19 novembre 2010

'Ndrangheta al Nord

La domanda è semplice: "A Milano ci sono le elezioni provinciali. Abbiamo la possibilità di candidare qualcuno noi?"
E la risposta intercettata dai carabinieri del Ros è altrettanto elementare: "Io posso sentire qualche amico, là a Milano, qualche calabrese...".

Sono brani da uno dei rapporti antimafia più inquietanti degli ultimi anni, acquisito adesso dai pm di Milano, in cui si alternano manovre per entrare nei cantieri dell'Expo 2015 a progetti per inserire "gli amici" nei municipi dell'hinterland meneghino. E quelle di cui parlano nel marzo 2009 sono proprio le liste della Lega.

L'inchiesta di Lirio Abbate su l'Espresso, sulla penetrazione ndranghetista nel nord:
A parlare è un imprenditore, considerato dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro un prestanome al servizio del clan Arena di Isola Capo Rizzuto. Che discute con un maresciallo delle Fiamme Gialle, collaboratore del procuratore aggiunto Nicola Gratteri, ossia di uno dei magistrati più attivi nella lotta alle cosche. È proprio il maresciallo che propone: "Ieri sera mi sono visto con Pino Galati... rimangono dei candidati in alcuni paesi... abbiamo la possibilità di candidare qualcuno noi?".

Pino Galati è un parlamentare calabrese del Pdl. Ma l'operazione gravita "sulla moglie del Galati", che come scrivono gli investigatori, "si identifica nell'onorevole Carolina Lussana, nata a Bergamo, eletta nelle liste della Lega Nord". La bionda leghista che si impose alle cronache proprio per la storia d'amore sbocciata a Montecitorio con il deputato del profondo Sud.

Attraverso loro, i due soggetti intercettati studiavano il modo di inserire persone di fiducia nei municipi della provincia di Milano, paesi dove vive una folta comunità calabrese. Incredibile? Il sottufficiale legge "un elenco di collegi", comuni dove si dovevano rinnovare le giunte: Magenta, Cerro Maggiore, Cassano d'Adda, Pioltello, Sesto San Giovanni, Calabiago, Cassano Primo. Il presunto uomo della 'ndrangheta si mostra entusiasta: "Belli... belli... Bei collegi...".

E comunque se Atene piange, Sparta non ride:
"Rischiamo di farci ridere dietro" Sul web la delusione dei finiani.

Qualcuno li aveva pure presi sul serio, questi rivoluzionari, che ora si ritrovano in mezzo al guado.

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