03 giugno 2013

Meno precari, più investimenti pubblici

Lo sapevamo già.
E ora lo dice anche l'Organizzazione internazionale del lavoro. Nel "World of Work Report 2013" (il pdf lo scaricate qui), c'è scritto nero su bianco:




Wage inequality (as measured by the ratio between the highest 10 per cent of
earners and lowest 10 per cent of earners) decreased in the majority of advanced
economies during the height of the crisis (between 2007 and 2010), similar to the
trend for income inequality. The decrease in wage inequality in many of these
economies may, however, be more reflective of job losses at the bottom of the earnings distribution, rather than a real reduction in wage inequality.
For example, in some countries where the employment rate has continued to decline since the crisis (e.g. Greece, Ireland, Italy, Portugal and Spain), the lowest wage earners represented the bulk of dismissals, so although job losses translated into reductions in wage inequalities, this cannot be counted as an overall improvement.
La disuguaglianza salariale che viene misurata è dovuta al fatto che a perdere il posto di lavoro sono stati, per la maggior parte persone a reddito basso (come in Italia).
 

Tra le  raccomandazioni che fa l'Ilo:
È fondamentale superare gli ostacoli che impediscono di collocare l’occupazione in cima all’agenda delle riforme, in particolare: la convinzione radicata sull’impatto negativo degli interventi pubblici sulla competitività e sulla crescita economica; l’idea che affrontare il problema della ripartizione del reddito e rafforzare i diritti dei lavoratori possa rallentare gli investimenti produttivi e la creazione di posti di lavoro; il coordinamento internazionale insufficiente, che è particolarmente importante in materie come la fiscalità, e in periodi di debolezza della domanda aggregata globale.
I grafici sull'andamento dei disoccupati e della forza lavoro

Il rischio che la crisi sociale porti a dei disordini, grazie alle risposte economiche messe in piedi dai paesi dell'area euro:
This increase in the risk of unrest in the European Union is likely to be due
to the policy responses to the ongoing sovereign debt crisis and their impacts on
people’s lives and perceptions of well-being. ! e euro area economy has been in
recession since the third quarter of 2011, the unemployment rate recently reached
a record high of 12 per cent and the youth unemployment rate is at 23.9 per cent.
Income inequality has also worsened in a number of euro area economies (see
Chapter 2). ! is bleak economic scenario has created a fragile social environment,
as fewer people see opportunities for obtaining a good job and improving their
standard of living. Between 2010 and 2012, the countries that experienced the
sharpest increases in the risk of social unrest are Cyprus, Czech Republic, Greece, Italy, Portugal, Slovenia and Spain
; while the risk of social unrest declined in Belgium, Germany, Finland, Slovak Republic and Sweden.
 Insomma, con la riforma Fornero (e in generale con la tendenza alla precarizzazione) abbiamo generato più precari senza risolvere il problema della disoccupazione. Tutto in nome del profitto e della vecchia logica liberista.

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