23 maggio 2010

Divise forate, Domenico Ricci, Francesco Zizzi, Oreste Leonardi ,Giulio Rivera, Raffaele Iozzino

Roma giovedì 16 marzo 1978. Sono da poco pssate le 9:30 del mattino e in fondo a via Mario Fani, quasi all'altezza dell'incrocio con via Stresa, quartiere Monte Mario, c'è il cadavere di un poliziotto riverso a terra. Ha le braccia aperte, la pistola un pò più in là, mentre un rivolo di sangue scivola giù dal corpo e si disperde verso la fine della strada, seguendo la discesa.
I piedi sovrapposti, un Cristo senza croce, l'emblema del martirio a cui è stato sottoposto. E' una delle immagini che i filmati televisivi rilanciano in poche ore nelle case degli italiani, uno dei simboli di una tragedia che, per orrore, modalità e significato, è destinata a scuotere la coscienza del Paese e a segnarne per sempre la storia.
Un commando delle Brigate rosse, indossando divise da piloti dell'Alitalia,ha rapito il presidente della Democrazia Italiana, Aldo Moro, compiendo l'atto più clamoroso della sua arabola di sangue e violenza, quell'attacco al cuore dello Stato che farà tremare le istituzioni.[..]
A terra sono rismaste cinque persone.

Divise forate, pagine 64, 65.
Le cinque persone sono Domenico Ricci, Francesco Zizzi, Oreste Leonardi ,Giulio Rivera, Raffaele Iozzino.
Ancora oggi la dinamica dell'agguato, l'uccisione della scorta e la prigionia di Moro, è una pagina della nostra storia piena di buchi, bugie e zone grigie.

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