06 maggio 2012

La banca rossa di Siena

Pensi a Siena e ti viene in mente il palio, i monumenti, il Rinascimento, la cultura, la nostra storia .. tutto, meno che una banca. Un bel posto per vivere, per farci una vacanza e tuffarti indietro nei secoli: eppure nonostante questo, il comune di Siena è pieno di debiti.

Pensi a Siena, ai suoi problemi (che non ti aspetti dovrebbero esserci), e ti viene in mente il nostro paese che nonostante il clima, la cultura, la bellezza dei pasaggi, non gode proprio di buona salute.

E anche nel nostro paese un ruolo negativo l'hanno avuto proprio le banche: banche di sistema (che appoggiano cioè le grandi opere decise dell'esecutivo), banche d'affari, che fanno speculazioni, che si arricchiscono con gli scudi fiscali e con i soldi esportati all'estero.

Banche, che da un pezzo non fanno più gli interessi del territorio.

Report questa sera si occuperàproprio di questa città e della sua banca, la banca rossa, il Monte dei paschi:




Se dovessimo rappresentare i vizi e le virtù dell’Italia con la fotografia di una sola città, quella città sarebbe Siena. Sessantamila abitanti invece di sessanta milioni. Arte, storia, turismo, aria buona, cucina meravigliosa e la passione per la squadra di calcio che da anni gravita in serie A. Poi ci sono i debiti, tanti debiti. Frutti inattesi di una classe dirigente drammaticamente inadeguata per aver sottovalutato i segnali della crisi. E qui entra in ballo la Banca Monte dei Paschi, la terza per importanza del nostro Paese e i rapporti di forza della Città. I tre Palazzi che gestiscono il potere : il palazzo comunale, al centro di piazza del Campo, sede del consiglio comunale dove il sindaco esprime la maggioranza dei consiglieri nella Fondazione; Rocca Salimbeni, sede della banca; palazzo Sansedoni, che ospita la Fondazione che controlla la banca. 

Il Monte dei Paschi, nato nel 1472, il suo controllo è saldamente nelle mani dei gruppi di potere dei partiti, della massoneria, dell'economia. A Siena lo definiscono: il groviglio armonioso. E i senesi soprannominano la banca il Babbo Monte. Il bilancio 2011 si è chiuso con un passivo di 8,4 miliardi di euro. Uno shock. Mentre all'Università c’è un buco da 200 milioni, con un'inchiesta giudiziaria che coinvolge due rettori. Il Presidente Giuseppe Mussari, alla guida della banca dal 2006, ora lascia per far posto ad Alessandro Profumo. I problemi del Montepaschi sono comuni ad altre banche italiane: l’economia collassa e i Btp pesano come macigni nel portafoglio. Ma di straordinario c’è stata l’operazione Antonveneta, pagata più di 10 miliardi nel 2007, quando Emilio Botin, due mesi prima, l'aveva comprata per molto meno. Poi c'è la Fondazione Mps, l’anacronistico azionista con la maggioranza assoluta della banca. Dalla sua istituzione nel 1996 a oggi ha gestito, sotto forma di erogazioni, il fiume di soldi che le arrivavano dalla banca sotto forma di dividendi. Ha ristrutturato scuole, strade, palazzi e poli museali. Ha anche dato soldi a pioggia, dalle sponsorizzazioni della squadra di calcio, alle dazioni alle più bizzarre associazioni o alle sagre paesane. Perché di soldi ce n’erano tanti e non finivano mai. Pur di rimanere con più del 50 per cento, in questi anni, la Fondazione si è venduta quasi tutto quello che poteva vendere e si è indebitata fino al collo. Talmente indebitata che per il proprio futuro getta lo sguardo fuori le mura senesi.




La seconda inchiesta della serata riguarda l
'industria della produzione del latte: per aver sfiorato la produzione di latte, l'Italia è stata multata dall'Europa. Sul pagamento delle multe poi, c'è stata una vera e propria battaglia politica col partito della Lega che ha difeso i “suoi” allevatori, sospendendo il pagamento delle multe. 

Ma poi si scopre che, tra gli animali censiti, compare anche uno Yak che, difficilmente, produrrà il latte che deve rientrare nelle quote europee.

Come aveva già rilevato anche Presadiretta in una puntata di qualche mese fa, non sappiamo nemmeno quante sono le mucche censite dai nostri allevatori. Forse anche qui c'è spazio per un'indagine della magistratura, perchè qualcuno potrebbe aver fatto il furbo e aver inserito nelle liste (per avere i fondi dall'Europa) qualche vacca fantasma.


Cosa ci fa uno Yak tibetano nella banca dati dei nostri animali che producono latte? Un'indagine dei carabinieri ha riscontrato incongruenze tra gli enti che gestiscono il settore lattiero, non sappiamo esattamente quante mucche abbiamo e quanto latte produciamo eppure per anni abbiamo dichiarato di sforare le quote. Come e da chi sono stati gestiti in questi anni i 7 miliardi di euro di contributi dell'agricoltura?

Infine, il business delle acque termali: quanto del giro d'affari per le acque termali finisce ai comuni? E quanto finisce in altre tasche? Anche qui, un tesoro dello Stato italiano che non è ben valorizzato o ben gestito.


Sono 170 i comuni termali in Italia e siamo la meta preferita del turismo del benessere. L'affare, compreso l'indotto, è di circa 11 miliardi di euro l'anno. Ma quanto riescono a tirar su gli Enti locali dai privati che si ingrassano gestendo una risorsa pubblica? 

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