Pare che in questo paese non si possa rinunciare alla sfilata del 2 giugno: ci va del decoro della Repubblica italiana, si dice. E comunque, assicura il presidente , sarà una sfilata sobria, i soldi per i preparativi sono già stati spesi, e rinunciare alla parata è cosa da demagoghi populisti.
Ma sarebbe stato un bel gesto, simbolico: un gesto che avrebbe dato una maggiore credibilità a questo paese. Altro che sfilata.
Pare, inoltre, che questo paese non possa rinuciare al campionato di calcio: quella macchina che brucia i bilanci delle aziende del calcio, pure quotate in borsa e con voragini nei bilanci.
La proposta di Monti di sospendere il campionato, su cui sono assolutamente d'accordo, è stata definita "indegna" dal presidente Zamparini, mentre gli arrestavano un ex dirigente del suo Palermo.
E pare ancora che, i partiti italiani, la cinghia di trasmissione delle istanze dei cittadini, per usare le parole di Napolitano, non possano permettersi di rinunciare ai finanziamenti pubblici cammuffati da rimborsi elettorali.
Così come non possono rinunciare ad una riforma della TV pubblica, ad una legge elettorale "porcata", ad una legge anticorruzione degna di un paese civile.
Con i soldi dei partiti si poteva fare qualcosa per i terremotati dell'Emilia, lo stesso se si fosse rinunciato a qualcuna delle grandi opere (il terzo valico tra Milano e Genova, il TAV in val di Susa, l'AV Venezia Trieste, tutte opere senza piano finanziario dove dunque non è chiaro quale sia il peso sul contribuente).
Quante persone devono ancora morire (e ancora, è giusto che in Italia si debba morire ancora sul lavoro)? Quante opere d'arte devono ancora crollare? Quanti mesi dovranno rimanere nelle tende, gli sfollati?
Dacci oggi il nostro male quotidiano ...
A proposito, dopo il terremoto del Friuli, la parata del 2 giugno fu solo simbolica.
Ps: non me ne ero accorto, ma Wil lo ha postato subito. La copertina de il giornale di oggi. Senza parole
Nessun commento:
Posta un commento
Mi raccomando, siate umani