Lo zar
Di fronte a certe storie, la tentazione di dire sono tutti uguali i politici, è forte: parlo del caso del sindaco Orfeo Goracci, di Gubbio, di Rifondazione Comunista (tutti comunisti in quel comune). Lo chiamavano lo zar ... e non doveva essere un complimento.
Una giunta comunale trasformata, secondo la magistratura, in associazione a delinquere finalizzata all’abuso di ufficio e altri reati. Succede nella rossa Umbria, a Gubbio. Dove stamani sono stati arrestati tre componenti della giunta guidata da Orfeo Goracci, ex sindaco eugubino e attuale vicepresidente del consiglio regionale guidata da Catiuscia Marini. In manette con l’ex sindaco, anche il vicesindacoMaria Cristina Ercoli, l’assessore all’Ambiente Lucio Panfili, l’ex assessore Graziano Cappannelli e il dirigente comunale Lucia Cecili. Agli arresti domiciliari, invece, sono finiti un altro ex assessore, Marino Cernicchi, l’ex presidente del Consiglio Comunale, Antonella Stocchi, e l’ex segretario comunale, Paolo Cristiano e Nadia Ercoli, funzionario della polizia municipale e sorella dell’ex vicesindaco Ercoli. Tutti i politici sono espressione del Prc, tolto Graziano Cappannelli che è un esponente dell’Italia dei Valori, l’unico consigliere in carica del partito.
“La logica era chiara: o eri donna e cedevi alle avances del sindaco Goracci o eri uomo e avevi agganci politici o di amicizia con Goracci o con persone riconducibili al suo gruppo, oppure eri fuori dai giochi”. Lo spiega agli inquirenti perugini una donna, vigile urbano a tempo determinato del Comune di Gubbio, che sarebbe stata illegittimamente esclusa dalle “stabilizzazioni” perché ritenuta “invisa” alla presunta associazione a delinquere promossa dall’ex sindaco di Gubbio. Il quale, alla richiesta di chiarimenti sulla mancata stabilizzazione, avrebbe risposto: “Qui decido io, lei per me non entra”.
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Mi raccomando, siate umani