Inutile cercare nella busta paga di un operaio (e nelle sue pause) le ragioni per cui l'Italia non è competitiva e non attira capitali stranieri.
E' tutto qui, ritratto in modo impietoso dalla tabella di Trasparency international: l'Italia è al 67 esimo posto al mondo, per percezione della corruzione.
Siamo davanti solo al Brasile e alla Georgia, ma con ancora uno sforzo di questa maggioranza, e ce la possiamo fare.
Dice il presidente dell'esecutivo, che settimane fa aveva tirato fuori dal cilindro una legge anti corruzione:
"Ritengo che una legge che sospenda i processi delle più alte cariche dello Stato mentre adempiono alle loro funzioni istituzionali sia opportuna ed anzi, vista la magistratura con cui abbiamo a che fare, assolutamente indispensabile".
Stesso presidente che oggi è assente ingiustificato (anzi, autogiustificato) dalla convocazione dei pm romani per l'inchiesta Mediatrade, dove guarda caso si parla di corruzione.
Insomma, sto lodo che fino a ieri era figlio di madre ignota, alla fine è come la serva, che serve.
Altrimenti come potremmo primeggiare nel campo delle mazzette?
Altrimenti come potremmo primeggiare nel campo delle mazzette?
Lo spiegava bene Report domenica scorsa: 120-130 miliardi di euro la stima di quanto ci costa la corruzione.
La sottofatturazione, evasione alla dogana, costa 30 miliardi di euro (dato doganale).
Per qualcuno sono soddisfazioni.
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