16 gennaio 2011

Confesso di aver sbagliato



Cristiano De Andre - Nella Mia Ora Di Libertà "Che tempo che fa"

Sono cresciuto guidato da certi insegnamenti. Come l'essere educato con gli altri, non dire parolacce, ubbidire agli adulti.
Mi hanno insegnato che rubare i giocattoli agli altri era sbagliato e che per questo mi dovevo vergognare.
Mi dovevo vergognare per un brutto voto, una bocciatura a scuola una nota sul registro, dell'aver raccontato delle bugie.
Se volevo fare un qualcosa che facevano anche gli altri (per emulazione) mi dicevano “se gli altri si buttano nel pozzo, ti butti anche tu?”. Come dire, usa la tua testa.
Mi veniva insegnato di non subire i soprusi dei prepotenti, dei bulletti e starmene zitto. Bisognava denunciare alla maestra, alla famiglia, agli adulti.
«In un moderno stato democratico, il consenso è viziato per violenza quando la parte esprime il proprio consenso sotto la minaccia di subire un male ingiusto e notevole a se stessa. In questo caso, si ritiene che il consenso sia stato estorto esercitando una violenza psicologica.

Nella nostra repubblica democratica fondata sul lavoro, quando un imprenditore chiede ai propri lavoratori di rinunciare ai propri diritti minacciando di chiudere un’azienda trasferendola all’estero, quando il presidente del consiglio afferma che tale minaccia risulta fondata e comprensibile, siamo di fronte ad una pressione psicologica tale da invalidare qualunque contratto conseguente e successivo firmato dai singoli lavoratori (articoli 1 e 3 della Costituzione; articoli 1427, 1434, 1435, 1437 del Codice civile).».
Ernesto Ruffini, uno che stimo molto, sul referendum a Mirafiori. Il pezzo completo è qui, d
al blog di Alessandro Gilioli
Poi uno andava a catechismo, e raccontavano dei martiri dei santi, degli insegnamenti di Gesù. Per non parlare degli insegnamenti o, meglio, degli ammonimenti in tema del sesso. Quante volte, figliolo .. Lasciarsi cadere, vittima delle proprie passioni, era un peccato, dunque guai!
Dopo cena, si scende in quella che tutti chiamano - dicono A e B - "la sala del bunga bunga". È più o meno una discoteca, un banco con l'asta per la pole dance, divani, divanetti, "camerini" dove le ragazze si travestono da infermiere, da poliziotte, tutte con il seno nudo e poi improvvisano uno striptease (stripper anche la Minetti), mimano scene di sesso. Devono essere "convincenti", "spregiudicate", disinvolte e molto disinibite ché le performance migliori saranno premiare con un invito a restare per la notte (allo spettacolino sono presenti Rossella e Fede).
Lo so viene da ridere, oggi, se confrontiamo questo vecchio modello educativo, con gli insegnamenti che oggi arrivano, e che influenza molto più che non le parole dei genitori.

Andare con le donne .. che male c'è? Lo fanno tutti .. io sono fatto così.
Rubare sulle tasse? Se lo stato ti chiede troppo, è corretto.
Corrompere giudici, avvocati, politici … negare, negare, negare. Sempre.

Abbiamo sbagliato noi.

Il riferimento ai fatti di cronaca è evidentemente non casuale.
- Il referendum a Mirafiori vinto coi voti degli impiegati e la cassa integrazione fino al 2012, e il piano industriale che ancora non si vede.
- Il bunga bunga del presidente. L'uomo della provvidenza (l'articolo di D'Avanzo "La testimone che incastra il premier").
- La linea di difesa dei giornali del cavaliere su Ruby «Una minorenne che tale non era nelle fattezze».
L'immagine del paese all'estero (Wil, Nonleggerlo).
- L'intervista a Landini (prima parte e seconda), a Che tempo che fa: dobbiamo esportare i diritti, non importare la schiavitù:
"Il Governo si è schierato con il mercato. Il grande infame mercato della globalizzazione dove c'è sempre uno schiavo più schiavo di te e il padrone, la multinazionale, le banche scelgono il più obbediente. L'opposizione, che si oppone sempre molto meno di Ruby, ha abbandonato i dipendenti Fiat." (dal blog di Beppe Grillo)

- Un autocrate anzianotto, al governo da anni, scappa dal paese, per la rivolta popolare dei suoi cittadini ridotti alla fame. Calmi: è la Tunisia di Ben Alì.

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