16 maggio 2011

Report - concorso nel reato

Dal concorso per diventare notai, con la sommossa contro la traccia già uscita prima della prova.
Ai concorsi e le nomine dentro l'università, con i ricongiungimenti familiari (per esempio quello della Sapienza del rettore Luigi Frati), alla faccia della lotta alle baronie della riforma Gelmini.
Fino al concorso per la nomina dentro il Consiglio di Stato, il massimo organo di stato che deve decidere sulla validità dei concorsi: che però si rivela poco trasparente sui meccanismi del proprio concorso, come se ci fosse qualcosa da nascondere.

L'inchiesta di Sabrina Giannini ha raccontato il "sistema": il meccanismo di selezione della classe dirigente nei settori dove si produce culture e ricerca, negli enti di garanzia come notai, negli enti di controllo della macchina amministrativa dello Stato.
Un sistema poco trasparente, poco meritocratico, in cui si viene nominati per chiamata, per conoscenza, perchè figli di (o amanti, o mogli ..).
La cosa brutta è che questo a brutto sistema, feudale, ci si abitua, non crea quasi nemmeno più scandalo, almeno a vedere le reazioni dei diretti interessati, di quelli che dovrebbero sovraintendere.

ANTONIO IAVARONE PROFESSORE E RICERCATORE COLUMBIA UNIVERSITY , N Y
Per i figli, le nuore, i parenti, le sorelle, i fratelli, le amanti. Se io in Italia ho un feudo fatto di 50 sottoposti e non li riesco a piazzare con i concorsi sono un incapace. Può essere poi anche la persona che diciamo così ha semplicemente maggiore fedeltà. Non si ribellerà alla volontà del feudatario quindi si espande il feudo.

Il professor Iavarone che si è voluto ribellare alla richiesta del professore Mastrangelo (che voleva inserire il nome del figlio dentro alcune pubblicazioni), è oggi professore in una prestigiosa università americana. Noi ci teniamo i baroni, i loro figli, le amanti e permettiamo ai cervelli di fuggire. Anche questo è un segno del declino del paese.

Lo scandalo del concorso dei notai.
Il precedente concorso per notai, dell'ottobre 2010, è stato sospeso ufficialmente per motivi di ordine pubblico. In realtà la sommossa da parte dei candidati è nata perchè la traccia al concorso, proposta dal notaio in commissione Lacalendola, era già uscita durante un corso alla scuola per aspiranti notai "Anselmo Anselmi".

SABRINA GIANNINI FUORI CAMPO
Ma i candidati ne hanno conferma solo una volta finita la prova, quando verificano su internet che la traccia dettata quel giorno riproduceva in molte parti quella già proposta poco tempo prima da una scuola per aspiranti notai di Roma, l'Anselmo Anselmi. Ma e' irregolare perché si può avvantaggiare soltanto alcuni candidati. E' vero che in mille avevano assistito a quell'esercitazione ma è anche vero che pochi potevano sapere che sarebbe stata proposta per la prova d'esame.
DON NA 3
Compito nei bagni, gente che scriveva prima che dettassero la traccia, a un certo punto sai già dove devi andare a parare.

Il ministero della giustizia che avrebbe dovuto fare chiarezza, non ha poi voluto ascoltare le persone presenti al concorso per accertare la verità, per chiarire di chi fossero le colpe. L'inchiesta della magistratura è finita in archiviazione.
Tutto bene? Solo colpa dei candidati facinorosi?

Come in altre situazioni, di fronte alla giornalista che fa domande, in pochi vogliono rispondere. Prevale la rassegnazione anche perchè, alla prova, erano presenti alcuni vip, c’erano compagne e figli di ministri.

Il presidente del consiglio nazionale notariato, che almeno ha accettato l'intervista, ha minimizzato sull'accaduto (aspettiamo quello che dice la procura) e pure sulla questione che, a diventare notai sono spesso figli e mogli di notai. Anche qui, tutto fisiologico?
E l'articolo 3 della Costituzione?
Come può un candidato che passa l'esame per una raccomandazione, poter essere poi autonomo nelle proprie scelte professionali?

Il caso dell'università La sapienza.
Quando esce di casa, il rettore Luigi Frati, ex preside di facoltà di medicina, non saluta i parenti, perchè li ritrova in università.
La moglie (insegnate di letter) è ordinaria di storia della medicina. Il figlio Giacomo professore associato nonchè direttore dell'unità programmatica del Policlinico. La figlia professore in medicina, con laura in giurisprundenza. Un'opera d'arte, secondo Tommaso Longhi D.G. al policlinico Umberto I.

