Confesso di aver comprato questo libro nei giorni successivi la strage di Utoya, in Norvegia, da parte di quell'estremista cristiano di destra, che con quelle morti intendeva ripulire il mondo. Allora anche la Norvegia, il paese dei fiordi, ha il suo lato oscuro....
Terminata la lettura del libro, alla fine delle 759 pagine, rimane uno strano sapore acido, come dopo una brutta bevuta. D'altronde, il protagonista di questo noir duro e ruvido, il commissario Harry Hole dell'unità anticrimine di Oslo, è una di quelle persone che non si fanno risparmiare nulla.
Intelligente, abile nel mettersi nelle tracce dei killer seriali, ma che ora si è nascosto in un buco ad Hong Kong, per lasciarsi alle spalle le ferite del suo ultimo caso, l'Uomo delle neve, che era arrivato a colpirlo molto da vicino, nei suoi affetti personali. Lasciandogli profonde cicatrici, sia nel corpo, che nell'animo.
Ma ora, il suo ex capo, Gunnar Hagen, ha bisogno ancora di lui: due casi di omicidio, avvenute con le stesse modalità, due donne morte con i polmoni pieni di sangue e ventiquattro ferite in gola, con dei frammenti di Coltan tra i denti.
Come le ha uccise “il leopardo” o “il cavaliere” (come verrà poi ribattezzato dalla squadra di Hole, la detective Kaja Solness, il tecnico della Scientifica Bjørn Holm e l’ex agente e hacker Katrine Bratt)? Cosa unisce le due morte? Che rituale segue l'assassino per uccidere le sue vittime? L'unica cosa che sanno è che colpirà ancora.
E che attorno al caso si monta una pressione per la sua soluzione, che porta anche ad una guerra interna tra la Kripos, l'unità centrale anticrimine guidata dall'ambiguo e ambizioso Bellman e l'unità anticrimine, per la soluzione del caso.
Caso che è difficoltoso per Harry Hole anche per i problemi personali: la malattia del padre, il ricordo di Rakel la sua fidanzata, che proprio per colpa dell'Uomo delle neve l'ha abbandonato. Le sue dipendenze dall'alcool (la bottiglia di Jim Bean ) e dal fumo dell'oppio.
Gli scontri con Bellman, disposto a tutto pur di sabotare la polizia locale e raccogliere i meriti dal ministero ....
Ma alla fine, ecco la pista: le vittime hanno in comune l'aver passato una notte assieme in un rifugio a Ustaoset e il killer, in modo implacabile, le sta uccidendo ad una ad una. Con un odio, con una ferocia fuori dal normale.
Il leopardo è un giallo articolato, costruito attorno ad una trama complessa che non risparmia colpi di scena: i tanti indizi che man mano vengono scoperti nel libro diventano pezzi di un mosaico che si comporrà solo al termine. Un romanzo che spazia dal bianco delle nevi del rifugio di Ustaoset sulle cime nella regione di Hallingskarvet (neve che livella tutto e che tutto nasconde) da cui è partita la scintilla criminale, al calore del vulcano Nyiragongo in Congo (tra mercenari e bambini soldato, dove si vive e si muore ogni giorno), alle acque profonde e fredde del lago Lyseren.
Ma Il leopardo non spazia solo nei luoghi geografici, il viaggio più complicato, più intricato, è l'indagine dentro la mente dei personaggi: l'agente della polizia locale, il giovane rampante con ambizioni imprenditoriali in Africa, l'ambizioso Bellman, la fragile Kaja e Harry, con le sue debolezze, con la sua forza, con la sua perspicacia, con il suo alto senso di giustizia.
Buona lettura.
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La scheda sul sito di Einaudi e il sito dell'autore Joe Nesbo.
Technorati: Jo Nesbø
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