Presadiretta non si è dimenticata della città de l'Aquila. Delle cinque Terre e di Genova: sciagure che hanno causato morte e distruzione. Un città, l'Aquila che ora che le luci della ribalta si sono spente, è stata abbandonata al suo destino.
E lo stesso è successo in Liguria.
Se sarà il processo contro la commissione grandi rischi stabilire le eventuali responsabilità, l'intercettazione tra Bertolaso e Daniela Stasi (quella dove parla di "operazione mediatica" per la riunione che minimizzò i rischi) non ha bisogno di altri commenti sulla reale funzione della protezione civile durante la gestione Bertolaso.
E ora: abbiamo almeno imparato la lezione, quella che potevano insegnarci i geologi da campagna come il professor Moretti?
No: all'Aquila si sta ricostruendo proprio sulle faglie sismiche, nel quartiere di Pettino. Dopo il terremoto nessuno si è preoccupato di rivedere il piano regolatore e sospendere le licenze per nuove costruzioni.
E persino il sindaco Cialente cade dalle nuvole "sulle faglie non sono crollati palazzi e quartieri".
Mentre il centro della città è rimasto fermo ancora alle 3.32 del 6 aprile, fuori città si sta ricostruendo nuovi insediamenti, cementando altro territorio senza nessun piano reale di messa in sicurezza.
Mentre le sedi universitarie sono state spostate in zone di fortuna, il presidente dell'ordine degli architetti Conti ha spiegato come le case costruite sono al 60% delle norme antisismiche: "delle pseudo bare" le ha chiamate.
Mentre nel centro è tutto fermo, attorno alle new town, i 19 insediamenti costruiti per dare lustro al governo di B., dei quartieri dormitorio senza servizi e lontani dalla città, si stanno espandendo.
E altre villette abusive, baracchette "a tempo" stanno sorgendo come funghi in zone agricole a rischio alluvione.
Case abusive cui l'assessore concederà pure una proroga: e di proroga in proroga, le villette abusive diventeranno pianta stabile di una terra violata.
Fino alla prossima tragedia.
La lezione di Genova.
Alla tragedia di Genova, delle Cinque terre, della lunigiana, Presadiretta aveva dedicato un'intera puntata speciale.
Una puntata in cui erano chiare le responsabilità del partito del cemento sulle morti, sul disastro ambientale. Disastro che ancora non è rientrato (ma tanto basta non parlarne) e che mai rientrerà: il paesaggio a Vernazza (ancora isolata) è cambiato per sempre.
Serviranno altri 50 milioni per mettere in sicurezza il paese (e stiamo qui a discutere di grandi opere, di ponti sullo stretto, di TAV ..), ma secondo Stefano Vannucci (geologo che ha accompagnato la giornalista di Presadiretta a visitare le montagne da cui è partita la frana) ne servirebbero almeno 300 di milioni.
Per risistemare le montagne, per metterle in sicurezza, per curare le piante (altrimenti la montagna non è in grado di assorbire e tenere le piogge).
Eppure, anche qui, nessuna lezione imparata.
A Monterosso è aperto un cantiere per un parcheggio multipiano, nonostante c'è ancora gente senza casa. La delibera della giunta è del 9 novembre, nemmeno un mese dopo l'alluvione.
Al posto degli orti e della campagna sorgerà un muro di cemento.
A Brugnato, sul terreno che era fino a poco fa coperto dal fango, c'è un altro cantiere per un outlet da 23000 metri quadrati.
La regione ha bloccato tutti i cantieri, dopo la tragedia, ma qui hanno aggirato il divieto facendo partire il cantiere 7 giorni prima.
Il sindaco leghista non solo è preoccupato di eventuali rischi o questioni di opportunità, ma anzi ha rivendicato la sua scelta: mica si possono fermare tutti i lavoro perchè è successo un alluvione ...
E gli argini ai torrenti? E le case vicino ai fiumi? Non era meglio ripartire dalla sicurezza delle case e dalla revisione del piano regolatore?
Meglio il cemento dell'outlet?
E i cantieri non si fermano qui: ad Aulla sono previsti 580 nuovi alloggi, sulla foce del fiume Magra si costruisce la nuova darsena, con negozi e villette.
Scrive Ferruccio Sansa sul Fatto Quotidiano
“Io ai miei concittadini voglio bene e per questo autorizzerei di nuovo la costruzione dell’outlet perché sono consapevole che non faccio un danno”. A rilasciare queste dichiarazioni aPresadiretta è il sindaco di Brugnato, Claudio Galante, della Lega Nord. Il programma di Riccardo Iacona ricorda che “Galante e la sua giunta con un ‘colpo di mano’ hanno rilasciato l’autorizzazione necessaria a costruire il mega outlet di 23 mila metri quadrati sei giorni prima che la Regione Liguria bloccasse con un decreto tutti i cantieri già avviati in attesa di verifiche idrogeologiche”. “Quello che è successo è qualcosa che va oltre la normalità, se noi dovessimo andare dietro a tutti questi fatti che accadono allora non potremmo fare più niente”. Il primo cittadino leghista di Brugato li chiama “fatti” cui un sindaco non può “andare dietro”. E allora via con l’outlet voluto dal Carroccio e sponsorizzato da amici del Pd. E pensare che Renata Briano, assessore della Regione Liguria, all’indomani dell’alluvione aveva detto: “Dalla prima analisi che abbiamo l’area dove sorgerebbe l’outlet è in una zona alluvionata. In questo momento zona rossa piena”.
Nella Val di Vara sono venuti giù, portati via dalla forza dell’acqua, argini che erano stati pensati e costruiti per proteggere le abitazioni da eventi alluvionali cosiddetti cinquecentennali. Ma questi eventi non saranno più così rari, perché, come dicono gli esperti, il clima sta cambiando mentre il comportamento di chi ci amministra rimane lo stesso. Nessun sindaco, nessun amministratore ha pensato di rivedere i piani regolatori, di fermare le costruzioni e lo scempio della terra. A Brugnato, così come a Monterosso, nel cuore delle Cinque Terre, patrimonio dell’Unesco. Qui al cantiere del mega parcheggio già avviato prima dell’alluvione e subito ripartito, se ne aggiungerà a breve un altro. L’ennesima montagna sarà sbancata per far posto all’ennesimo parcheggio multipiano. Operazioni, questa volta, che hanno sponsor soprattutto nel centrodestra che a Monterosso è legato al senatore Luigi Grillo.
Anche la meravigliosa foce del fiume Magra (che un anno sì e l’altro pure provoca alluvioni) diventerà a breve un enorme cantiere. In questa zona già molto antropizzata costruiranno una mega darsena, il cosiddetto progetto Marinella: quasi mille posti barca, villette, ristoranti e bar, per un totale di oltre 20 mila metri quadrati. E di nuovo qui si parla di un’operazione fortemente voluta dal centrosinistra. Nella società che realizzerà il progetto c’è la banca “rossa “ del Monte dei Paschi.
Insomma, come racconta Presadiretta, invece di investire in prevenzione e tutela del territorio si continua a preferire la via del cemento. E nel frattempo le montagne ferite si stanno sgretolando, stanno franando a valle portandosi dietro alberi malati, massi e asfalto. Per metterle in sicurezza ci vorranno milioni di euro.Sembrano bastati novanta giorni per dimenticarsi la terribile lezione dell’alluvione.
Non, non abbiamo imparato nulla.
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