16 dicembre 2012

Il dossier Eni

Report, con l'inchiesta "Ritardi con Eni" prova ad entrare nel mondo dell'Eni, l'ente nazionale idrocarburi creato da Enrico Mattei, di cui si diceva che faceva la vera politica estera (e industriale) del paese, al posto del governo.
E forse è ancora così: per tutti i rapporti nei vari paesi nel mondo in cui l'Eni lavora. Lo stesso Geronzi, nel libro Confiteor, scrive che un'eventuale Monti bis “potrebbe comportare la nomina di Paolo Scaroni dell'Eni come ministro degli affari esteri”.
Che forse, per il tipico modo che hanno i potenti di parlare, potrebbe essere un modo di bruciarne la candidatura.
Oggi Paolo Mondani prova, anche partendo spunto dalle rivelazioni fatte da Assange su Wikileaks, a rispondere ad alcune domande sull'Eni. Un ente strategico per il nostro paese.
Di cui però ancora non sappiamo quanto paga il gas al governo Russo di Putin: il nostro paese consuma 78 miliardi di metri cubi di gas all'anno, 20 dei quali ci arrivano a carissimo prezzo dalla Russia.
Sappiamo però, perché l'ha detto Scaroni stesso al Senato, che l'opzione Take or pay con la Russia, ci costringe a pagare lo stesso il gas prenotato anche se non viene rititrato. Questa scelta dell'Eni costa 1,5 miliardi di euro e Scaroni ha proposto che parte di questa cifra gravi sui conti dello Stato.

Non sappiamo quanto corrisponda al vero quanto scritto nella relazione che l'ambasciatore Usa in Italia aveva inviato al suo governo e che Wikileaks ha pubblicato nel 2010:
"Vari membri di partiti politici di entrambi gli schieramenti ci hanno riferito che l'Eni è uno dei principali finanziatori di fondazioni e gruppi di pressione".
Cioè, se questo fosse vero, gli automobilisti italiani avrebbero finanziato Putin e il regime antidemocratico: il Parlamento italiano lo sapeva? E' d'accordo?
Sappiamo tutti dell'amicizia tra l'ex premier Berlusconi e Putin stesso: quanto questa amicizia ha influito sulla politica estera dell'Eni in Russia?

Dal sito Wikileaks ospitato su Repubblica:

La Clinton chiede ancora informazioni sui rapporti Italia-RussiaIl segretario di Stato Usa, in questo dispaccio classificato 'segreto' e risalente al 28 gennaio 2010, chiede maggiori informazioni sulla relazione tra i due paesi e in particolare sui rapporti "tra il primo ministro italiano Silvio Berlusconi e il primo ministro russo Vladimir Putin o il presidente russo Dimitry Medvedev". La richiesta, si scopre leggendo il dispaccio, è molto specifica: la Clinton chiede se ci sono "investimenti personali" (di tipo economico, ndr) di Berlusconi e Putin negli affari Italia-Russia, chiede quali sono le posizioni dei leader politici e dei ministri sulla politica estera ed energetica dell'Italia e dei rapporti tra l'amministratore delegato dell'Eni Scaroni e il premier Berlusconi
A. (U) FOREIGN AND ECONOMIC POLICY:
1) (C) PLEASE PROVIDE ANY INFORMATION ON THE PERSONALRELATIONSHIP BETWEEN RUSSIAN PM VLADIMIR PUTIN AND ITALIAN PMSILVIO BERLUSCONI. WHAT PERSONAL INVESTMENTS, IF ANY, DO THEYHAVE THAT MIGHT DRIVE THEIR FOREIGN OR ECONOMIC POLICIES?

L'inchiesta di Mondani tira in ballo due personaggi vicini a Berlusconi anche loro coinvolti nell'affare idrocarburi: Marcello Dell'Utri e Antonio Fallico, manager Fininvest ed ex compagno di scuola.

In questo articolo del Fatto quotidiano, lo si definiva “L'uomo del gas”:
“Per accordarsi con Gazprom serve un ‘prete’, uno che fa conoscere le persone e le porta al tavolo della trattativa. In maniera serena e ben predisposte”. Lo diceva Massimo Ciancimino, figlio di Don Vito, in un’intervista a RaiNews24 nel giugno del 2006. Ciancimino è uno che di gas se ne intende. Tra il 2002 e il 2005 aveva provato a farlo lui un accordo con Gazprom per portare il gas direttamente in Italia, scavalcando l’Eni. Poi tutto era saltato a causa delle indagini della procura di Palermo e il sequestro della Fingas: la società siciliana che avrebbe dovuto guidare lo sbarco dei russi .Il “prete” però Massimo Ciancimino lo aveva trovato davvero. La persona che gli aveva spiegato a quale porte bussare e soprattutto quanto fosse importante finanziare anche con piccole cifre una fondazione vicina a Vladimir Putin (“era un biglietto da visita, un modo per farsi accettare”, spiega oggi Ciancimino junior al Fatto Quotidiano), si chiama Antonio Fallico, è un’amico d’infanzia di Marcello Dell’Utri e, a partire dalla metà degli anni ’80, è stato consulente della Fininvest in Unione sovietica. Così oggi, mentre Silvio Berlusconi e Putin, discutono in segreto di politica, di energia e di affari in una dacia, dietro a loro si allunga l’ombra di quest’uomo piccolo e silenzioso che è presidente di Banca Intesa a Mosca e “ambasciatore” delle imprese italiane in Russia.
L'anteprima del servizio su ReportTime:



