I pezzi mancanti: Viaggio nei misteri della mafia – di Salvo Palazzolo.
C'è un filo che lega tutte le persone il cui impegno per la lotta alla mafia, stato raccontato nel libro, le ha poi condannate a morte.
C'è un filo che lega tutte le persone il cui impegno per la lotta alla mafia, stato raccontato nel libro, le ha poi condannate a morte.
Un qualcosa che ancora oggi manca: il movente vero della condanna a morte (perchè l'attentato a Paolo Borsellino, perchè è stato ucciso l'agente Nino Agostino); i documenti che questa persona custodiva segretamente, spariti e mai più trovati (l'agenda di Borsellino, gli appunti di Peppino Impastato, i files di Giovanni Falcone, la relazione di Pio La Torre, le bobine con la telefonata tra Vito Guarrasi e Nino Salvo ..).
Un pezzo delle indagini, della memoria, dei propri dubbi e sospetti, che una mano ha sottratto agli investigatori.
Gli stessi killer forse, ma anche infedeli servitori dello stato.
Un'altra delle costanti nel racconto di queste vittime della guerra alla mafia, è la presenza di talpe all'interno delle istituzioni: nella magistratura, nella polizia (come Bruno Contrada e Ignazio D'Antone), nella classe politica. Persone che hanno permesso i depistaggi, hanno impedito catture, indagini, han fatto girare le solite voci calunniose tese ad uccidere la vittima due volte.
Peppino Impastato? Si è fatto saltare da solo...
Boris Giuliano? Se l'è andata a cercare ...
Forse un modo per comprendere la natura di Cosa Nostra, l'evoluzione che ha avuto e per comprendere come ragiona oggi, serve anche leggere le storie raccontate dal cronista siciliano Salvo Palazzolo.
Da questo emerge un quadro inquietante: come quello dei rapporti mafia e politica. Un tema quanto mai attuale, con i processi ancora in atto che tirano in ballo un partito di governo e il suo presidente. Il processo per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano da parte dei vertici del boss: un processo che vede lo stato processare un pezzo importante dell'antimafia.
Un capitolo importante è appunto "Promemoria, l'inventario delle talpe" che raccoglie tutti gli indizi, le testimonianze dei collaboratori di giutizia, le voci, sui traditori dello stato.
Ampia ed estesa si presenta la penetrazione della mafia nelle forze di polizia, e nei servizi.
I pezzi mancati sono tutti i sicari ancora sconosciuti, i mandanti occulti, gli insospettabili complici, i tesori nascosti della mafia (come il tesori nascosti di Inzerillo e Bontade), l'archivio segreto di Riina.
Archivio (o archivi), con cui magari ancora oggi si tengono dei ricatti per condizionare i governanti di oggi.
Ci sono delle domande, degli spunti, che nascono dalle pagine: siamo sicuri che dietro la strategia golpista e militare dei corleonesi di Riina non ci sia stato un suggeritore occulto?
Qualcuno che intendeva usare la mano armata della mafia per mettere in condizioni di non nuocere esponenti politici (o dell'amministrazione) che intendeva portare avanti un'opera di rinnovamento?
E infine, cosa sta succedendo ora? L'ultima operazione di Provenzano riguardava l'apertura agli "scappati", le famiglie uccise dalla seconda guerra di mafia. Un rientro di criminali, ma anche di ingenti capitali dagli Stati Uniti.
Soldi che entrano anche grazie ai finaziamenti per le opere realizzate dallo Stato, in Sicilia ma non solo. Soldi dai finanziamenti europei.
Nella Chiesa di Regina Pacis, a Palermo, brilla ancora oggi la targa dedicata a Ignazio Salvo dalla sua famiglia "Ad maiorem dei gloriam".
Forse è ancora lunga la strada da percorrere per cambiare la cultura mafiosa.
L'elenco delle vittime di questa guerra, le tappe della cronistoria raccontata, che ogni cronista di Palermo tiene a mente.
Giuseppe Impastato, giornalista 9/5/1978
Mario Francese, giornalista 26/1/1979
Ugo Triolo avvocato vicepretore di Priolo 26/1/1978
Pietro Scaglione procuratore Repubblica 5/5/1971
Cesare Terranova giudice istruttore 25/9/1979
Giuseppe Russo colonello dei carabinieri 20/8/1977
Michele Reina segretario provinciale DC 9/3/1979
Boris Giuliano vicequestore capo squadra mobile Palermo 21/7/1979
Piersanti Mattarella segretario regionale DC 6/1/1980
Gaetano Costa procuratore capo della procura di Palermo 6/8/1980
Pio La Torre segretario regionale PCI 19/4/1982
Paolo Giaccone medico legale 11/8/1982
Carlo Alberto Dalla Chiesa prefetto Palermo 3/9/1982
Calogero Zucchetto, agente della squadra mobile di Palermo 14/11/1982
Rocco Chinnici, capo ufficio istruzione a Palermo 29/7/1983
Ninni Cassarà dirigente Mobile 6/8/1985
Beppe Montana, capo della sezione catturandi della Mobile di Palermo 7/1985
Roberto Antiochia, agente polizia 6/8/1985
Mauro Rostagno giornalista 26/9/1988
Alberto Giacomelli magistrato, ucciso il 14 /9/1988
Barbara Asta, uccisa nell'attentato a Carlo Palermo magistrato 2/4/1985
Giuseppe Insalaco, sindaco di Palermo 12/1/1988
Nino Agostino agente di polizia (i suoi appunti sono spariti) 5/8/1989
Emanuele Piazza agente scomparso nel 1990
Giovanni Falcone, magistrato del Pool antimafia, capo Ufficio affari penali 23/5/1992
Paolo Borsellino, magistrato del Pool antimafia 19/7/1992
Antonino Scopelliti, magistrato della Cassazione, ucciso il 9/8/1991
Padre Giuseppe Puglisi, prete del quartiere di Brancaccio , 15 settembre 1993
Antonino Lombardo maresciallo dei carabinieri, suicidato il 5/3/1995
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Il sito di Salvo Palazzolo dedicato ai "Pezzi mancanti".
Technorati: Salvo Palazzolo
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