Alla faccia della riforma Gelmini (e del codice etico): Giacomo ha fatto una carriera lampo, per merito anche. Ma è giusto chiedersi se sia opportuna questa nomina, fatta proprio poco prima che il codice anti-baroni entrasse in vigore.

E non è un caso isolato:
SA BRI N A GI ANN I N I FUORI CAM P O
Ma nell’università’ italiana i presidi di facoltà e rettori sono riusciti a fare dei veri e propri illusionismi pur di chiamare il figlio sotto la propria ala protettrice. Tutto regolare, tanto le regole se le sono fatte loro. A Foggia Antonio Musco smette di fare il rettore il 31 ottobre. Il giorno prima, il 30 ottobre, diventa ricercatore il figlio. E’ il primo ricercatore italiano di economia applicata a insegnare in una facoltà di agraria. A Modena, è diventato ordinario nella facoltà di odontoiatria un professore associato in dermatologia. Giovanni Pellicani, figlio di Giancarlo Pellicani già rettore. A Bologna Alessandra Ruggeri a 35 anni diventa professore
associato in anatomia, anche se e’ laureata in odontoiatria suona strano, un po’ meno che sia vicina al padre Alessandro, ordinario nella stessa facoltà.

Per un figlio di che viene nominato c'è sempre un altro candidato, dai natali meno illustri che è stato bocciato, come il professore Moretti, che contro la nomina della Sapienza ha fatto causa al Tar e ha pure vinto. Ma la Sapienza va avanti come se nulla fosse.
Con la riforma Gelmini doveva iniziare una nuova era, eppure dall'inchiesta della Giannini esce fuori che le nomine avvengono grazie a dei fondi extra che l'università ha ottenuto dal ministero (dove lavora un consulente del ministro).
A loro discrezione.
E la competenza, il merito, la trasparenza?
E che dire poi del fatto che Luigi Frati, primario ad oncologia, non si fa mai vedere nel reparto che dirige? E che non ha accettato l'intervista?

Le università dovrebbero produrre cultura, fare ricerca, non produrre poltrone, con nomine usate come strumento di consenso. Come assomiglia alla brutta politica, questo sistema.

Il consiglio di stato.
La vicenda di Alessio Liberati, magistrato del tribunale amministrativo della Toscana, bocciato al concorso per la nomina al Cosniglio di Stato, getta un brutta luce sulla trasparenza dell'organo che deve devidere sui concorsi degli altri.
Liberato ha subito, per aver chiesto gli atti e aver denunciato delle irregolarità su chi ha vinto poi il concorso, ha subito una vera e propria guerra.

SA BRI N A GI ANN I N I
Superate le barriere Alessio Liberati che in quel concorso era primo per titoli legge gli atti e vede alcune anomalie. Al vincitore Roberto Giovagnoli, laureato da pochi anni e con poche esperienze professionali alle spalle, la commissione calcola un totale di anzianità di 6 anni e 1 mese: il minimo richiesto era 5 anni. A Giovagnoli viene fatto un cumulo dei periodi prestati nelle diverse amministrazioni, ma la possibilità di fare questo cumulo era stata negata ad altri concorrenti. Se la sua anzianità fosse stata calcolata con i criteri utilizzati per gli altri candidati la somma sarebbe lontana dai 5 anni necessari: 6 mesi e 10 giorni come dirigente corte conti; 1 anno, 1 mese e 2 giorni come uditore giudiziario; 4 mesi e 2 giorni come funzionario del ministero dei trasporti per un totale di 1 anno, 11 mesi e 14 giorni!

A LESSI O LI BERATI MA GI STRA TO TRI BUN ALE AMM I N I STRA TI VO REGI ON ALE
Per questo signore hanno fatto il cumulo e non solo nel fare il cumulo hanno avuto tutta quanta una serie di sviste nel calcolare i vari periodi.

SA BRI N A GI ANN I N I

Oggi Roberto Giovagnoli è il più giovane consigliere di stato. La sua carriera folgorante lo porterà tra qualche decennio alla poltrona più alta della giustizia amministrativa. I commissari che hanno scelto questo giovane purosangue non avevano fatto i conti con chi, poi, avrebbe sollevato il dubbio che quella corsa potesse essere truccata.

