31 marzo 2010

Aria (mortifera) di Bicamerale

C'è aria di Bicamerale (che tanto bene ha fatto alla causa di B.).
Questa volta, il ruolo di principe delle riforme, lo vorrebbe avere Fini.

Per fortuna che si è tenuto, di questo passo finiremo come gli indiani delle riserve.
Ho imparato a non ascoltare le campane riformiste, quelle che dicono che attaccando B, lo si rinforza.

Alcuni commenti:

Gilioli risponde a Bersani:
Caro segretario,
no: non abbiamo preso un palo al novantacinquesimo. Abbiamo preso una tranvata che ci regalerà almeno altri tre anni di berlusconismo, e dispiace davvero che tu non voglia riconoscerlo.
Dispiace per tanti motivi: anzitutto perché l’onestà intellettuale oggi è una dote indispensabile anche – se non soprattutto – in politica: e dovrebbe prevalere sulla tentazione del bottegaio di difendere la bontà della sua merce.
In secondo luogo perché è solo riconoscendo una sconfitta che se ne può evitare un’altra, in futuro, costruendo nel frattempo qualcosa di meglio.
Invece no, segretario, tu ti attacchi al confronto con le europee sapendo bene in cuor tuo che è sbagliato: primo perché alle regionali, da sempre, la sinistra va meglio; secondo, perché il Pd un anno fa veniva dal trauma dell’addio di Veltroni e della sua politica del “dialogo”, e si è addirittura presentato alle urne con un segretario pro tempore; terzo, perché nell’ultimo anno il premier ne ha fatte più di Carlo in Francia, dalle leggi ad personam fino al partito dell’amore e al decretino finale. E poi scusa, perché allora non fai parola delle politiche 2008, rispetto alle quali il Pd ha perso sei o sette punti?
Nel 2010 ai giochini da prima Repubblica – «complessivamente abbiamo tenuto, c’è un buon risultato a Lodi e a Vibo Valentia» – perdonami ma non crede più nessuno.


E l'editoriale di Travaglio su Il fatto:

Sono tre anni che Beppe riempie le piazze e li sfida su rifiuti zero, differenziata, no agli inceneritori e ai Tav mortiferi, energie rinnovabili, rete, acqua pubblica, liste pulite, e loro lo trattano da fascistaqualunquistagiustizialista. Bastava annettersi qualcuna delle sua battaglie, sganciandosi dal partito Calce & Martello e dando un’occhiata a Obama, e lui nemmeno avrebbe presentato le liste. Bastava candidare gente seria e normale, fuori dal solito lombrosario, come a Venezia dove il professor Orsoni è riuscito addirittura a rimpicciolire Brunetta. Ma quelli niente, encefalogramma piatto. Come dice Carlo Cipolla, diversamente dal mascalzone che danneggia gli altri per favorire se stesso, lo stupido danneggia sia gli altri sia se stesso. Ecco, ci siamo capiti. Ce n’è abbastanza per accompagnarli, con le buone o con le cattive, alle loro case (di riposo). Escano con le mani alzate e si arrendano. I loro elettori, ormai eroici ai
limiti del martirio, gliene saranno eternamente grati.

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