Lo sguardo su Milano e sui milanesi, del commissario Sandro Micuzzi, temporaneamente parcheggiato al commissariato Città studi, protagonista del libro “Pioggia battente” di Simone Cassani.
Iniziamo dai dinosauri di Tangentopoli, ancora a spasso per la città:
“L'avvocato Bassi gli era sembrato un dinosauro passato indenne attraverso la glaciazione di Tangentopoli. Una glaciazione che in alcuni casi aveva spazzato via nomi, carriere, auto di lusso e in altri aveva semplicemente mandato in letargo gli esemplari più predisposti alla sopravvivenza. Che si erano risvegliati allo sciogliersi dei ghiacci, satrapi metropolitani, e avevano ripreso a muoversi in cerca di cibo come se nulla fosse accaduto. Erano tornati sulle scene, indenni. E Milano ha la memoria corta, a volte non arriva neppure al panettone dell'anno prima.”
E poi, Milano.
“Milano non era un paesotto, come aveva detto l'avvocato Bassi. Milano era un paesotto solo per chi, come lui, la faceva coincidere con la cerchia dei navigli. Con la Madonnina al centro. Ma per chi abitava a Quarto Oggiaro, al Giambellino, giù in fondo a via Ripamonti, a via Mecenate o a via Fulvio Testi, nei quartieri con vista tangenziale o uniti al centro da quel quaranta minuti di metropolitana, la Madonnina era un dettaglio insignificante nella bussola quotidiana. Due milioni e mezzo di individui di una metropoli per lo più tendente al grigio per i quali dire 'abito a Milano' era un'affermazione più di principio che di sostanza. Milano era il parcheggio di un supermercato, la sagoma di un grande multisala sull'Autolaghi, il pigia pigia del metrò nelle ore di punta. E la prima della Scala poco più di un collegamento del telegiornale che interrompeva l'onanistico bordone del Palazzo”.
Pioggia battente, pagine 106, 107.
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Technorati: Massimo Cassani
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