Il ricorso al TAR da ragione a Liberati, ma non cancella la nomina (pur dichiarando che Giovagnoli non aveva i titoli).
Nel compenso arrivano le denunce per aver gettato discredito, per aver violato la privacy di chi ha vinto il concorso.
Lo stato ha presentato appello al Consiglio di Stato per la sentenza del TAR: a decidere in appello sulla nomina decideranno alcuni suoi colleghi.

SA BRI N A GI ANN I N I – FUORI CAM P O
E’ evidente che tra i membri del Consiglio di Stato il conflitto di interesse non e’ un problema. Basti vedere il cosiddetto concorso delle mogli.
I mariti sono Vincenzo Fortunato, con il doppio incarico di capo di gabinetto di Tremonti, e Salvatore Mezzacapo. E nominano i membri della commissione di un concorso per magistrati del TAR in cui concorrono le rispettive consorti, che poi vincono. Pasquale De Lise era il Presidente della commissione di quel concorso. Oggi è il presidente del Consiglio di Stato. Ha sostituito Paolo Salvatore, il quale,
ricoprendo numerosi ruoli, ha potuto gestire tutta la vicenda di Liberati: era membro nella commissione del concorso vinto da Giovagnoli. E’ stato lui a resistere alla richiesta di Liberati di vedere gli atti del concorso.
A LESSI O LI BERATI MA GI STRA TO TRI BUN ALE AMM I N I STRA TI VO REGI ON ALE
Quando uso questi atti poi si aprono delle azioni disciplinari, chi le esercita? il Presidente del Consiglio di Stato, Paolo Salvatore, è ovvio che qui ci troviamo di fronte a una questione un po’ di conflitto d’interesse forse.
SA BRI N A GI ANN I N I – FUORI CAM P O
E sarà sempre l’organo presieduto da Paolo Salvatore a proporre il monitoraggio della sua corrispondenza email per trovare illeciti disciplinari.
SA BRI N A GI ANN I N I – FUORI CAM P O
L’attuale presidente Pasquale De Lise, un mese dopo questa intervista realizzata sotto la sua finestra, consegna a Liberati l’avviso dell’apertura di un nuovo procedimento disciplinare, ancora una volta per avere offeso l’onorabilità di un collega.
A LESSI O LI BERATI MA GI STRA TO TRI BUN ALE AMM I N I STRA TI VO REGI ON ALE
Io sono l’unico magistrato in Italia che ha 6 procedimenti disciplinari proposti. Sono qua davanti al Tribunale penale di Roma perché un collega che è un massone in sonno mi ha denunciato per violazione dei dati, trattamento illecito dei dati personali.
SA BRI N A GI ANN I N I – FUORI CAM P O
La denuncia, ora archiviata, era stata presentata da Guido Salemi. Leggendo il fascicolo non solo c’è la conferma che era davvero un massone della loggia del grande oriente d’Italia ma che l’affiliazione è andata avanti anche dopo il divieto, nel 1994, a intrecciare vincoli di fratellanza massonica.
A LESSI O LI BERATI MA GI STRA TO TRI BUN ALE AMM I N I STRA TI VO REGI ON ALE
Parliamo di un periodo in cui i magistrati amministrativi sono coinvolti in inchieste riguardanti la P3, la cosiddetta P3, la cricca, la violazione della legge Anselmi, c’è un inchiesta in Calabria che riguarda un collega.

Consiglieri massoni, consiglieri con l'ernia che poi partecipano a delle gare podistiche.

Conclude il servizio Milena Gabanelli:

Il presidente del Consiglio di Stato De Lise ci scrive che il Consiglio di Stato è imparziale, terzo e indipendente. In nessun altro organo
di giustizia però un presidente ricopre tutte le funzioni. E rimane il fatto che è lo stesso Consiglio di Stato a decidere sulla regolarità dei suoi concorsi. E’ evidente che non sta a noi il giudizio sui casi che abbiamo raccontato, è ovvio però che è
la somma infinita di favori elargiti ai livelli più alti a dare il maggior contributo alla costruzione di universi professionali opachi, dove a essere conniventi ci si guadagna sempre, magari una benemerenza da incassare a tempo debito. Solo che il tempo poi presenta il conto: l’eredità che stiamo lasciando ai nostri figli è una classe dirigente di scarsa qualità. E con quella dovranno fare i conti. Se vogliamo ripristinare la cultura del merito è ora di cominciare a dire qualche no.

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