserciti ne divise. Ma non sono bastati l'esplosione della Lega Nord e dello Scandalo di Tangentopoli per dare una spallata ai partiti tradizionali. Ci sono volute le esplosioni a base del tritolo: le stragi del 1992, l'eccidio di Capaci e di via D'Amelio, l'estrema evoluzione della strategia della tensione, pianificata da menti raffinate per sbloccare il sistema politico italiano.Solo con la morte di Falcone e Borsellino e dopo gli attentati mafiosi del 1993, infati, si è compiuta la definitiva svolta politica che ha cancellato la Dc, il Psi e i partiti laici minori, e ha aperto la strada alla Seconda Repubblica, con la discesa in campo di Berlusconi, in un Italia completamente ipnotizzata dall'imperio mediatico televisivo. E' l'Italia di oggi: un paese totalmente prigioniero, come aveva profetizzato Pasolini, di un'omologazione repressiva, pur se ottenuta attraverso l'imposizione dell'edonismo e del "joie de vivre".
Un'Italia ingannata, derisa, schiava. Aveva ragione il poeta a essere ossessionato dall'uomo nero del petrolio e della finanza italiana.


Il post sul blog di Chiarelettere.
L'intervista di Pino Pelosi sul
Messaggero, dove parla di altre persone presenti a Ostia.
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