22 aprile 2012

Tra Titanic e Burlesque


Non sai mai quanto prendere sul serio la crisi italiana.

Da una parte le proteste di piazza degli scioperi di questa settimana, che hanno visto assieme tante categorie sociali: esodati, pensionati, ex lavoratori e lavoratori che non voglioni diventare ex.
Ex fincantieri, ex Euroallumina, ex lavoratori nel settore fotovoltaico, ex di tutte le imprese che la crisi ha messo in difficoltà.

Dall'altra la cronaca giudiziaria che ci racconta dei fattarielli della classe dirigente: i diamanti e i lingotti della Lega che però, attenzione, sono soldi loro e che possono pure buttare dalla finestra. 
Il maggior partito di sinistra che non può rinunciare al finanziamento pubblico, ma cari elettori, non cambiate canale perché noi siamo un “usato sicuro” per dirla come il suo segretario.

Al maggior partito di centrodestra alle prese con l'ennesimo cambio di pelle che ora sta cavalcando l'ondata di indignazione promettendo niente finanziamenti pubblici (puntando tutte su liste civiche e social network, in mano a Scajola e Dell'Utri, una garanzia).
C'è poi l'ex presidente del Consiglio sotto processo per le cene di Arcore (e il reato di concussione e prostituzione minorile) con tanto di spogliarelli ed escort: ma abbiamo capito male noi, perché è solo una cosa di Burlesque. Con i costumi di Gheddafi che, morto, non può rispondere.
E il grande centro? È tutto un fiorire di partiti: il partito della nazione, il partito liberale democristiano di Pisanu e Dini (largo ai giovani).
Per non parlare del “celeste”, in vacanza collobbista (ma dividevano le spese, assicura, anche se non può dimostrarlo) mentre la regione da lui amministrata concedeva miliardi alle strutture sanitarie private, oggi indagate dalla magistratura. Tutto regolare?

Ho l'impressione che tutto cambia, per non cambiare nulla. A cominciare dalle persone che vogliono comandare. Si diceva una volta che comandare era meglio di fottere. Ora riescono benissimo a fare tutte e due le cose.
E la gente, nel paese vero, che si aspetta una soluzione, un bel gesto. 
Aspetteremo invano la riforma della Rai, della giustizia (dalla parte degli onesti, non da quella dei corrotti), un piano energetico, un piano dei trasporti nazionale (che metta fine al crescere di aeroporti, che rilanci i porti e i trasporti via mare).
I giornali ci stanno dicendo come avvengono le scelte politiche nei comuni (ad Imperia, col costruttoreCaltagirone che correggeva i piani del comune), nelle regioni (con l'inchiesta sulla discarica di Cappella Cantone, con le inchieste sulla sanità), nei ministeri (chi decide sul piano energetico? Sulle infrastrutture? Sulle banche?), in Parlamento (a quando la legge contro i corrotti?).


(fonte Il fatto )
Alle prossime elezioni il partito vincente è quello degli indecisi, e degli astenuti (stimati al 38-45%). E ho l'impressione che, come al solito, in Italia cambiano i partiti ma le facce sono sempre le stesse.


E continueremo ad ondeggiare tra burlesque e il Titanic.

“In democrazia a comandare sono i cittadini, non gli apparati o gli interessi”, Winston Churchill nel suo discorso del 1946, dopo che aveva perso le elezioni vincendo la guerra.
E dunque, perché i mercati dovrebbero essere preoccupati dalle elezioni in Grecia in Francia e , nel futuro, in Italia. Chi fa veramente antipolitica? I mercati o Grillo?

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