20 ottobre 2011

La lobby delle estetiste

Abbiamo trovato il problema, la causa della mancata crescita di questo paese: sono le estetiste, la corporazione dei facchini, l’oligopolio della produzione di margarina e grassi idrogenati e perfino del caos normativo sui premi assegnati dai quiz televisivi.

Non solo la montagna (i ministri Romani e Calderoli) ha partorito il topolino, ma è pure un topolino da cartone animato:
Alla voce “liberalizzazione di alcune attività professionali”, Romani sceglie con cura i suoi bersagli: le imprese di facchinaggio, che potranno operare con meno requisiti di quelli richiesti oggi, il commercio all’ingrosso con deposito e produzione di margarina e grassi idrogenati, dove ci sarà meno burocrazia, poi al comma 4 si annuncia l’imprescindibile “soppressione del ruolo degli stimatori e pesatori pubblici”. Al posto delle autorizzazioni richieste oggi, per alcune professioni basterà la cosiddetta “Segnalazione certificata di inizio attività”, la Scia, cosa che dovrebbe stimolare l’apertura di nuove imprese. I settori beneficiati da questo alleggerimento burocratico (e colpiti, forse, da una maggiore concorrenza) non sono scontati. Ecco l’elenco: impianto di un nuovo molino, raccomandazione di navi, acconciatore ed estetista, autotrasporto di cose per conto di terzi (questo è serio e delicato, visti i rapporti sempre tesi con le lobby del trasporto), imprese di autoriparazione per l’esecuzione delle revisioni, ampliamento di un magazzino generale.

Sono queste le liberalizzazioni che servono alla crescita?
Adesso ho capito perchè Silvio voleva per Ruby una carriera da estetista, quando ancora riteneva fosse la nipote di Mubarak.

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