Mondani si occupa poi delle strategie di investimento dell'Eni in Italia: come il raddoppio dell'estrazione in
Val d'Angri. Raddoppio contestato dagli abitanti della zona, perché gli impianti sono vicini agli abitati e alle coltivazioni (ma tanto, basta non parlarne sui giornali ..).
E c'è anche la scelta di trasformare l'Italia in un grande Hub del gas, proveniente dal nordafrica e dall'Azerbaigian. Ma non dovevamo puntare sull'energia pulita (vento e sole)? Come mai si sta puntando sulla costruzione di Hub? Che interessi ci sono dietro?

Il sinossi dell'inchiesta:
Nel 2010 Wikileaks rivela il contenuto della relazione che l'ambasciatore Usa in Italia invia al suo governo. Oggetto: relazioni Italia-Russia: "Vari membri di partiti politici di entrambi gli schieramenti ci hanno riferito che l'Eni è uno dei principali finanziatori di fondazioni e gruppi di pressione". L'Eni è la più grande azienda del paese controllata dallo Stato, ma il mondo degli idrocarburi per sua natura è un mondo opaco. Alla guida dell'Eni da sette anni Paolo Scaroni. Guarda il promo
ENI GESTIONE SCARONI

Eni è la prima impresa italiana, tra le prime dieci compagnie petrolifere del mondo.
L'estate scorsa ha inventato lo scontone su benzina e gasolio: 20 centesimi in meno al litro ma solo per il weekend. L'Eni ha speso decine di milioni di euro per la pubblicità della campagna estiva di sconti, con quali risultati?
Quanto ha pesato sui risultati dell'Eni l'amicizia fra Berlusconi e Putin? E qual è stato il ruolo di Antonio Fallico e Marcello Dell'Utri negli affari sugli idrocarburi?
Il nostro paese consuma 78 miliardi di metri cubi di gas all'anno, 20 dei quali ci arrivano dalla Russia. E ci costano molto. Tra i principali imputati i contratti di lungo termine con la Russia, i cosiddetti take or pay. Il 10 ottobre scorso Paolo Scaroni ha comunicato al Senato che il take or pay, la clausola per cui prenoti il gas ma se non lo ritiri lo paghi lo stesso, costa all'Eni 1,5 miliardi di euro e ha proposto che parte di questa cifra gravi sui conti dello Stato.
Nello scorso aprile l'Eni ha ottenuto il raddoppio dell'estrazione in Val D'agri. Nello stesso periodo, il ministro Passera ha annunciato di voler fare dell'Italia l'hub europeo del gas. La Basilicata si troverà proprio nel mezzo dei gasdotti che vengono dall' Algeria e dalla Libia e dei tubi che porteranno gas dalla Turchia e dall'Azerbaigian.
Fare l'hub è un affare per l'Italia?
Amazon.it.
Giovanna Boursier invece ci parlerà di Amazon, il sito di ecommerce che vende libri, dvd, musica:

La scheda della puntata:
La multinazionale americana Amazon, colosso del commercio on line, vende di tutto. In Europa ha il quartier generale in Lussemburgo, la Amazon Eu Sarl, che controlla anche le 2 società italiane: la Logistica, con il magazzino di Castel San Giovanni dove 400 dipendenti spediscono gli ordini, e la Corporate a Milano, con circa 200 dipendenti che negoziano i contratti con editori e distributori per mettere libri ed ebook on line. Ci chiediamo: siccome gran parte dell'attività commerciale sembra sia qua, perché anziché pagare le tasse in Italia Amazon le paga in Lussemburgo dove conviene? La stessa domanda l'ha fatta il 12 novembre scorso la Commissione sui conti pubblici del Parlamento inglese, ad Andrew Cecil, capo delle relazioni esterne di Amazon, che in Gran Bretagna sarebbe sotto inchiesta per evasione fiscale.
L'anteprima su ReportTime.

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