12 novembre 2010

I giorni di Salò

Berlusconi da Seul, sulla situazione politica italiana:

Insomma, se è vero che Fini può contare su un asse di ferro con Casini e sulla sponda del Colle è pressoché impossibile che una crisi al buio non fi nisca con quello che il pre mier definisce «un ribalto ne ». Così fosse, si sfoga con i suoi, «non si illudano che io resti a guardare». Se vogliono sovvertire il voto popolare so no disposto a portare la gente in piazza,a costo -è l’iperbole che usa nel suo ragionamento- di arrivare alla guerra civile.

Se è il premier a usare l'espressione guerra civile, altri fatti richiamano alla memoria i giorni di Salò e del ventennio, prima:
l'ordine dei giornalisti (creato da Mussolini per imgabbiare la stampa) che condanna a 3 mesi di stop Feltri.
Il ministro del Welfare che ritira fuori la "Camera dei Fasci e delle Corporazioni", in merito alla riorganizzazione del mercato del lavoro e alla riscrittura dello Statuto dei lavoratori.

Altre cose, come gli scandali che lambiscono il potere, anche quelli sono un deja vu.

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