22 ottobre 2012

La passione per il delitto – Massimo Carlotto e i mondo dei lupi

Elisabetta Bucciarelli


Massimo Carlotto, alla prese con gli autografi (anche il mio)

Domenica, alla rassegna letteraria Lapassione per il delitto, Massimo Carlotto, con Elisabetta Bucciarelli, ha presentato il suo ultimo libro “Respirocorto”.
Perché i lupi? Sono i lupi che compaiono nelle prime righe, quelli geneticamente modificati dalla radiazioni di Chernobil.
Ma ci sono anche gli altri lupi: le nuove leve della criminalità organizzata, quella che ha studiato economia a Leeds. Lupi geneticamente modificati dalla globalizzazione, e che non hanno timore di sfidare la vecchia mafia a casa sua, a Marsiglia.

Il romanzo è nato dalla notizia sul pellet radioattivo: alberi contaminati di Chernobil che trovavano una riverginazione passando per la Slovenia. Da qui è partita la ricerca. Sul traffico di rifiuti, su Marsiglia porta del Maghreb dove interi quartieri sono in mano alle nuove band criminali.

Questo noir racconta di questa nuova criminalità che veste firmato, parla diverse lingue e non ha difficoltà ad usare internet, che ha studiato e che usa le sue conoscenze nel mondo della finanza e della politica per estendere la sua rete. Criminalità che sfrutta proprio questa crisi economica (e anche di idee) per entrare sempre di più dentro la società. Sono i professionisti che aiutano le aziende del nord a smaltire rifiuti, che procacciano voti per le elezioni locali, che vincono appalti per nuove autostrade, discariche, centri commerciali. Nuovi insediamenti industriali o anche nuovi quartieri del lusso, quelli che espellono i cittadini di serie B dalle città relegandoli nelle periferie.

Oggi, cultura e progresso non distinguono più la gente perbene dai nuovi criminali: quelli che si dedicano ai due grandi business, il traffico dei rifiuti e la sofisticazione alimentare. Reati le cui pene sono semplicemente ridicole.

In respiro corto, nessuno dei personaggi prevale sugli altri: nessuno di loro è buono (nel senso letterario), né così cattivo per cui il lettore può identificarsi. Nè Zosim, Giuseppe, Sumil e Inez. Né Bernadette, il capo della brigata criminale di Marsiglia.
È stata una scelta dell'autore, quella del personaggio “diffuso”, scelta necessaria per raccontare un certo scenario criminale globalizzato.

Scenario in cui il confine tra legalità e crimine è molto labile: la stessa Bernadette fa un uso spregiudicato della legge. Massimo Carlotto raccontava come, nei mesi successivi l'uscita del libro, 18 componenti della brigata criminale sono stati arrestati per reati vari.
Quando si dice che il noir anticipa la realtà.

Purtroppo però – continuava Carlotto – per “combattere il male, a questo livello, occorre infrangere la legalità almeno 10 volte”.

Il noir come l'inchiesta del giornalismo.
In un mondo dove le inchieste giornalistiche vere si fanno sempre meno, è il noir che occupa questo vuoto.
Raccontando ad esempio di Marsiglia (avete mai letto qualcosa sui giornali?), del fallimento della politica locale (di destra).
L'Italia ha un brutto rapporto con la verità: il mondo dell'informazione ci racconta solo dei delitti domestici, che maturano dentro le case, dentro le famiglie.
Chi parla mai dell'emergenza rifiuti, della criminalità che si fa impresa e che in questo modo, attacca direttamente la nostra società.
Spiegava Carlotto che, dopo aver stipulato una serie di accordi economici con la Cina, la mafia cinese è scomparsa dai nostri giornali.

La mancanza di vergogna.
Questo paese non prova vergogna: non la prova la classe dirigente del nordest che dopo aver inquinato la Campania e cementificato il paesaggio, ha delocalizzato all'est lasciando qui il deserto.

La nostra classe dirigente, impresentabile, non solo non prova vergogna, ma è anche priva del senso di responsabilità.
E allora è compito della letteratura, su questo Carlotto è stato molto ottimista, raccontare il paese come è.
Fiducia nella letteratura e nei lettori.
Che magari non si meritano i soliti romanzi con finali consolatori: un collega dello scrittore padovano avrebbe detto “di questi tempi, scrivere un romanzo con un finale consolatorio è quasi all'avanguardia”.
La collezione Sabotage.
Assieme a Colomba Rossi, Massimo Carlotto cura la collezione della casa editrice E/O “Sabotage”. Connotata da un forte lavoro di ricerca, sulla realtà dell'oggi.
A seguire, dopo Carlotto, la giornalista Silvia Passini ha presentato “Unabrutta storia” di Gianluigi Pulixi e “Undercover” di Roberto Riccardi.
Poliziotti corrotti nella squadra narcotici, e un carabiniere infiltrato dentro il traffico degli stupefacenti della ndrangheta.   

Nessun commento:

Posta un commento

Mi raccomando, siate umani