09 settembre 2011

Grazie cardinale Tettamanzi

Con l'omelia di ieri sera si chiude l'era Tettamanzi alla guida dell'arcidiocesi di Milano.
Una guida all'insegna della difesa degli ultimi, dei loro diritti.
«Si annuncia il Vangelo con una solidarietà sincera — ha spiegato il cardinale — con la giustizia, con il coraggio delle scelte profetiche, con una vita ecclesiale basata sulla comunione, la collaborazione e la corresponsabilità».

Si è detto che per il suo operato, per le sue parole, il cardinale si è spesso trovato in collisione con l'amministrazione milanese, e con qualche esponente leghista.
In realtà, Tettamanzi ci ha fatto capire il significato di farsi prossimo, dell'essere caritatevole.
Anche grazie al fondo di solidarietà.
Anche se il tuo prossimo è extracomunitario, anche se il tuo prossimo è rom. O è cassintegrato.
Dall'intervista a Famiglia cristiana:
Chi sono i deboli oggi?
«Gli immigrati, gli anziani, chi fatica ad avere le risorse economiche. Ma i più deboli oggi sono purtroppo i giovani, preoccupati per la mancanza di prospettive serie di lavoro, di famiglia, di stabilità, di spazi di giusto protagonismo, di modelli di vita, di opportunità dove misurarsi e mettersi alla prova: insomma, poveri di futuro. In questo, il Paese purtroppo è peggiorato. Chi governa dovrebbe avere il coraggio e la determinazione di impostare le manovre economiche assicurando una vera speranza ai giovani, all’infanzia, alla scuola. Se vogliamo che il futuro del Paese sia migliore, è qui che occorre indirizzare le energie».

Il vero relativismo è invece adattare il proprio credo a seconda della convenienza. Contestualizzare parole, opere e omissioni.
Quanto era lontana Milano, da Roma.
Grazie.

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