02 gennaio 2013

Si fa presto a dire riforme


Non c'è più sinistra o destra, ma chi vuole riformare il paese e chi no.
Questo il succo dell'intervista del neocandidato Monti a Radio Anch'io: in risposta a Bersani che chiedeva chiarimenti sulla sua posizione e a voler ribadire che non avremo altra agenda all'infuori della sua.
Agenda piena di riforme: sul lavoro, sullo stato, sulla giustizia.
Chi non è d'accordo, dunque, nel fare riforme che creino posti di lavoro?
Certo, stiamo aspettando gli effetti delle riforme già fatte. Ma la luce in fondo al tunnel..
Riforme, e anche le solite promesse elettorali: toglieremo un punto di tasse sul lavoro. Chissà perché lo dice adesso e non l'ha fatto prima.

Si fa presto a dire riforme. Lo dice Monti e lo dice Berlusconi. Tutti, in Italia, vogliono riformare tutto. Scuola, università, giustizia, mercati, professioni.
Il problema non è dirle, o annunciarle. È in quello che ci si mette dentro, le riforme.
Nel suo discorso di fine anno, la Merkel: “siamo contenti di aver aumentato gli stanziamenti per la ricerca e la scuola dato che, se noi sappiamo fare ciò che gli altri non sanno fare, crescerà il lavoro e e il benessere”.
Quanti soldi si stanziano in Italia nella ricerca, nella scuola pubblica, nell'università pubblica?

Mentre in Italia si tagliano posti letto, il Senato di Schifani ha deciso di rafforzare il presidio del suo ambulatorio. Il bando ha aperto una selezione per cinque specialisti in cardiologia e anestesia. La struttura ci costa 700000 euro l'anno.

Il presidente della Repubblica ha chiesto, nel discorso di fine anno, ai partiti e al prossimo governo, attenzione alle tematiche sociali. In special modo per il sud, per la Sardegna. Ma anche per i terremotati dell'Emilia e della Lombardia. Cosa rispondiamo?
Molti dipenderà dagli eletti: che dovranno essere al di sopra di ogni sospetto, lontani da sospetti di vicinanza con la mafia, da conflitti di interesse.

Aspettiamo la luce in fondo al tunnel

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