L'intervento di Travaglio ad Annozero del 15 ottobre (io sono l'eletto).
Ma è proprio vero che Silvio Berlusconi è sempre stato assolto?
Finora ha subìto 16 processi. Quattro stanno per ripartire, ora che la Consulta l'ha spogliato dello scudo spaziale del lodo Alfano: corruzione giudiziaria del testimone David Mills, fondi neri di Mediaset sui diritti tv (frode fiscale, falso in bilancio, appropriazione indebita); fondi neri Mediatrade (appropriazione); istigazione alla corruzione di alcuni senatori.
Gli altri 12 si sono conclusi, e solo tre con assoluzioni nel merito.
Negli altri nove i giudici han stabilito che ha commesso il reato o che non era innocente, ma non c’era niente da fare. O per prescrizione, o perchè sono cambiate le leggi.
Una non l’ha fatta lui: l’amnistia del ‘90 che l’ha salvato da sicura condanna per falsa testimonianza sulla P2; e per un falso in bilancio nell’acquisto di terreni a Macherio dove c'è Veronica.
Poi c’è la prescrizione, che, senza bisogno di leggi nuove, è scattata in due processi.
Per All Iberian/ 1, cioè per i finanziamenti illeciti per 23 miliardi sui conti svizzeri di Craxi, Berlusconi e Craxi sono stati condannati in Primo grado; ma in appello e in Cassazione i reati sono stati considerati prescritti, grazie alle attenuanti generiche che hanno accorciato i tempi. Ma il fatto è accertato, nessun'assoluzione nel merito.
L’altro processo prescritto è quello Mondadori: corruzione giudiziaria del giudice Vittorio Metta, pagato con soldi Fininvest dagli avvocati Previti, Pacifico e Acampora, in cambio della sentenza che trasferì la proprietà della casa editrice da De Benedetti al Cavaliere. La Corte d’appello di Milano ha prosciolto subito Berlusconi per prescrizione, anche qui dopo avergli concesso le attenuanti generiche.
Ma c’è la condanna definitiva del giudice Metta e degli avvocati Previti & C. per la compravendita di quel verdetto. Nella sentenza si legge: “La retribuzione del giudice corrotto è fatta nell’interesse e su incarico del corruttore”. Più avanti si parla di “privato corruttore”. E chi sarà mai il privato corruttore? In base a quella sentenza, il giudice civile Raimondo Mesiano ha condannato in I grado la Fininvest a risarcire 750 milioni a De Benedetti perché il presidente del Consiglio, allora rappresentante legale e amministratore delegato di Fininvest, è “corresponsabile della vicenda corruttiva”.
Poi ci sono i processi mandati in fumo dalla legge Berlusconi del 2001 sul falso in bilancio: reato per metà depenalizzato e per metà degradato a contravvenzione, con pena e prescrizione dimezzate.
Uno è All Iberian/ 2, per i fondi neri esteri per pagare Craxi, Previti e i giudici e per operazioni su Telecinco, Mondadori, Standa e Tele+.
L’altro è Sme-Ariosto/ 2, per altri fondi neri agli avvocati Fininvest e ai giudici. In questi due processi il Tribunale scrive: “Il fatto non è più previsto dalla legge come reato”: era reato quando Berlusconi lo commise, poi andò al governo e lo cancellò.
In altri tre processi, la prescrizione è stata dimezzata per legge e ha mandato tutto in fumo: fondi neri nel passaggio del calciatore Lentini dal Torino al Milan; bilanci falsi Fininvest 1988-’92; falsi in bilancio sul consolidato per 1500 miliardi di lire di fondi neri su 64 società offshore.
In tutto, per ben sei volte i giudici hanno concesso a Berlusconi le attenuanti generiche, perchè incensurato. Bastava una condanna e non le avrebbe avute mai, così le prescrizioni, in caso di reato accertato, si sarebbero trasformate in condanne.
Ora il Tribunale di Milano dice che, se Mills non fosse stato corrotto da Berlusconi per mentire al processo sulla Guardia di Finanza, il Cavaliere sarebbe stato condannato per le mazzette alle Fiamme Gialle: “Mills ha agito certamente da falso testimone” anche per “consentire a Silvio Berlusconi l'impunità dalle accuse”. Mills l’aveva scritto al suo commercialista: “La mia testimonianza ha tenuto Mr. B fuori da un sacco di guai”. Mills, secondo la sentenza di primo grado, non disse tutto quel che sapeva su Berlusconi, che così ottenne in Cassazione l’insufficienza di prove. Gli è andata bene: se veniva condannato, nei processi successivi niente attenuanti nè prescrizione.
Ora ripartono i quattro processi congelati dal Lodo . Ma sui principali incombe implacabile la prescrizione.
Nel processo Mills sarebbe scattata nel 2016, ma la legge ex-Cirielli, fatta dal secondo governo Berlusconi, l'ha retrocessa al 2011: troppo pochi due anni per celebrare tre gradi di giudizio.
Nel processo sui fondi neri Mediaset, il condono fiscale del 2003 s'è mangiato quasi tutte le frodi fiscali; e la Cirielli s'è mangiata i falsi in bilancio e l'appropriazione indebita per 170 milioni di dollari. Le restanti frodi si prescrivono fra due-tre anni.
A Roma, per la compravendita dei senatori, la Procura ha già chiesto l’archiviazione.
Resta il processo Mediatrade, cui s'interessa anche la giustizia svizzera per una presunta operazione di riciclaggio di alcuni dirigenti Mediaset, dopo il sequestro di ben 100 milioni di euro al produttore egizian-americano Frank Agrama, accusato di essere “socio occulto” del Cavaliere. Il rischio è che le toghe rosse che non ha mai incontrato in Italia, Berlusconi le incontri in Svizzera. Che, com’è noto, pullula di comunisti.
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